Il producer ha decisamente segnato e rivoluzionato il significato di dubstep, con le sue ambientazioni sonore oscure, ritmiche, malate ma dettagliate ed immersive. Ma Burial ha guadagnato la sua fama anche grazie all’elusività del suo personaggio: non esegue live o dj set, non ha profili Facebook o similari su cui seguirlo, non è rintracciabile in alcun modo. E’ una sorta di fantasma insomma.
Questa “sepoltura” nei meandri dell’oscurità mediatica, totalmente autoimposta, l’ha reso anche soggetto a molte parodie, come lo sketch di James Blake (che imita il producer in una intervista fasulla su Bbc Radio), e rumours che lo coinvolgono: molti credono che Burial sia in realtà un alias utilizzato da altri artisti, come Fatboy Slim, Aphex Twin o addirittura Four Tet.
Se vi è capitato di ascoltare uno degli ultimi live set romani di Kieran Hebden avrete sicuramente sentito la folla ripetere “Burial! Burial! Burial!” appena prima della sua performance.
L’ultimo di questi rumours ha scatenato vari retweet ed una smentita ufficiale: all’Unsound Festival in Polonia un DJ ha suonato quello che sembrava essere materiale inedito di Burial e molti dei presenti hanno facilmente creduto che fosse lui.
Kode9 e la Hyperdub Recordings hanno già smentito il tutto. In ogni caso Mr. Bevan avrà pure il diritto di farsi una suonatina ogni tanto…
Mirno Cocozza