Nella line up del Tomorrowland 2017 spiccano, tra i nomi meno “consueti”, quelli dei tre componenti del trio dei Belleville Three.
Che riflessione può nascere da questo dettaglio apparentemente di poco conto che coinvolge il Tomorrowland?
La querelle “Underground Resistance vs. Armin van Buuren“, di cui abbiamo fornito un’interpretazione in quest’articolo, ha dimostrato ciò che si sapeva da tempo: la sottile ma persistente faida tra il versante più underground e quello più commerciale della musica elettronica (ci perdonerete i termini fastidiosamente faciloni ma chiari) è più viva che mai.
Inutile negare, infatti, che il reale motivo che ha spinto i sostenitori del collettivo detroitiano a scagliarsi con tanta veemenza contro il dj olandese sia la non-sopportazione della cultura che egli rappresenta. Una cultura ben distante da quella purista e sotterranea portata avanti, tra gli altri, da Underground Resistance. Una cultura che prevede imprescindibilmente il compromesso con i gusti del (grande) pubblico e un contorno di intrattenimenti che non hanno prettamente a che fare con la musica.
Insomma, se fosse stato Jeff Mills a “rubare” quel famoso logo le cose sarebbero andate molto diversamente. Ed è giusto così.
E qual è il simbolo per eccellenza di questo già citato modo sfarzoso di intendere la musica elettronica? Semplice, Tomorrowland. Il festival belga, che si tiene dall’ormai lontano 2005, rappresenta tutto ciò che un purista non può soffrire: centinaia di migliaia di partecipanti, una line up che ruota attorno ai grandi nomi della Big Room, tante luci, fuochi d’artificio e gente saltellante.
Per questi ed altri motivi, il solo sentir nominare il nome di questo celebre festival fa venire a molti l’orticaria. E questo succede nonostante fin dalla primissima edizione siano sempre stati presenti validissimi artisti del panorama Techno e House, tra cui Felix da Housecat, Sasha, Ben Sims, Jeff Mills, Carl Craig, Todd Terry, DJ Rush e molti altri.
Succede che ad oggi, complice anche la presenza di decine di festival orientati verso un genere specifico e più affine ai gusti degli ascoltatori più esigenti e insofferenti, il Tomorrowland e i suoi avventori vengano snobbati e denigrati come non mai. Succede anche che tre signori considerati i fondatori della musica Techno, tali Juan Atkins, Derrick May e Kevin Saunderson, siano stati recentemente annunciati nella line up dell’edizione 2017 del festival. E non solo si esibiranno a sei mani come Belleville Three, ma sarà una delle loro prime apparizioni insieme dal lontano 2010.
Ora immaginiamo di metterci tutti intorno ad un ipotetico tavolo e di ragionare insieme pacatamente e a menti lucide. Chi siamo noi (e per noi intendo tutti coloro che almeno una volta nella vita hanno sentito il bisogno di esprimere il loro giudizio negativo nei confronti del Tomorrowland) per dire che un evento in cui scelgono di esibirsi INSIEME i Belleville Three, i padri di una delle cose che più amiamo musicalmente, sia merda?
Qualcuno potrebbe pensare che tre istituzioni come loro lo facciano per soldi. Qualcun altro potrebbe anche pensare, per assurdo, che lo facciano per qualche misterioso altro fine. Queste già deboli ipotesi, però, risultano trascurabili se si considera che i tre si erano già esibiti al Tomorrowland nel 2009 e che May è stato presente più volte, di cui l’ultima lo scorso anno.
Chiarimento: non stiamo sostenendo che il criticabilissimo Tomorrowland sia il miglior festival in circolazione. Né che Atkins, May, Saunderson e le decine di altri dj di enorme esperienza della scena underground che vi hanno preso parte siano infallibili.
Ma vale veramente la pena continuare a riempirsi la bocca di astio e critiche poco costruttive dal momento in cui tutte le evidenze portano a pensare che si dovrebbe analizzare molto meglio la situazione? Non è forse vero che molti di noi hanno ascoltato e apprezzato i vari Tiësto, Guetta, Hardwell & Co. prima di approdare ad altri lidi? Non può essere che proporre una certa idea di cultura musicale anche in un contesto così “particolare” sia un’idea niente male?
Come al solito, noi non pretendiamo di avere la verità in mano ma riteniamo giusto porvi le domande più adatte a trovare una vostra chiave d’interpretazione. Specialmente per quanto riguarda argomenti tanto complessi e sensibili.
Nel frattempo vi lasciamo ad un frammento del set di Jeff Mills con TR-909 al Tomorrowland 2010: