Ansome è sicuramente uno degli artisti del momento: le sue esibizioni live stanno attirando l’attenzione e la curiosità di tutto il panorama underground. La sua musica nasce a Londra e approda a Berlino, dove sboccia in tutta la sua particolare essenza. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Ansome, ed è stato davvero un’esperienza molto interessante.
ITALIANO – ENGLISH
È ormai da qualche tempo che ti sei fatto un nome nel panorama techno britannico ed europeo grazie soprattutto ai tuoi coinvolgenti set modulari live. Considerando la crescente presenza sulla scena di dj talentuosi, specialmente nel contesto londinese, dal quale tu vieni, si può dire che la tua sia stata una vera e propria impresa. Quanto credi che abbia influito sul tuo successo la tua evidente abilità tecnica?
Penso che il mio sound e le mie performance sono basate molto sul lato tecnico della musica in quanto non ho un background da musicista, vengo da un diploma in sound design quindi è questo ciò di cui mi sono occupato negli ultimi 3 anni, la parte tecnica della faccenda mi è sempre risultata più naturale. Non sono sicuro che abbia determinato il mio “successo” in quanto ci sono tantissimi artisti là fuori più esperti di me, io lo farei derivare dalla persistenza, dal duro lavoro e da un sacco di fortuna.
Parlando delle tue radici, hai avuto un periodo French house, dopodiché sei passato alla musica dubstep, che ha influenzato fortemente le release sulla tua etichetta Discos Dead; quanto è rimasto di questi generi nel tuo stile attuale? Quali artisti e correnti in generale ti hanno ispirato agli inizi e quali tuttora sono un punto di riferimento per te?
Quel tipo di musica è ciò che mi ha portato alla dance music ma non penso abbia avuto ripercussioni sul mio sound. Prima ascoltavo solo soundtrack di Tony Hawk o dei Queen e avevo poca conoscenza musicale. Mi piaceva perché era nuova, ma mi disinteressai molto presto. Onestamente ho iniziato a sentirmi “a casa” musicalmente solo quando ho iniziato a produrla, e tuttora ascolto raramente musica. Mi piace creare roba.
A parte questo adoro la disco music e Prince è un sire.
La prima cosa che si nota guardando alcuni video su di te è la tua sfrenata passione per i moduli e gli hardware in generale. Hai dichiarato che, potendo, suoneresti sempre live e che non ne hai mai abbastanza di comprare nuovi moduli. Cosa ci puoi dire sulle ragioni di questa tua scelta? Cosa cambia quando suoni live?
Come ho detto non vengo da un background musicale ed ho un cervello basato sull’ingegno tecnico. Quindi l’hardware mi ha permesso di sentirmi come se stessi suonando uno strumento musicale, permettendomi di fare musica in un modo confortevole senza suonare “Wonderwall” (il famoso pezzo degli Oasis, ndr) accanto ad un falò sulla spiaggia. Il modo in cui suono è simile al jazz improvvisato. Per la maggiore creo roba lì al momento. Questo mi permette di fare roba che mi sorprende in maniera buona o meno, ma è la spontaneità che lo rende piacevole, la connessione con la folla è più forte rispetto a qualunque DJ set abbia mai fatto.
Hai rilasciato i tuoi lavori su diverse label, tra cui Perc Trax, Mord, No Logo Music e Them, ma tra i progetti curati direttamente da te non si può non parlare di S.L.A.M. (South London Analogue Material): quanto è soddisfacente avere una propria piattaforma per la propria musica? Quali sono i programmi per il futuro di questa etichetta?
E’ una rottura di palle ed un sacco di lavoro e sono super impegnato al momento, ma quest’anno stiamo per sfondare, aspettatevi un sacco di materiale nuovo.
Ascoltando il tuo modo di fare e concepire la musica, viene in mente una frase abbastanza famosa di Jeff Mills: “La musica techno non è stata ideata per essere ballata, ma per essere un’istituzione futuristica”. Cosa ne pensi a riguardo?
Si, la prima cosa che abbiamo studiato all’Università era il futurismo quindi ho una scusa educata per fare roba strana.
