Snobbato dai più puristi ed acclamato dalle masse di tutto il mondo. Ripercorriamo insieme la storia di Boris Brejcha, un artista che ha saputo imporre il suo stile unico arrivando ad essere uno dei più popolari produttori del pianeta portando avanti la sua visione di nuova musica elettronica intelligente.
Premessa
Molti possono catalogare Boris Brejcha come un nuovo fenomeno di massa sulla falsa riga di David Guetta o Tiësto, il che potrebbe anche più o meno starci in termini di varietà di audience e popolarità dell’artista. Altri, tra i più puristi che ascoltano musica elettronica, tendono semplicemente a snobbare determinati artisti una volta che diventano mainstream, fatta eccezione per alcuni mostri sacri. La mia intenzione con questo articolo è quella di cercare di focalizzare l’attenzione sul suo percorso, la sua perseveranza, le skills e la volontà di rompere gli schemi per arrivare all’obiettivo: divulgare qualcosa di proprio e innovativo. Poi può piacere o meno, d’altronde i gusti sono gusti, come mi ricorda sempre il mio cane al ritorno dalla sua passeggiata.
Ciò premesso, Boris Brejcha nasce nel 1981 a Ludwigshafen am Rhein, cittadina nei pressi di Mannheim nella Renania. Per ripercorrere la storia dell’artista tedesco, dobbiamo partire però da un fatto tragico che ha segnato la sua infanzia, ma che ha anche influenzato la sua vita facendolo arrivare dove si trova oggi.
L’incidente
All’età di sei anni, il 28 agosto del 1988, Boris si reca con la sua famiglia nella base NATO di Ramstein per assistere all’Aishow Flutag ‘88, evento a cui parteciparono più di 200.000 spettatori. Quel giorno per l’occasione si esibivano le pattuglie aeree acrobatiche di diverse nazioni, tra le quali anche le italiane Frecce Tricolori. Fu proprio durante l’inizio della performance della pattuglia acrobatica italiana che avvenne la tragedia. Tre velivoli dello stormo entrarono in collisione tra di loro, due precipitarono sulla pista, mentre il terzo si abbatté sulla folla causando 67 vittime e 346 feriti tra i quali anche Boris che riportò ustioni alla testa. A seguito dell’accaduto la Germania ha adottato nuove regolamentazioni in materia di sicurezza in ambito di spettacoli acrobatici, impedendo al pubblico di sostare nell’area delle evoluzioni.
L’emarginazione e l’approccio al mondo della musica
Dopo sei mesi di ricovero, Boris viene dimesso dall’ospedale, ma ovviamente i segni dell’accaduto erano decisamente evidenti. Possiamo immaginare l’ingenua cattiveria che contraddistingue i bambini delle scuole elementari, ricordo per fare un esempio, che all’epoca ogni anno usciva un episodio della collana horror Nightmare. Di fatto Boris si ritrova a passare molto del suo tempo libero da solo, emarginato dai suoi coetanei. Ai tempi, suo padre suonava la batteria in un gruppo musicale mentre sua sorella di un anno più grande, suonava la tastiera. Entrambi gli trasmisero le loro nozioni musicali, questo per lui fu una vera e propria terapia dove la musica andava a colmare il vuoto lasciato dalla mancanza di amici. Prima dei 10 anni di età Boris componeva la sua musica al computer utilizzando la prima versione in commercio di Cubase, famoso software semplice ed intuitivo per la creazione ed editing di tracce musicali arrivato oggi alla versione numero 11.
La musica elettronica
Il primo incontro con la musica elettronica avviene a 16 anni, quando un suo compagno di classe gli fa ascoltare un cd hardcore della label olandese Thunderdome.
Durante la sua adolescenza, Boris ascolta artisti trance come Armin van Buuren e Paul van Dyk. Inizia anche lui a produrre questo stile musicale affascinato dalle melodie versatili che può adottare in base al suo preciso stato d’umore nel momento in cui si ritrova davanti al PC per comporre.
