C2C Festival 2024 è connessione, autenticità e raggiunge 41 mila partecipanti, con il 33% provenienti dall’estero, superando le edizioni precedenti.
Esiste un “prima” e un “dopo” per il C2C. Già nella fase pre-pandemica, il festival si distingueva per ospiti di rilievo come Aphex Twin e James Blake, attirando un pubblico sempre più attento ai paradigmi dell’avant-pop. Dopo il COVID, in particolare con l’edizione del ventesimo anniversario, il C2C ha ampliato la sua visione, rendendosi più accessibile, avvicinandosi alle nuove aspettative del pubblico. Senza mai diventare troppo mainstream.
Nel 2022, il festival (ex Club to Club) celebra vent’anni con una line-up di spessore – BICEP, Caribou, Arca, Kode9, Jockstrap e altri – in linea con l’immaginario creato negli ultimi 2010. L’anno successivo, invece, sorprende con headliner provenienti da scenari lontani dall’elettronica pura, includendo artisti come Caroline Polachek, Yves Tumor e King Krule. Grandi nomi che hanno permesso al C2C di attirare anche chi normalmente non vive di synth, bassline potenti e sperimentazioni atmosferiche.
Quest’anno, tornano sul palco BICEP, Arca, Kode9 e Romy, riconfermando il legame con l’edizione 2022 e l’estetica che il C2C ha costruito nel tempo. L’evento, che si è svolto dal 31 ottobre al 3 novembre, ha raggiunto numeri record: 41.000 partecipanti, di cui il 33% internazionali, consolidando il C2C come appuntamento imperdibile nella scena musicale, anche secondo testate come Pitchfork.
A tal proposito, si è espresso il Fondatore e Direttore Artistico di C2C Festival, Sergio Ricciardone:
«È stata un’edizione intensa che, in linea con lo scorso anno, ha proseguito il percorso di consolidamento ed evoluzione di C2C Festival. Siamo già impegnati nella preparazione della prossima edizione, mentre accogliamo con entusiasmo nuovi spunti per sviluppare future possibilità progettuali, con l’obiettivo di mantenere un dialogo coerente e costante con la community del Festival, di rafforzare ulteriormente lo status di C2C e di continuare a creare meraviglia».
C2C Festival per questa importante edizione ha accolto 43 artisti, provenienti da 18 nazioni diverse. Noi di Parkett abbiamo partecipato giorno per giorno e vogliamo raccontarvi come è andato davvero.
C2C DAY BY DAY:
DAY 1: GIOVEDÌ 31 OTTOBRE
La serata di giovedì inizia con il DJ torinese Tomat. Il suo set riesce pienamente nell’intento di creare l’atmosfera giusta per accogliere i primi partecipanti del C2C, andando a toccare melodie tendenti all’ambient-sperimentale.
A seguire Mica Levi. La compositrice britannica, con la sua chitarra elettrica in mano, emoziona e scalda il palco Stone Island con un alternative-rock che si discosta drasticamente dagli altri artisti. Unica nel suo genere, e nel festival, si esibisce senza troppi fronzoli o effetti speciali, dando spazio a un live prevalentemente nu-gaze.
Terza esibizione della serata per Dean Blunt, probabilmente il set più discusso dell’edizione. Un fascio di luce illumina Roy Nnawuchi, lasciando tutto il resto al buio. L’esibizione minimale tra metal e punk rock, ha diviso il pubblico tra chi ha amato l’adrenalina del pogo e chi è rimasto perplesso dalla scelta poco usuale dei brani.
Snow Strippers. Il duo di Detroit sale sul palco per un live che rappresenta un vero e proprio revival per i loro fan. I due si scatenano tra edm, house ed elettronica esplosiva.
Poi, arriva il momento del dj set di Yeaji. La cantante statunitense è, infatti, anche produttrice e dj e lo abbiamo visto sul palco di Lingotto. La sua esibizione è energica, e spazia molto tra house ed elettronica più ricercata.
All’1 è il momento di Kode9: Hyperdub 20 History set. Il dj scozzese non delude: il suo set attraversa il percorso della sua casa discografica Hyperdub, lasciandoci immergere in 20 anni di storia. In consolle passa suoi pezzi ben noti ai fan, come Eyes Go Blank, ma riprende anche evergreen della scena, come Archangel di Burial, che cattura anche i fan di lunga data della label.
Durante tutta l’esibizione, si riconosce sempre il suo tratto distintivo, quel suono simil-robotico tipico della sua elettronica.
In chiusura della prima giornata del festival un B2B tra l’italiano Gabber Eleganza e il tedesco Bill Kouligas, la serata non può chiudersi in un modo migliore. I due dj danno il meglio di sè, partendo con una techno più dosata e arrivando a un hardcore sempre più spinta verso la fine del set. Per 2 ore siamo state catapultate in un club di Berlino.
