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Non è facile ripercorrere la storia di uno dei collettivi più importanti degli ultimi anni, soprattutto se parliamo di [a:rpia:r], label che ha contribuito in modo determinante alla canonizzazione e alla crescita della romanian house, uno dei generi di successo della club music contemporanea.

La vicenda che ruota attorno ad [a:rpia:r] si sviluppa attraverso un percorso che inizia a Bucarest dopo la morte di Ceaucescu e il crollo del regime comunista. Le difficoltà incontrate dai giovani Petre Inspirescu, Rhadoo e Raresh nell’entrare in contatto con la musica proveniente dall’estero ha permesso a quest’ultima di diventare un importante elemento di condivisione e di emancipazione per una generazione che ha fatto del cambiamento il suo modus operandi. Dalle testimonianze degli stessi Rhadoo e Raresh infatti, per comprare dei dischi di musica elettronica bisognava uscire dal paese, andare in città come Praga, Budapest o Istanbul e acquistare il meglio che potesse offrire il loro mercato musicale degli anni ’90.
Per comprendere a fondo i fattori decisivi per lo sviluppo di un movimento che, ad oggi, è uno dei più stimati e apprezzati del mondo underground, bisogna passare attraverso le figure chiave che ne hanno permesso la sua evoluzione.

Rhadoo

In questo senso, il ruolo di Rhadoo è stato imprescindibile per la diffusione di sonorità al tempo quasi totalmente sconosciute dalla scena locale; Rhadoo infatti, ispirato dal lavoro di figure come Dj Vasile e Vladone, ha iniziato a proporre nei locali nazionali una musica nuova, inedita, completamente diversa da quello che erano gli standard di quegli anni.
Un’altra personalità chiave di questa vicenda è quella di Catalin Ghinea, promoter che ha permesso ad un collettivo di giovani artisti di iniziare ad esibirsi regolarmente nella capitale rumena. Ghinea ha infatti cercato di facilitare in tutti i modi la distribuzione della musica elettronica a Bucarest fino ad arrivare, negli anni a seguire, alla formazione dell’agenzia Sunrise Booking e del Sunwaves Festival.

La terza figura che ha in qualche modo acceso la miccia e consentito alla scena europea di conoscere questi artisti (che, però, in patria erano già divenuti le colonne portanti della musica elettronica) è rappresentata da Ricardo Villalobos. Villalobos è stato parte “passiva” e parte “attiva” del processo di affermazione di questo gruppo.
Ci troviamo nella prima metà degli anni 2000. Più precisamente nel 2003, anno dell’uscita su Playhouse di Alcachofa. Il disco del cileno ha avuto un impatto fortissimo sul trio. Le sonorità di Pedro, Rhadoo e Raresh in quel periodo si rifacevano molto a quelle di un Ricardo Villalobos che stava attraversando uno stato di grazia eccezionale. Il cileno, però, ha avuto anche un altro ruolo ben più importante per la consacrazione dei tre a livello europeo, ma su questo punto ritorneremo più avanti.

Ricardo Villalobos

Parallelamente, tra il 2002 e il 2003, Petre Inspirescu e Rhadoo scoprono la magia dell’isola di Ibiza e, dopo qualche esibizione in contesti privati, nel 2005 arriva la prima data ufficiale del collettivo [a:rpia:r] al Circoloco: è in proprio in questo contesto che la scena elettronica europea conosce per la prima volta il talento del trio proveniente dall’est.
La svolta definitiva avvenne nell’anno successivo. Nel 2006 Ghinea riesce, infatti, ad organizzare a Bucarest un party con protagonista Ricardo Villalobos, affiancato da un giovanissimo Raresh. Al termine della nottata i due si esibiscono all’after party in un back-to-back di circa sei ore, performance che Raresh non dimenticherà mai. Durante quelle sei ore infatti, il cileno ha potuto toccare con mano il suo grande talento e la sua tecnica, qualità che lo spingono a raccomandarlo immediatamente a Cocoon, la sua agenzia di booking dell’epoca.

