Quella tra Dino Angioletti e Fabrizio Maurizi, in arte Bassa Clan, è un’amicizia che dura da tantissimi anni, molti dei quali trascorsi a stretto contatto con la musica che pianta le sue radici negli anni della Detroit anni ’80.
Bassa Clan è un progetto nato nella bassa bolognese (da cui il nome Bassa Clan), che ha permesso di unire due artisti che sono immersi da sempre nel mondo dell’underground music bolognese e non solo.
Dino Angioletti è membro dei PastaBoys, crew composta da Dino Angioletti, Cristiano Rinaldi (DJ Uovo) e Davide Santandrea (DJ Rame), trio che da vent’anni spingono Bologna al centro del clubbing italiano e fondatori inoltre nel 2000 dell’etichetta discografica “Manocalda“.
Cresciuto tra le mura del “Kinki”, locale aperto nel 1958 col nome “Whisky a go-go” e trasformatosi in “Kinki” intorno alla metà degli anni ’70, la location sotto le torri della città è considerato un club di culto e sacrale, spazio che ha ospitato tutta la Bologna più eclettica e creativa e per questo considerato da tutti come “il centro del mondo” dell’anticonformismo emiliano; tappa obbligatoria di tutti i migliori DJ della scena elettronica degli anni novanta.
L’altra metà del progetto invece è composta da Fabrizio Maurizi, artista nel roster della label “Minus” (M-nus), etichetta berlinese fondata da Richie Hawtin nel 1998 e fondatore insieme al parigino Idriss D dell’etichetta “Memento”, label nata nel 2006 con base a Bologna e che ha rilasciato per Ilario Alicante, Luciano, Todd Bodine e molti altri. Appassionato di techno e pianoforte, le sue produzioni risultano da sempre molto particolari, in grado di esplorare i lati più oscuri della minimal e della techno; la sua traccia “Ok, Switch On” è stata inserita tra le migliori nella personale chart di Richie Hawtin.
Con un bagaglio culturale monumentale, i Bassa Clan hanno il pregio raro di riuscire a trasmettere le stesse vibrazione positive che hanno accumulato nella loro lunga carriera artistica, riuscendo ad unire alle loro produzioni Techno, Deep e House, tutto l’amore per quel passato che li ha formati e visti crescere; mescolando l’anima atavica e attaccata ai ricordi, alle melodie più innovative e creativamente fluide della scena dance-floor moderna.
Vi lasciamo a questa interessante intervista, realizzata insieme ai ragazzi del party Minù, del Circolo degli Illuminati di Roma.
Stefano Grossi