DAY 2: VENERDÌ 1 NOVEMBRE
Tra gli artisti più acclamati degli ultimi anni, Sega Bodega debutta sul Main Stage con la sua energia e versatilità, trasportando il pubblico in soundscape complessi e stratificati. Le sonorità deconstructed club si intrecciano con influenze reggaeton e drop hard techno, unendo elementi che strizzano l’occhio alle sue radici sudamericane. L’atmosfera si carica di aspettative con Navarrete, che però sceglie di concentrarsi soprattutto sul canto, lasciando poco spazio al mix dal vivo. Peccato, Adulter8 suonata live l’avremmo voluta vedere!
Tutt’altra storia per i DARKSIDE dell’alchimista musicale Nicolas Jaar. I suoi pad atmosferici e le chitarre sensuali di Dave Harrington regalano emozioni downtempo, con momenti glitchy mai esagerati. Meditativi, tra il romanticismo d’amour e quello alla Caspar David Friedrich, la band universitaria di Jaar ci ricorda che anche il dancefloor può diventare un luogo di profonda introspezione collettiva, dove, in un flusso condiviso di empatia e connessione ci si sente meno soli.
Anche Arca si concede a sentimentalismi, ma senza mai scadere nello stucchevole. La sua performance – e sì, parliamo di performance art – che oscilla tra un dondolio su un’altalena in pelle e un sorso di Veuve Clicquot è “meno sperimentale” e “loca” rispetto al suo standard (chi l’ha vista al Field Day 2023 sa). Molto canto, anche qui, ma è sempre un piacere vedere un artista switchare da una tonalità vocale all’altra con una facilità così disarmante. Basti pensare a brani classici come Prada, Rakata o Incendio che richiedono capacità canore notevoli. Peccato per la qualità dell’impianto, che a volte ha reso difficile ascoltare la sua voce.
La serata continua allo Stone Island Stage con il collettivo Hessle Audio, formato da Ben UFO, Pearson Sound e Pangaea. Il trio porta il pubblico in un viaggio che parte da sonorità house e si evolve verso bassi pulsanti in direzioni techno. Il set si adatta perfettamente all’atmosfera underground e “dark” del palco, ribadendo perché Hessle Audio sia un punto di riferimento nella scena elettronica contemporanea.
Chiude il Main Stage il papà zen MACE, presentando il suo nuovo show “VOODOO PEOPLE”. Una performance che combina visual trippy e tribalismi intrecciati a ritmi techno, con melodie ipnotiche e una palette sonora che tocca anche trap e future bass. Con VOODOO PEOPLE, MACE ci trasforma in moderni sciamani, scatenati sulla dancefloor in danze quasi rituali, riconnettendoci con la parte più primordiale e spirituale di noi stessi.
DAY 3: SABATO 2 NOVEMBRE
Il sabato porta in line-up una serie di artiste di spicco. John Glacier incanta il pubblico dello Stone Island Stage con una performance magnetica e intimista, sottolineando il potere della parola come strumento poetico e di denuncia. Sul Main Stage, invece, brillano Sofia Kourtesis e Romy.
Il live set di Kourtesis è un flusso ininterrotto di endorfine che dura quasi un’ora e mezza. L’artista peruviana rende omaggio alle sue radici e alla sua famiglia, come nel suo album Madres, con immagini evocative proiettate sullo sfondo e fonde garage soft e influenze latine. Il tema della parola come strumento di denuncia ritorna potente con “Estacion Esperanza”, brano che campiona Me Gustas Tu di Manu Chao e include registrazioni di proteste anti-omofobia in Perù. Pura bellezza quando arriva “How The Music Makes You Feel Better” – impossibile non sentirsi meglio quando si ascolta della musica così.
Dopo l’esibizione di Sofia, è il turno di Romy. Alla fine del suo set, un tizio dietro di noi, sulle note di “Grazie Roma” intona: “Grazie Romy, perché non bisogna essere forti, vulnerabili cazzo!”. Romy, che ha portato sul palco “Strong”, il suo brano del 2023 con Fred Again.., incarna perfettamente lo spirito di quest’edizione: accogliere l’emozione e condividerla come un rito collettivo. Si può definire melodic pop da dancefloor, giusto?
Seguono i BICEP che portano in Italia l’esclusivo AV CHROMA show. Ai fan nostalgici e affezionati dei due ragazzi di Belfast, forse saranno mancate le prove più sentimentali di album come Bicep e Isles, ma le nuove evoluzioni meritano comunque attenzione. CHROMA, infatti, è un omaggio al mondo del clubbing, è UK garage e breaks da rave, tutt’uno con dei visual estremamente immersivi. Immancabili Opal e Glue, l’ultima chiaramente in chiusura.
