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Il Brancaleone rischia di chiudere, con esso potrebbe scomparire un pezzo importante dell’arte capitolina. Scopriamo insieme il perché..

Erano gli inizi degli anni 90 quando il Brancaleone apre le sue porte alla scena Capitolina, iniziando così, un’incredibile storia che oggi potrebbe volgere al termine definitivamente.

Anche al tempo, fu una lotta estenuante contro le autorità che come spesso accade, tendono a guardare questi luoghi con un po’ di pregiudizio. Il Branca era uno spazio sociale, in cui artisti ma anche cultori e appassionati, potevano ritrovarsi per condividere insieme qualcosa di magico.

Nel 1996 arrivarono le tanto attese concessioni amministrative, da lì poi sono susseguiti 20 anni d’oro in cui il Branca fungeva da vero e proprio punto di riferimento per la cultura underground romana.

Ne sono passati di grandi artisti sotto quell’ingresso, da Dave Clarke, Len Faki fino ad ospitare pionieri della scena techno romana come Max Durante e Lory D. Ma a rendere speciale questo luogo sono stati anche i suoi frequentatori. Ricordiamo una certa vicinanza al centro sociale, manifestata anche da volti noti come il fumettista ZeroCalcare, Valerio Mastandrea e Achille Lauro.

Brancaleone
Brancaleone

Insomma, dagli anni 90 fino al 2016, il Branca ha rappresentato il centro nevralgico culturale della città. Muovendosi con la massima attenzione in un contesto in cui iniziava a crescere il concetto di musica = business. Il centro sociale non ha mai pensato al business, è stato solo un luogo quasi di culto, in cui anche gli stessi artisti si sentivano tutelati e liberi di esprimersi.

Come ogni centro sociale il Brancaleone è stato anche un risorsa indispensabile per la gente comune, che utilizzava i suoi spazi per studiare, per riflettere e per far crescere la propria creatività.

Perché rischia di chiudere?

Se il Brancaleone è un luogo così magico, ricco di cultura, solidarietà e amore per la musica, perché rischia di chiudere i battenti? La storia del Brancaleone è simile a quella di molti centri sociali italiani. Per le istituzioni il buon senso e gli scopi nobili non bastano. Nel 2016 il Branca è andato in contro alle prime criticità, quando al momento della revoca delle concessioni amministrative, lo stabile è stato sequestrato e il locale accusato di morosità.

Ma la battaglia del Branca era solo all’inizio. Nel marzo del 2017 Il tribunale predispone il dissequestro dello stabile, nonostante le ulteriori accuse di occupazione e furto d’energia (un po’ come accadde anche per Il Tempio del Futuro Perduto di Milano).  

Nonostante la sentenza positiva, l’Associazione Spazio Autogestito ha dovuto attendere ben 2 anni per ottenere nuovamente le chiavi dello stabile. I tempi burocratici lunghi e macchinosi non hanno di certo aiutato la situazione e ricordiamo che era il 2019, anno che poi ha preceduto la pandemia del Coronavirus.

Brancaleone

Nel dettaglio, anche se la situazione sembrava quasi risolta, c’erano alcune accuse che ancora pendevano nei confronti del Branca, tra queste c’era la morosità mai quantificata e alcuni abusi edilizi realizzati all’interno dello stabile.

Proprio a causa di queste accuse, il Brancaleone rischia di chiudere i battenti e stavolta per sempre. Ciò che fa rabbia è il fatto che per risorgere dalle proprie ceneri, ci sono volute risorse economiche e tanto impegno, sforzi che verranno vanificati se le accuse verranno confermate.

Tutti in piazza per salvare il Branca

Tra i sostenitori del Brancaleone fortunatamente c’è anche l’assessore alla Cultura del Municipio III, Luca Blasi che precisa:

“Non si può porre fine alla storia di uno spazio che ha dato e continua a dare molto alla cultura di Roma. Il Comune deve fare uno studio approfondito della faccenda e sanare le questioni pendenti. È vero che il Brancaleone presenta delle morosità, mai effettivamente quantificate, e delle criticità tecniche, ma è altrettanto vero che per la concessione ottenuta ha sempre pagato versando nelle casse comunali cifre molto importanti” 

Luca Blasi – RomaToday
Branca

Ma anche Erica Battaglia, presidente della commissione Cultura di Roma Capitale ha espresso il suo sostegno al centro sociale:

“Esprimo pieno sostegno al Brancaleone, lo storico centro sociale di via Levanna che rischia di subire l’ennesimo attacco. Si ascolti l’appello di questo importante centro di aggregazione culturale, portato avanti grazie al lavoro volontario degli attivisti, e si trovino con coraggio soluzioni per il futuro. Il territorio di Montesacro non può privarsi di uno spazio così, aperto a tutte le associazioni e i gruppi informali del quartiere con centinaia di eventi culturali e sociali”.

Erica Battaglia – RomaToday

L’Associazione Spazio Autogestito non sembra quindi essere sola in questa estenuante battaglia. Non a caso, per domani 5 aprile è previsto un corteo a sostegno del centro sociale che partirà proprio dal cuore della Capitale.

E tu ci sarai per sostenere il Brancaleone? Faccelo sapere con un commento!