Alessio Peck, talento italiano di base a Parigi, ci regala in anteprima l’ascolto del remix di “Geniale” di Calling Marian, in uscita il prossimo 5 maggio.
Alessio Peck racconta un nuovo capitolo dell’evoluzione del rock elettronico. Attraverso il suo background musicale che racchiude sonorità che vanno dall’electro al garage, l’artista italiano, di base a Parigi, vuole esprimere un nuovo status emotivo e musicale della sua carriera.
Una ricerca insaziabile che unisce la tradizione del cantautorato alla disco più accesa. “Geniale”, nata in collaborazione con Ross Orton, batterista degli Add N To (X) e produttore di AM degli Arctic Monkeys e di M.I.A. miscela in maniera sapiente techno, electro e synth pop.
I remix completano ed accentuano le differenti anime della Chanson Dance di Alessio Peck. In particolare, abbiamo scelto di farvi ascoltare in anteprima il remix di Calling Marian. L’artista francese, boss di CVNT Records, ha caricato la traccia originale di un’energia trascinante grazie alle sue melodie acid taglienti.
Potete ascoltarla qui.
Alessio Peck ci ha raccontato di più del suo percorso artistico, dell’ispirazione dietro “Geniale”, dei suoi live (soprattutto dopo la performance di apertura al concerto di Ligabue avvenuto al Bataclan) e dei suoi nuovi progetti per il futuro. Buona lettura!
Ciao Alessio Peck, benvenuto su Parkett. Vorrei iniziare chiedendoti come stai e che anno è stato per te questo 2023 a livello artistico.
Benissimo, grazie. Quest’anno è cominciato al top per me, essendo stato invitato ad aprire per il concerto di Ligabue al Bataclan. Non posso lamentarmi.
Nella tua formazione musicale assoluta importanza hanno assunto le esperienze all’estero: prima, come chitarrista degli Stags durante il tuo periodo londinese e successivamente con gli Acid Tongue. Cosa è rimasto del tuo passato musicale dentro la tua produzione attuale?
Effettivamente ho speso un po’ di tempo a suonare tra l’Inghilterra e gli Stati Uniti con gruppi differenti. Io penso che questo si senta nella musica che faccio, che appunto non la chiamerei esattamente “musica italiana”, anche se canto in Italiano, le miei influenze sono per la maggior parte estere. Mi piace pensare che la mia musica sia diretta ad un pubblico internazionale, non solamente agli Italiani, che riesca a oltrepassare la barriera del linguaggio. D’altra parte tutti all’estero pensano che l’italiano è una bellissima lingua.
“Geniale” su Kwaidan Records è il tuo ultimo figlio discografico. Hai definito questo lavoro come una chanson dance. Mi piacerebbe sapere cosa intendi con questa definizione e come sei riuscito ad unire dentro questo lavoro la tua anima rock con l’elettronica in maniera inedita.
Qui in Francia esiste un genere molto popolare e seguito, anche da artisti emergenti, che i francesi chiamano “chanson française”. Credo si possa tradurre con quello che noi in Italia chiamiamo “cantautorato”. Ossia musica leggera dove il testo ricopre un ruolo principale. Quello che ho cercato di fare io con “Geniale”, che è solo il primo singolo del disco su cui sto lavorando, è di fare incontrare l’universo della musica dance con il mondo della “chanson”.
La traccia infatti inizialmente è stata lavorata allo Studio 2 di Padova come un pezzo rock, poi sviluppata in chiave electro da Ross Orton a Sheffield, produttore dietro a progetti del calibro di M.I.A. e Working Mens Club, per non menzionare gli Arctic Monkeys. Io penso che, specialmente quando sono sul palco, è un po’ impossibile per me nascondere le mie radici di rock performer, che comunque esce sopra le basi di drum machines e sintetizzatori.
Nell’Ep i remix reinterpretano in maniera personale ed assolutamente differenziata ed originale il tuo brano. In particolare il remix di Calling Marian porta la track su una dimensione dancefloor con sonorità Electro marcate. Come hai scelto gli artisti per remixare il disco? Quali differenti dimensioni della track hai voluto rappresentare attraverso queste reinterpretazioni?
Lo scorso Settembre sono stato selezionato da Le Fair, un dispositivo di sostegno e lancio della carriera professionale per musicisti in Francia, creato dal Ministero della Cultura. Mi vanto un po’ e ti rivelo che sono il primo artista Italiano ad essere un “laureat Le Fair” dal 1989 ad oggi. Calling Marian è stata anche lei un artista selezionata da Le Fair, è così che ci hanno messo in contatto. Io le ho dato veramente carta bianca e sono stato sorpreso dal risultato, penso che il suo remix dimostri veramente come questo pezzo giri bene anche sopra un beat techno. Alla fine se la canzone funziona, funziona un po’ in qualsiasi chiave stilistica la si reinterpreti.
E’ per questo che ho scelto di includere una versione della traccia acustica nel EP “Geniale”, che uscirà il 26 Maggio, dove veramente puoi sentire il pezzo nudo e crudo, solo chitarra e voce. Il secondo remix invece lo ha lavorato Johnny Hostile, multi strumentista e produttore, con cui mi sono conosciuto qui a Parigi. Nico è veramente un tipo, è stato in tournée con Nick Cave, ha prodotto la band inglese Savages che a me piaceva molto, e entrambi abbiamo speso diversi anni a Londra suonando negli stessi locali senza mai incontrarci. Lui ha capito subito la vibe del mio progetto e ha creato una cosa che più che un remix è un po’ una traccia tutta sua. Adoro.
Dal tuo trasferimento a Parigi nasce il forte legame con i Nouvelle Vague. In che maniera ti ha arricchito questo scambio artistico? Che direzione ha segnato nella tua evoluzione musicale questo incontro?
Decisamente lavorare con Marc Collin, che è dietro il progetto Nouvelle Vague e allo stesso tempo direttore artistico dell’etichetta Kwaidan, è stato un passo avanti per me. Marc ha un occhio per il talento e riesce a vedere il potenziale negli artisti con cui lavora. E’ stato lui a introdurmi al mondo dei sintetizzatori analogici.
Nella tua musica è molto importante la dimensione live. Cosa hai pensato per questo nuovo anno e come si evolverà la tua performance?
Per il momento il mio set live è ancora fresco e sono molto contento di questa formula rock singer / electro dj set, specialmente dopo il riscontro sorprendentemente positivo dei fans di Liga al Bataclan. Quindi direi cavallo vincente non si cambia, per ora.
Vorrei chiudere l’intervista chiedendoti come immagini Alessio Peck tra dieci anni e se hai ancora dei sogni nel cassetto da realizzare.
Tra dieci anni mi immagino in studio a lavorare su nuovi pezzi ma non soltanto miei, scrivere e comporre per altri artisti, oppure tutto preso dal mio progetto e in tournée permanente. Sogni nel cassetto? Madison Square Garden.