Finiti gli studi trova un lavoro part time presso una compagnia telefonica, e finito il suo turno di 4 ore, spende tutto il resto della giornata a produrre musica. Una vera e propria ossessione che lo fa vivere per diversi anni in completa povertà, ma nonostante le scarse entrate, ricorda quel periodo in maniera positiva perché faceva ciò che di più desiderava al mondo. Nel 2006 si approccia alla musica minimal che era in grande espansione in quei tempi. Da qui ha inizio la sua carriera musicale.
Mi sento di dover dividere la carriera di Boris in due fasi, e per chi ancora non lo conosce, capirà presto il perché.
Personalmente (semmai a qualcuno interessasse la mia opinione) preferisco di gran lunga la prima fase, inoltre non mi entusiasmano molto i dj che suonano esclusivamente le proprie tracce durante le loro live performance. Ma a quelli gli chiedono di ritornare a produrre minimal tech del passato, in occasione di un intervista per ADAM Audio, Boris spiega che ciò è impossibile in quanto il suo processo produttivo è strettamente emotivo, per tanto quel genere fa parte di un periodo speciale della sua vita passata che non potrà più tornare.
La carriera artistica – fase 1
Arriviamo quindi al momento in cui Brejcha inizia veramente a guadagnarsi da vivere con la sua passione di una vita. A fine 2006 manda la sua prima demo ad un’etichetta berlinese e due mesi dopo pubblica il suo primo EP “Monster” per Autist, label di Berlino fondata nel 1998 da Ferri Borbás alias M_Ferri.
Ma è nel 2007 che Boris Brejcha si fa conoscere al grande pubblico rilasciando “Lost memories” su etichetta Harthouse, label di Mannheim fondata da un tale Sven Väth, per la quale hanno pubblicato artisti come Gui Boratto, Matador, Steve Lawler e Zoo Brazil.
Dicevamo che il 2007 è l’anno della consacrazione di Boris come producer, da subito la sua musica suona anche nei club d’oltre oceano, soprattutto in Sud America. Fu contattato proprio da un promoter brasiliano che lo richiedeva per suonare ad un party in Brasile che si sarebbe tenuto verso la fine di quell’anno. Quella sarebbe stata la prima esibizione come dj per Brejcha che ai tempi era conosciuto anche con lo pseudonimo di ANNA. In quell’occasione Boris pensò di doversi distinguere e trovare un modo per farsi riconoscere. Fu così che si presentò on stage con la maschera che da sempre lo accompagna nelle sue performance. Rientrato in Germania dovette ritornare quasi subito in Sud America perché lo stesso promoter gli aveva organizzato il suo primo tour lungo tutto il continente.
La rottura con le label
Dal 2007 al 2014 continua a lavorare per Harthouse e Autist, pubblicando svariati Ep e album tra i quali “My Name Is” e “Feuerfalter”. Ma i suoi lavori iniziano ad essere caratterizzati dalle sue influenze musicali primordiali, fuori dai canoni della musica minimal tech-house. Ne è un esempio proprio “Feuerfalter”, dove la contaminazione con la musica trance è molto evidente. Questo suo nuovo stile non convince la label di Mannheim che chiede a Boris di ritornare sui suoi passi e continuare a produrre l’ottima minimal che lo ha portato ai risultati raggiunti fino a quel momento. Brejcha aveva una visione ben precisa in mente e di tutta risposta salutò l’etichetta e creò contemporaneamente la sua label ed un nuovo genere musicale.
La carriera artistica – fase 2
Archiviata l’esperienza con le due etichette tedesche, Boris fonda con i suoi migliori amici Ann Clue e Deniz Bul l’etichetta Fcking Serius nel 2015. Da subito vengono rilasciati diversi Ep, come “S.P.A.C.E.” e “Young & Stupid”, quest’ultimo in collaborazione con Ann Clue.
