L’audiofilia estrema si sa non ha limiti , cavi da 1000 euro al metro, cuffie da oltre 50.000 euro, amplificatori dai prezzi simili a quelli di autovetture di alta fascia. E poi casse, tweeter in Berillio. Giradischi esoterici.
Al di là dell’audiofilia, uno dei più grandi ostacoli alla riproduzione perfetta però è il flusso di corrente elettrica domestico. Ovvero la corrente che prendiamo dalla presa elettrica di casa nostra non è mai così perfetta come dovrebbe. Anzi, in molti casi è molto “rumorosa”, oscilla tantissimo (in Italia il valore ufficiale di rete è 230v 50hz ma è quasi impossibile trovare questi valori perfetti nel tempo) e quindi indebolisce le caratteristiche tecniche esoteriche degli apparati audio hi-end da migliaia di euro.
Di soluzioni più o meno valide basate su filtri e accumulatori ce ne sono ma quella più estrema e bizzarra è stata adottata da un avvocato giapponese 82 enne Takeo Morita, che per 10.000 dollari si è fatto installare un palo della corrente privato nel giardino di casa in grado di fornire energia elettrica “pura” per alimentare i suoi amplificatori americani da 60 mila dollari e delle preziosissime casse anni 60 provenienti da un teatro tedesco.
Il sig. Morita ha argomentato in questo modo la sua scelta “ per un impianto l’audio l’elettricità è come il sangue: se è contaminato, si ammala tutto il corpo. Non importa quanto sia costosa la tua strumentazione, non funzionerà mai bene se il suo ‘sangue’ non è puro”
L’82enne avvocato sostiene che adesso i suoi ascolti sono migliorati sensibilmente soprattutto nella resa delle frequenze relative alle voci, il test è stato effettuato con un disco dei Queen che, a detta del diretto interessato, sembravano cantare realmente nella sua stanza.
I motivi per cui la corrente elettrica soffre di questi problemi sono diversi, in prima battuta perchè sullo stesso palo sono collegate diverse abitazioni e ognuna di queste utilizza carichi domestici come forni, lavatrici ecc che per la loro natura causano problemi di interferenza. I primi audiofili che sostenevano questa tesi hanno dedotto questa teoria dal momento in cui di notte (momento in cui le utenze domestiche sono praticamente nulle) i loro dischi suonavano molto meglio che durante il giorno.
Alessandro Cocco