Oltre al Ricardo Villalobos di Alcachofa, sono state altre personalità d’eccellenza ad influenzare la crescita iniziale di un genere che, solo a posteriori, è stato definito come romanian house, ma che all’epoca si inseriva ancora negli ambiti della minimal-house. Nella prima metà degli anni 2000 infatti, artisti come Thomas Melchior, Zip, Dorian Paic e Luciano hanno avuto un ruolo altrettanto importante nell’evoluzione delle produzioni legate a questi ambienti. Etichette come Playhouse, Perlon, Raum…musik, Sei es Drum e Cadenza hanno dato un contributo fondamentale (se non decisivo) al cambiamento della minimal di quegli anni.Luciano

La prima parte di questo percorso di sviluppo della romanian minimal si chiude con la consacrazione di Petre Inspirescu e Rhadoo a livello internazionale, consacrazione che arriva anche grazie alla pubblicazione dei rispettivi EP su Cadenza Records, due  capolavori assoluti della minimal house del 2000.

Infine, uno dei meriti più grandi di Pedro, Rhadoo e Raresh è quello di aver sempre voluto utilizzare la visibilità data dal successo per far crescere la propria scena nazionale. Infatti, con il passare degli anni le sonorità proposte da [a:rpia:r] hanno incontrato sempre più estimatori all’estero, permettendo al genere di trovare una propria stabilità interna e continuare a suscitare interesse per una terra ricca di dj e producer talentuosi. Quando i tre fondano la label [a:rpia:r], decidono di farlo esclusivamente per creare una piattaforma dove condividere e distribuire la propria musica, offrendo l’opportunità alla generazioni future di avere un trampolino di lancio internazionale. Inoltre, analizzando l’evoluzione dell’etichetta, è interessante notare come il suono proveniente dagli ambienti vicini alla label si liberi progressivamente da tutti quei parametri e quelle forme di genere tipiche della produzione musicale.

Pubblicazione dopo pubblicazione, si va definendo una tipologia di house music differente da tutto il resto, ed è proprio il lavoro fatto da Pedro, Rhadoo e Raresh che apre la strada alle decine di piattaforme che oggi producono romanian house: dalla Moment di Barac a Castanea di Nu Zau, da Amphia di Cristi Cons e Vlad Caia (insieme SIT) a Understand di Lazãr Cesar e via dicendo.

Di seguito, ecco le 10 tracce pubblicate dal collettivo [a:rpia:r] che meglio definiscono la crescita e il successo della romanian house.

Petre Inspirescu – De Bou.
Various, [a:rpia:r] 01. 2007

Nella prima uscita [a:rpia:r] è ben riconoscibile il sound da cui i tre sono partiti. Tralasciando quello che riguarda la questione Raresh e il suo plagio a danni di Thomas Brinkmann, diatriba che si è risolta con la pubblica ammissione dell’errore giovanile da parte dell’artista, le produzioni di Pedro e Rhadoo risultano significative per comprendere le sonorità che costituiscono l’anno “0” della romanian-house. Se nella traccia di Rhadoo sono evidenti i condizionamenti e i retaggi delle modalità di composizione provenienti dalla prima decade del 2000 (in particolare sono riconoscibili le influenze di autori come ad esempio Dorian Paic, Villalobos e Onur Özer, all’epoca tutti inseriti nell’orbita booking Cocoon) è nella traccia dell’Inspirescu che troviamo i germogli di tutto quello che verrà dopo, soprattutto a partire dal secondo EP pubblicato nello stesso anno.

De Bou” è un lavoro tech-house che si differenzia dalle tracce dell’epoca per le sue sonorità più “secche”, un loop continuo che da un lato accenna leggermente a linea melodica (che sarà poi il segno distintivo di Pedro) e dall’altro enfatizza il suono dell’hi-hat che scandisce i passaggi del disco. In “De Bou”, infatti, sono presenti quegli elementi che saranno sviluppati e approfonditi da tutti gli artisti che si avvicineranno alla romanian house negli anni successivi.