Il primo LP di Boris Brejcha con la sua nuova label è “22”, un disco di ventidue tracce che viene rilasciato nel 2016, e di cui fa parte anche il brano “Moondancer” che registra più di 8 milioni di streaming su Spotify.
Avendo finalmente piena libertà di espressione, in questa fase Boris Brejcha, continua ad evolvere un suo nuovo genere musicale definito Hi-Tech minimal. Un connubio principalmente tra techno minimal e trance in aggiunta al suo tocco personale, caratterizzato da base-line predominanti e melodie a tratti così morbide da sembrare tangibili. I suoni di Stephan Bodzin e Oliver Huntemann hanno inizialmente ispirato Boris nella creazione di questo suo marchio di fabbrica.
Nel 2016 pubblica anche “Dj Mixes Single Tracks”, un longplayer natalizio delle sue tracce non ancora pubblicate dei quattro anni precedenti.
Nel 2020 invece esce il suo disco dei record “Space Diver” pubblicato dall’americana Ultra
Le performance live
Dall’inizio della sua carriera da dj, Boris Brejcha ha suonato in quasi tutti i più importanti festivals del pianta. Parliamo di I Love Techno, Awakenings, Earth Frequency , Exit, Sea You Festival, Kappa Future Festival, Tomorroland, DGTL, Ikarus e tanti altri ancora.
Nel 2016 in occasione dell’Andhim & Superfriends si esibisce per il secondo anno consecutivo all’ADE di Amsterdam. Personalmente, anche se si trattava di una small venue fu una serata memorabile con ottima musica, peccato aver trovato solo questo piccolo estratto da poter condividere con voi.
Nel 2017 partecipa al primo dei suoi live act in streaming per il promoter francese e label Cercle al Château de Fontainebleau. Il video dello spettacolo trasmesso in diretta su youtube registra oltre 30 milioni di visualizzazioni. In quell’occasione le prime 10 tracce suonate da Brejcha sono tutte inedite. Alcune verranno pubblicate tre anni più tardi nel suo disco “Space Diver”; altre tracce invece come “Black Unicorn” restano ancora oggi inedite.
Proprio come fanno le vere rock-star, nel 2018 oganizza un bus-tour in europa insieme ad Ann Clue, Deniz Bul ed il duo Theydream. Mentre lo scorso anno durante il periodo post lock-down, vista l’impossibilità ad esibirsi normalmente, si inventa dei live show drive-in dove suona on stage, ma trasmettendo l’audio del suo spettacolo su una frequenza FM dedicata, sulla quale si possono sintonizzare le autoradio dei veicoli degli spettatori.
La produzione della sua musica
Come avevamo raccontato all’inizio dell’articolo, il suono di Brejcha è creato esclusivamente al computer tramite il softwere Cubase. Si serve di controller come un Akai MAX49 per produrre le melodie che compone in modo classico. Mentre a livello di VST e Plug-in,per creare l’unicità del suo sound utilizza: Omnisphere della Spectrasonic per quanto riguarda i synth; Trillian sempre della stessa casa per la produzione dei bassi, l’intera suite FabFilter per l’equalizzazione del suono ed effetti; ed infine Nexus della reFx.
La Fcking Serious family
Come piace definirla anche a Boris Brejcha, la sua label e booking agency, è come una piccola famiglia che lavora a stretto contatto con i suoi artisti dando loro tutti gli strumenti per elevare la loro creatività. Il genere musicale di riferimento è quello della minimal-tech. Ad oggi i suoi componenti sono Ann CLue, Boris Brejcha, Deniz Bul, Moriz Hofbauer ed il duo Theydream.
Ultimamente anche l’ottima Giorgia Angiuli ha collaborato con Fckng Serious. L’artista pugliese, infatti ha remixato insieme al dj italiano Squ4re il nuovo brano di Ann Clue “Fallin”.