A.G. Cook allo Stone Island Stage è uno degli act più interessanti e “importanti” (se vogliamo) del C2C 2024. Producer e tra le menti creative dietro Brat di Charli xcx, Alexander Guy Cook fa danzare con pezzi che toccano più sfumature dell’elettronica UK e del pop ( o Britpop) – ricordandoci anche, inevitabilmente, le follie hyperpop della compianta Sophie. Una presenza significativa perché l’artista britannico rappresenta una delle espressioni più attuali e dinamiche della scena musicale contemporanea. C2C si conferma così un festival con grande lungimiranza, capace di creare una line up intelligente e in linea con le tendenze più rilevanti.
Il grande interrogativo sull’ultimo ospite misterioso del Main Stage trova risposta con i Two Shell, tornati per il terzo anno consecutivo. Una “sorpresa” che non ha soddisfatto l’hype di molti presenti. Viene spontaneo chiedersi: era davvero necessario mantenere il segreto per degli artisti ormai così familiari al festival? Forse si temeva che includerli sin da subito in line-up potesse risultare ripetitivo e scoraggiare i potenziali partecipanti?
In ogni caso, i Two Shell ci ricordano perché il loro sound sembra venire dal futuro: suoni robotici, melodie dal gusto distopico e un’energia che, alla fine, ci ha fatto andare a dormire contente. E poi, quel remix di Archangel di Burial, leitmotiv nostalgico del C2C 2024.
DAY 4: DOMENICA 3 NOVEMBRE
L’ultimo giorno del festival si svolge presso OGR Torino in collaborazione con Adidas Originals.
In apertura Miss Jay. La dj di Milano mette in gioco tutte le sue carte, con un’elettronica sperimentale in cui suoni naturalistici e beat si fondono, dando vita ad un’atmosfera mistica.
Sebbene la sua formazione sia d’impronta più hardcore, con il tempo si è spinta sempre di più verso un’elettronica sperimentale, che la rende senz’altro degna di nota. E C2C è sicuramente il posto giusto per dare vita a questo tipo di mix.
Segue poi il live di Evilgiane. Il producer di New York ha saputo rappresentare al meglio la coniugazione tra hip-hop ed elettronica, differenziandosi notevolmente dai live degli altri artisti di quest’edizione. Durante la sua esibizione, anche chi non ama il rap si è dovuto ricredere, lasciandosi trasportare da questa sapiente sperimentazione.
In seguito, il dj set di Sofia Kourtesis, già presente nella serata di sabato in live. Mentre il live è stato molto più sentimentale e ha ripercorso la sua carriera musicale, il set è molto più energico e all’insegna dell’elettronica pura.
Ultimo live del C2C 2024: John Talabot. Il dj spagnolo passa in consolle brani del suo repertorio musicale che spaziano dalla techno tropicale all’house psichedelica. Dietro a ogni suo brano c’è ricerca, anche derivante da altre culture musicali, come quella Africana e Asiatica, ed è in grado di mixarle sapientemente in ogni beat. Come il suo EP più famoso e ripercorso nei suoi live “Fin”, giunge alla fine anche questo C2C 2024.
C2C 2024, quindi…
C2C 2024 si conferma un punto di riferimento per la musica elettronica e avant-pop, sia a livello nazionale che internazionale. Il festival ha ampliato la sua offerta con i Live Talks in collaborazione con RA, sessioni per bambini (C2C Kids) e presentazioni di libri, come la nuova traduzione di Sonic Warfare – Guerra Sonora – di Steve Goodman, edita da NERO. Questi elementi dimostrano un chiaro impegno verso l’interdisciplinarità e l’educazione del pubblico, richiamando l’ispirazione di grandi festival europei come l’ADE.
Tuttavia, quest’anno si è percepita una certa propensione a restare nella comfort zone. Per i prossimi anni, sarà essenziale evitare il booking ripetitivo di artisti già saliti più volte sul palco di Lingotto Fiere. Ma C2C ha dimostrato più volte di essere capace di sorprendere e rinnovarsi, mantenendo sempre un giusto equilibrio tra tradizione e innovazione. Il tutto senza perdere l’identità e l’estetica che lo rendono un appuntamento annuale imperdibile capace di definire e ispirare la scena contemporanea. Inoltre, la capacità di creare line up che non solo si adattano al presente, ma anticipano i trend futuri, sottolinea l’intelligenza curatoriale del team e la spiccata vocazione a rimanere sempre all’avanguardia. Quindi siamo più che fiduciose.
Alessandra Bianchini e Martina Castronovi