Rhadoo – Aundi (Unaim mix)
Various “Taram Ep”, [a:rpia:r] 02. 2007

Nonostante gli EP siano dello stesso anno, la seconda uscita della label è formalmente differente dalla precedente. Se la prima apparizione di Dan Andrei su [a:rpia:r] lo consacra al grande pubblico come talento della generazione appena successiva ai tre, le produzioni di Petre Inspirescu e Rhadoo iniziano a tracciare in modo netto il cammino dei propri autori. In Pedro riconosciamo già un producer con le idee chiare, attivo all’interno della label e musicalmente maturo, mentre in Rhadoo si possono apprezzare le novità che introduce all’interno dell’etichetta e (di conseguenza) del collettivo. Rhadoo, infatti, inizia una costruzione più complessa della traccia, utilizzando i suoni classici della minimal di quegli anni, ma re-interpretandoli secondo il proprio gusto. “Aundi (Unaim mix)” è un lavoro che apre le porte alla ricostruzione, all’esplorazione e al superamento (una volta assimilato) del genere minimal, che morirà di lì a poco.

Cinderfella LTD – Western Geocentric
Cinderfella LTD: “Ephemeris EP”, [a:rpia:r] 06. 2009

Dopo alcuni EP di promozione di artisti locali e un disco firmato Petre Inspirescu, la consacrazione del suono [a:rpia:r] coincide con la pubblicazione di un artista esterno al circuito, un’istituzione della minimal-house europea: Thomas Melchior. La prima apparizione di Melchior su [a:rpia:r] è di fondamentale importanza per il percorso dell’etichetta. “Western Geocentric“, infatti, è un lavoro che contiene tutte le sonorità che i tre promuovono. Minimalismo, groove, percussioni tipiche dell’house music si fondono insieme dando vita ad un capolavoro assoluto.

Se il lato A dell’EP, “Time“, si inserisce perfettamente nel filone musicale dell’epoca, è il suo lato B a rappresentare in tutto e per tutto quella che è (e che sarà) l’essenza del suono di Pedro, Rhadoo e Raresh. Il grande merito di Melchior è stato quello di essere determinante anche in questo processo di evoluzione (come già avvenuto con Perlon), riuscendo a capirne le dinamiche e ad entrarvi in modo impeccabile. Thomas Melchior è, infatti, uno dei producer più importanti della scena minimal house degli ultimi vent’anni, una figura imprescindibile al pari di Ricardo Villalobos, che grazie alla sua genialità e alle sue grandi capacità è riuscita a cambiare le sorti della musica house contemporanea.

Petre Inspirescu – Evar
Petre Inspirescu “Intr-o Seara Organica…”, [a:rpia:r] 07. 2009

Il primo LP del rumeno è un qualcosa che va al di là della nuda e cruda schematizzazione di un producer all’interno di un genere musicale o di una categoria. “Intr-o Seara Organica…” rappresenta, infatti, il manifesto artistico di un Inspirescu che si libera da tutti i clichè imposti dal mercato della musica pensata per il club, regalando al mondo un album che rompe gli schemi. “Intr-o Seara Organica…” esce dal dancefloor ed entra nelle living room, trasformandosi in un oggetto di ascolto domestico che può essere proposto anche nei club. In lavori come “Evar” è ben riconoscibile la formazione di musicista classico di un Inspirescu che, grazie alla sua tecnica e al suo orecchio fine, compone un’opera che diviene istantaneamente un classico della sua discografia e di quella di [a:rpia:r].

Il primo LP di Pedro segna un punto di partenza importante poiché, a partire da questo momento, i dj della scena locale saranno liberi di sviluppare le proprie tracce senza alcun limite imposto e senza barriere fissate dall’esterno. Un metodo di approccio che solo Ricardo Villalobos e pochi altri hanno saputo valorizzare precedentemente.

Dj Sneak – Delta Trippin’ (Sneak Delta Master)
Dj Sneak “Delta Trippin’”, [a:rpia:r] 08. 2010.

Dopo la pubblicazione del primo album di Pedro, con “Delta Trippin'” ritornano protagonisti su [a:rpia:r] gli EP pensati per il dancefloor. L’importanza dell’uscita è rappresentata dalla prima apparizione di Ricardo Villalobos all’interno della piattaforma con il suo “Lemi Smoke Remix”. “Delta Trippin'”, nella sua versione originale, è un lavoro ricco di spunti tech-house, spunti che non sono mai stati rifiutati dal movimento rumeno e che si integrano perfettamente nei lunghi passaggi che caratterizzano sia le esibizioni del collettivo [a:rpia:r], sia quelle di artisti appartenenti alle generazioni successive. La decisione del trio di uscire con un disco firmato da Dj Sneak ad un anno dalla distribuzione di un album concettuale come quello di Inspirescu, ci porta a riflettere su quanto la proposta dei tre possa essere vasta e propensa ad esplorare differenti generi musicali.

