GIORNO 1
09 Agosto 2014 ore 02.00 AM
Tre amici della provincia di Padova sono in partenza per il Barrakud festival nell’isola di Pag (HR). Il viaggio inizia in maniera del tutto tranquilla, siamo carichi ma abbiamo ancora in corpo le fatiche dei nostri rispettivi lavori. Proseguiamo spediti per l’A4 Milano-Venezia fino all’altezza di Quarto d’Altino dove già troviamo i primi incolonnamenti (ci diciamo che tutto sommato era prevedibile) così decidiamo di uscire proseguendo x la SS Triestina fino a Trieste e la scelta ci premia.
SS Triestina completamente vuota.
Facciamo una breve sosta nella stazione di servizio di Duino (al collasso) per prendere la vignetta slovena e ripartiamo superando la frontiera slovena senza alcun problema, ma poi….poi il PANICO! Siamo già bloccati, una colonna interminabile si estende per un’infinità di chilometri. Percorriamo tutto il tragitto a passo di lumaca (a passo d’uomo sarebbe già stata una piccola conquista) fino al punto dove dobbiamo prendere il traghetto per l’isola di Pag: colonna anche qui.
Bene, dopo dodici ore di strada per percorrere 420 Km di cui 100 in colonna arriviamo nel nostro appartamento a Novalja (periferia) esausti. Andiamo a fare un po di spesa, cambiamo i soldi e mangiamo.
Questa sera ci aspetta il party d’apertura al Kalypso Club in Zrce: HUNTER / GAME – NICK MONACO – PISETZKY – ALESSIO LERMA – LEMON.
Ci mettiamo a dormire puntando la sveglia a mazzanotte in punto: CAZZO, ci svegliamo alle nove di mattina e la prima serata è andata in fumo.
GIORNO 2
Dobbiamo recuperare in fretta la serata precedente passata a dormire.
Cocoon after beach party al Papaya: ILARIO ALICANTE – CHRIS TIETJEN – ALESSIO LERMA.
Una marea di gente al Papaya (consolle in zona piscina), Ilario ha saputo creare un’atmosfera incredibile e tutti lo seguivano a ritmo. Techno non troppo battuta giusta per un after beach party.
Ci spostiamo all’Aquarius e li la storia cambia (in peggio), la solita e odiata EDM: gente ubriaca, spintoni e tanti altri luoghi comuni. Meglio tornare da Ilario, non c’è storia!! Si balla, ci si diverte e si riesce a scambiare quattro chiacchiere sensate con chi ci sta attorno.
Ritorniamo in appartamento verso le 20, dobbiamo riprenderci per bene: stasera c’è SVEN VATH sempre al Papaya.
Beh che dire, Papa Sven rimane sempre Papa Sven. Quando viene in Italia sembra che i dischi migliori li lasci chiusi in cassaforte per paura che vengano rubati (ovvio, siamo in Italia). Quando suona all’estero sa dare sfogo a tutta la sua creatività, sfumature di Techno strabilianti, melodie e bassi si forgiano alla perfezione dando vita ad un ritmo che non ha eguali.
GIORNO 3
Non c’è niente da fare, si decide che per vivere appieno le serate senza crollare alle 4 del mattino sia meglio sacrificare gli after beach party passando le mattine a letto e i pomeriggi in spiaggia (a 20 metri dal nostro appartamento) in assoluto relax. Mi sembra un’idea intelligente.
SCI+TEC party al Kalypso (con after): DUBFIRE – CARLO LIO – SHADED live – APPARELL – GIANMARCO ORSINI – MISS SUNSHINE. Hosted by: Hund e Zu:Bar
Dubfire ha fatto un set da paura, tracce mostruose e ritmi ridondanti che ti entrano nella testa e non se ne vanno più. Se ancora ci penso non riesco a credere e a descrivere le emozioni che ho provato, si è trattato di un trip pazzesco pieno di luci, colori e suoni. Una cosa mai provata prima, proprio quella cosa che ti accompagna in after senza rendertene conto. Quando tutto finisce ti chiedi dove sei e se stavi sognando. Per quanto riguardo l’after mi dispiace ma va vissuto e non raccontanto, voi lo sapete anche meglio di me.
