fbpx

Ecco a voi il racconto di un nostro lettore che ha voluto raccontarci le sue emozioni vivendo uno dei festival più belli di sempre: AWAKENINGS.

”Tutte le cose che sono veramente grandi a prima vista sembrano impossibili”, così scrisse Friedrich Nietzsche. Già, sembra impossibile come un gruppo di persone siano riuscite da 0 a tirare su qualcosa come l’Awakenings e portarlo sul podio dei più bei Festival d’Europa. La prima edizione risale al 25 Agosto del 2001 presentando subito gente come Surgeon, Ben Sims, Miss Djax, Dj Rush, Chris Liebing, Samuel L. Session, Kenny Larkin, Speedy J, Adam Beyer e molti altri, incredibile come da 3 stage siano arrivati a 8 come nell’ultima edizione la loro è una costante evoluzione, un progresso continuo per migliorarsi ogni anno.

Scrivere dell’ultima edizione dell’Awakenings Festival non è facile, ho mille ricordi, mille fotogrammi stampati nella mia testa e tanti momenti indimenticabili, tutti e 2 i giorni sono stati fantastici e tutti e 2 di enorme qualità e di una organizzazione impeccabile e precisa in ogni minimo dettaglio (a parte qualche piccolo errore tecnico il primo giorno, ma ci può stare) con impianti audio da far rizzare i capelli e far venire la pelle d’oca. Ma il bello dell’Awakenings non sono i soliti nomi ”mainstream” perchè a differenza degli altri festival loro danno più spazio ai dj emergenti, quelli meno gettonati ma che saranno i futuri big della scena techno e sono proprio loro quelli da ascoltare quelli che in queste occasioni danno il meglio di se e questo gli olandesi lo sanno molto bene.

Quello che rende unico e speciale questo festival però non sono soltanto gli artisti che propongono, ma la gente! Ordinati, precisi, tutti allegri e tutti sorridenti e se non sorridi o sei troppo serio loro con un semplice gesto ti fanno capire che devi farlo anche tu (esperienza personale), nessuno che si ammassa in fila, nessuno che spinge, nessuno che guarda male, nessuno dai modi molesti, nessuno che si incazza per un piede pestato, una spallata o addirittura una birra versata sulla propria maglietta perdonano tutto con un semplice ”scusa”, una parola poco usata dalle nostre parti e anche poco compresa, insomma si respira vera aria di festa e basta!

Sono un popolo da prendere come esempio, come è da prendere come esempio la loro club culture, il modo di divertirsi energicamente ma senza disturbare nessuno, ma soprattutto è da prendere come esempio persone di 40, 50, 60 anni andare ad un festival techno e ballare più dei giovani! E’ stato fantastico vedere diverse generazioni ballare e divertirsi assieme, è proprio vero non si è mai troppo vecchi per ascoltare la techno come è vero che la musica unisce tutti quanti facendo battere i cuori all’unisono e non lo dico tanto per dire.

Solo chi ha vissuto sulla propria pelle un’esperienza del genere può capirmi è una di quelle esperienze che tutti dovrebbero fare per aprire la propria mente, per capire come ci si deve comportare in certi contesti e per capire il vero significato della parola CIVILTA‘. Purtroppo in Italia non avremo mai nulla del genere, ma spero un giorno di rimangiarmi queste parole.”

Grazie Hermes Weißbräu.