Dan Andrei – Double Deez
Dan Andrei “Prima In Cerc Are EP”, [a:rpia:r] 09. 2011

Nel 2011 [a:rpia:r] rilascia un altro EP progettato per il club. Dopo i capolavori di Melchior e della coppia Sneak-Villalobos, “Prima In Cerc Are EP” costituisce la prima vera e propria prova di maturità della romanian house. Se Pedro, Rhadoo e Raresh sono artisti ormai indiscussi ed affermati sul piano internazionale, è la seconda generazione di producer ad essere messa sotto esame. Questo EP dimostra, infatti, che la romanian house non è un fenomeno di passaggio, né tanto meno un genere legato solamente ai propri pionieri. Questo tipo di proposta rappresenta ormai un genere ben definito, maturo, con delle sonorità che lo rendono riconoscibile a tutti.

La romanian house supera i propri pionieri e trova la sua dimensione passando oltre ai grandi nomi che, dall’esterno, ne hanno contribuito alla crescita. I tempi sono maturi, il sound che caratterizza le produzioni rumene può diffondersi, evolversi e crescere in modo autonomo e spontaneo, senza essere legato al mondo che lo ha preceduto, e “Double Deez” ne è la prova. Dan Andrei non si pone nessun limite in fase di realizzazione e il risultato è un EP completo, dove club music e creatività si bilanciano perfettamente dando luce a due tracce che sono differenti ma complementari allo stesso tempo. “Prima In Cerc Are EP” contiene, infatti, tutta l’essenza e l’autenticità di [a:rpia:r].

Priku – Bobohalma
Priku “Bobohalma EP”, [a:rpia:r] 10. 2012

Il lavoro di Priku conferma la stabilità e la crescita di un movimento che ormai si è affermato in tutte le sue forme, dalle esibizioni degli artisti che ruotano intorno ad [a:rpia:r] nei club più importanti del continente, al successo di tutte le etichette nate dopo il percorso intrapreso da Pedro, Rhadoo e Raresh. Il grande riscontro che gli eventi Surnise Booking e, in particolare, che il Sunwaves festival sta riscuotendo ne è solo la conferma. Priku continua su questa direzione con una traccia squisitamente house.

Bobohalma” è, infatti, una produzione contaminata dalle sonorità caratteristiche delle uscite precedenti, con l’aggiunta di una bassline funky che strizza l’occhio all’evoluzione che stanno avendo house music e deep house (tutto ciò, avviene proprio all’inizio di quel processo che porterà alla riscoperta da parte di alcuni dj e producer dei classici disco e funk da un lato, ed electro-acid dall’altro). “Bobohalma” ci permette quindi di comprendere come ogni influenza esterna può essere rielaborata ed inserita in modo armonico all’interno di un movimento musicale ben definito nonostante la sua relativa giovinezza.

Petre Inspirescu – Ksses În Plic
Petre Inspirescu “Grădina Onirică”, [a:rpia:r] 12. 2012.

Intorno all’uscita del secondo LP di Petre Inspirescu ci sono aspettative molto alte a causa dell’hype che si è creato intorno all’etichetta. La produzione di un altro disco che si instaura a metà tra la dimensione domestica e il dancefloor, segue e continua quanto iniziato con “Intr-o Seara Organica…”. Meno oscuro e più ballabile del primo album, “Grădina Onirică” è un’opera ricca di virtuosismi e passaggi squisitamente concettuali che Pedro regala al suo pubblico. È un disco che sicuramente non risulta di facile approccio ad un primo ascolto, ma che al tempo stesso esalta la scelta di fondere minimalismo, house music e musica classica dell’autore. In particolare,”Ksses În Plic” è una traccia che ci permette di capire quanto la ricerca sonora di Inspirescu ci conduca verso molteplici direzioni abbracciando, in questo caso, sonorità più acid ed elettroniche.