Spesso nei tuoi live la musica si fonde a sonorità spinte, forti, distorte, a tratti incomprensibili, quasi dei rumori. L’impressione è quella che tu voglia inserire delle interferenze nella linearità della bassline. Qual è il tuo obiettivo quando suoni? Cosa vuoi trasmettere a chi ti ascolta con questi espedienti artistici?
Quei suoni grezzi e distorti sono la mia musica…Ha.
Sei davvero molto giovane e promettente. Quali progetti hai per il futuro?
Ho un po’ di obiettivi, soprattutto suonare intensa e pesante techno per aiutare le persone ad andare fuori di testa. Mi piacciono anche i soldi e i drink quindi è un’ottima combinazione per me. Fare più musica possibile e suonare live il più possibile, amo farlo.
Intervista Alberto Zannato
Traduzione Mirno Cocozza
ENGLISH
It’s been a while since you started making a name for yourself in the British and European techno scene, mostly thanks to your captivating modular live sets. Considering the increasing number of talented DJs, especially in London, the city of your artistic growth, we can say it must have been quite a challenging effort. How much do you think your evident technical skills influenced your success?
I guess my sound and my performance are greatly based on the technical side of music as I don’t come from a musical background, I am coming to the end of a degree in sounds design so it’s what I have been working on the past 3years, the technical side of stuff has always come more naturally to me. I’m not sure if affected my “success” as there are tons of artists out there way more skilled than myself, I would put it down to persistence hard work and a lot of luck.
Talking about your roots, you had a French house period, then you switched to dubstep music, that strongly influenced your label Discos Dead’s releases; how much of these genres do we find in your current style? Which artists and trends inspired you at the beginning of your career and which ones are still key figures for you?
That kinda music was the stuff that broke me into dance music but I think had no effect in my sound, Before I was just listing to the Tony Hawks soundtrack or Queen and had little knowledge of music. I liked it because it was new, but was over it very quickly. Tbh I only started to feel at home with music once I started making it, And still rarely listen to music. I like to make stuff.
That aside I love disco music and Prince is a don.
The first thing we note about you watching some videos is your unrestrained passion for modules and hardware in general. You said that, if you could, you would always play live and that you can’t get enough of new modules. What can you say to us about the reasons of this choice? What’s different in playing live?
As I said I don’t come from a musical background but I have a very engineering based brain. So hardware allowed me to feel like I’m playing an instrument, allowed me to make music in a way I feel comfortable and without playing wonder wall around a fire on the beach.
The way I play live also it’s like improv jazz most of the time I’m making stuff up on the spot. This allows me to make shit that surprises me in a good and bad way but it’s that spontaneity that makes it such a pleasure to do, the connection with the crowd is more than any DJ set I have done.
You’ve released your works on several labels, among which Perc Trax, Mord, No Logo Music and Them, but considering your own projects, we can’t ignore S.L.A.M. (South London Analogue Material): how much is it satisfying having your own platform for your own music? Are there any particular projects for the future of the label?
It’s a pain in the ass as it’s a lot of work and I’m super busy at the moment, but this year we are stepping it up expect a lot of new stuff
Your way of producing and conceiving music reminds us of a quite famous quote by Jeff Mills: “Techno wasn’t designed to be dance music, it was designed to be a futurist statement”. What are your thoughts about this?
Yeah first thing we studied in Uni was futurism so I have an educated excuse to make weird shit
In your live set you often mix music with harsh, tough, distorted sounds, similar to noises. The feeling is that you want to interrupt the linearity of the bassline with interferences. What’s your aim when you’re playing? What do you want to convey towards your audience?
Those harsh distorted sounds are my music… Ha
I have a few aims , mostly to play some intense heavy techno to help people get off their nuts. I also like money and drinking so it’s kinda a sweet deal for me.
You are very a young and promising artist. What are your plans for the future, talking about the new releases and the collaborations in particular?
Make as much music as I can and gig as much as I can. I really enjoy it.
Interview Alberto Zannato
Translation Mirno Cocozza