Quando la politica incontra la night economy.
Georg Koessler deputato di Alleanza 90/I Verdi difende la night economy e dichiara che la scena elettronica ha dato tanto a Berlino ed ora verrà in suo soccorso l’amministrazione. Il denaro dei contribuenti, che fungerà da raccordo tra techno e politica per la prima volta, dovrà alleviare i problemi tra club e cittadini. La convivenza tra questi ultimi infatti è una delle principali questioni da risolvere.
Negli anni ’90 i club erano sorti in zone piuttosto desolate nei dintorni di Berlino. Oggi sono diventate la periferia della città che non riesce più a sopportare i rumori dei potenti impianti audio e dell’euforia dei visitatori. Giovedì alle 23:00 il parlamento di Berlino dovrà approvare il rilascio di circa 1 milione di euro per: aiutare a isolare acusticamente i club, assumere personale per calmare gli animi del pubblico e installare barriere anti-rumore nelle aree esterne.
L’incontro tra techno e politica è stata reso possibile anche grazie alla Commissione Club, una lobby che fa gli interessi dei locali e della night economy. Lutz Leichsenring, rappresentante della commissione, afferma che offerta e domanda non mancano. Il problema dei club è la gentrificazione e le denunce che ne conseguono.La commissione teme che Berlino possa perdere la sua immagine “underground“.
“Coltivare l’arte comporta dei rischi per i club”
dichiara Leichsenring. Senza la sicurezza economica per sperimentare, le notti di Berlino potrebbero scomparire. 120 club hanno già chiuso dal 2011 e oggi se ne contano circa 500 per i 3,5 milioni di cittadini ed i 12,6 milioni di turisti stimati solo nel 2016 per le notti della movida.
Da noi cosa succede invece? La nostra Commissione Club è la Silb, ovvero, associazione delle imprese di intrattenimento. Maurizio Pasca il presidente, dichiara:
“La crisi riguarda le discoteche non il ballo”
Anche da noi perciò i club sono in difficoltà, con le dovute differenze tra qualità, investimenti e cultura avanguardistica. Ad andare per la maggiore infatti sono gli eventi one night, discopub, circoli e live club, fatturando complessivamente 70 miliardi di euro all’anno. La mancanza di controlli ha favorito l’abusivismo e la qualità e unicità dell’evento rimane l’unico appiglio da cui ripartire.
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