Raresh – Vivaltu
Raresh “Vivaltu Remixes LP”, [a:rpia:r] 13. 2014

Vivaltu Remixes LP” è un disco che pesa come un macigno all’interno della discografia [a:rpia:r] per diversi motivi. Il primo è il ritorno di una pubblicazione firmata Raresh dopo sette anni. Il secondo è la presenza di remix d’eccezione al suo interno realizzati da Petre Inspirescu, Ricardo Villalobos e Dan Andrei (sotto l’alias di Aloe Văru). Con il terzo invece, entriamo in uno degli ambiti che fino a questo momento non abbiamo ancora toccato nella nostra analisi: gli unreleased. Chi segue molto da vicino le esibizioni degli artisti che gravitano intorno all’etichetta, sa benissimo che una percentuale che va dal 60 all’80% delle tracce che compongono un loro set non è mai stata pubblicata. In alcuni casi le produzioni vengono rilasciate solo successivamente; in molti casi passano diversi anni, in altri non saranno mai stampate. Gli artisti appartenenti al movimento tendono a scambiare i propri lavori con quelli dei propri amici, diffondendoli e utilizzandoli nei propri set ma evitandone la loro pubblicazione per preservare la loro esclusività e poterli proporre senza la preoccupazione che siano già stati suonati o siano già conosciuti dal grande pubblico.

Per questo motivo la stampa di “Vivaltu Remixes LP” è stata accolta con molto entusiasmo dai fan. “Vivaltu” è, infatti, una di quelle produzioni che è stata suonata per anni dagli esponenti della romanian house ma che non è mai stata resa disponibile al pubblico. Il lavoro di Raresh in questo caso è sconvolgente. “Vivaltuè un capolavoro musicale assoluto che esce da tutti gli schemi grazie ad un loop costante ed ipnotico che rasenta i 14 minuti. La sua crescita progressiva e la sua delicatezza denotano una sensibilità artistica straordinaria, unica.

Ricardo Villalobos – Widodo
Ricardo Villalobos “Empirical House LP”, [a:rpia:r] 15. 2017

Empirical House LP” costituisce un altro passaggio fondamentale per la storia della label. Il cileno fino a questo momento appare all’interno della discografia [a:rpia:r] solamente per la realizzazione di due remix, quello di “Delta Trippin'” e quello di “Vivaltu”. Finalmente, dopo 10 anni dalla fondazione della piattaforma, uno dei simboli che ha permesso la crescita, la definizione e l’evoluzione del genere, esce con un LP composto da quattro produzioni firmate esclusivamente da lui. Villalobos è stato infatti uno dei protagonisti occulti che ha permesso la diffusione del collettivo. Senza di lui le cose non sarebbero andate sicuramente in questo modo. Inoltre, nonostante la sua musica si avvicini molto a quella proposta dagli artisti rumeni, la sua personalità è sempre protagonista delle tracce che firma, rendendole automaticamente dei classici sui generis.

Widodo” è un lavoro fantastico che per anni è rimasto unreleased aspettando di vedere la luce su [a:rpia:r] nel momento più opportuno. “Empirical House LP” rappresenta il disco perfetto per essere pubblicato su [a:rpia:r]. Ogni traccia presente al suo interno è coerente con la personalità artistica del suo autore e, contemporaneamente, rispetta ogni parametro del genere e della sua costruzione fino a questo punto. “Empirical House Lp è, infatti, un omaggio di Ricardo Villalobos ad [a:rpia:r], una celebrazione a tutti gli effetti del percorso artistico dell’etichetta.

Dopo aver ripercorso brevemente la crescita di un collettivo che ha canonizzato uno dei generi della musica elettronica più importanti dell’ultimo decennio, non possiamo non analizzare brevemente cosa è venuto dopo l’affermazione della romanian house. [a:rpia:r] ha permesso lo sviluppo di una parte della tech-house che si è voluta distinguere dalla fase di stallo che il genere stava attraversando negli scorsi anni. Etichette come Pressure Traxx, Apollonia, Fuse e il lavoro svolto da Yoyaku e dalle sue sub-labels non possono prescindere completamente dalla romanian house, né tanto meno dal suo cammino. [a:rpia:r] e la romanian house sono stati degli elementi decisivi per la crescita della club music dei tempi più recenti; se così non fosse stato, non avremo potuto apprezzare molte delle performance degli artisti che si esibiscono nelle consolle più prestigiose del mondo.