GIORNO 4
Il main-event del Barrakud Festival (almeno per me): PAUL KALKBRENNER
PK night al Papaya: PAUL KALKBRENNER – PHILIPP & COLE – GIANMARCO ORSINI – WHITE BROTHERS. Hosted by: Fragola e Zu:Bar
Per descrivere questa serata non saprei nemmeno da dove iniziare. Era il dj che aspettavo da una vita, uno dei motivi principali per cui sono andato al Barrakud. Consolle apposita solo per lui, entra con la maglietta della Germania (prevedibile) e la folla esplode (penso che il Papaya sia andato sold-out). Coinvolge il pubblico non solo con le sue tracce, ad ogni singola espressione o gesto la gente va in estasi. Impianto audio e luci da paura, solo il Papaya poteva ospitare un evento così importante. In pista c’è un caldo pazzesco, i ragazzi si aggrappano perfino alle palme e in qualsiasi altro appiglio favorevole: tutti lo vogliono guardare in faccia mentre suona. Io sono riuscito a raggiungere le transenne che delimitavano il palco dopo mezz’ora partendo dalla fine della pista. Ha fatto un mix di tutte le sue tracce, comprese quelle del film Berlin Calling, e ogni volta che i bassi attaccavano le emozioni andavano a sprecarsi. Come ho scritto nel mio profilo facebook, nessun altro dj saprà regalarmi una serata così. Peccato solo che abbia finito alle 4.30
GIORNO 5
Per noi ci aspetta l’ultimo party del Barrakud (all’indomani si partiva per la via del ritorno).
Circoloco Night al Kalypso (con after): ART DEPARTMENT – ELLEN ALLIEN – MANO LE TOUGH – ANDREW GRANT – BORIS WERNER – MASSIMILIANO TROIANI
Mi dispiace dirlo ma questa è stata la serata che mi ha meno entusiasmato, vuoi per il genere di techno che a me non prende o vuoi che Kalkbrenner non ha lasciato possibilità di replica ma l’ho passata in maniera molto soft. Tutta la serata in fase di decompressione ascoltandomi Mano le Tough e l’intro di Kenny Glasgow degli Art Department. Be signori, nonostante tutto quello che ho appena detto qui sopra, Kenny ha fatto un intro veramente da pelle d’oca. Purtroppo sono andato via prima dell’after perdendomi Ellen Allien.
GIORNO 6
Il giorno della partenza è arrivato, il tempo non è dei migliori come a rispecchiare il nostro stato d’animo ma come dico io: non ci sono ferie senza lavoro. Facciamo le valigie, saliamo in macchina e partiamo consci di aver vissuto un’esperienza davvero unica.
CONCLUSIONI
Il Barrakud festival è stato davvero ben organizzato, complimenti. Con il braccialetto della standard experience avevi accesso a tutti i party firmati Barrakud a soli 125 Euro mentre per gli alloggi ci siamo arrangiati noi. Ottima l’agenzia online e il sito internet e ottimi i ragazzi dello staff presente nell’isola. Non pensavo di tornare a casa così soddisfatto.
Per quanto riguarda i club, Papaya sopra di tutti sotto ogni punto di vista. Altrettanto bello anche il Kalypso ma con un impianto audio non all’altezza. Per l’Aquarius lasciamo perdere, bello solo da vedere in cartolina.
Maggioranza di ragazzi/e italiani e tedeschi (e noi ci facciamo sempre riconoscere, povera Italia).
Prezzi alla portata di tutti, basta non esagerare.
Ho letto alcune lamentele per la troppa gente al Papaya con Kalkbrenner, gente che è stata “obbligata” a pagare per entrare nell’aria vip per poter respirare, ecc. ecc. Io sono del parere che un clubber sta bene soltanto sottocassa, se sei un fighetto da EDM che volevi sentire Kalkbrenner solo perché ha fatto un film eri nel posto sbagliato. I luoghi per stare comodi nei divanetti con il calice in mano sono altri e io sono contento di evitarli ogni volta che posso.
Ivan Scavazza