Alcuni lo conoscono per la celebre Jaguar, altri per le sue abilità nell’uso dei giradischi: Carl Cox festeggia i suoi 59 anni da icona della musica elettronica.
Quando si parla di personalità importanti come Carl Cox è necessario proporre una disamina a vari livelli della figura in questione; per non generare confusione spiegherò accuratamente quanto proposto. Dj di questo calibro non rappresentano solo ed esclusivamente delle figure artistiche di incredibile prestigio, ma anche delle icone della nostra epoca: dei simboli culturali di progressione ed avanzamento del nostro tempo.
Come si è evoluta la musica elettronica? Quanto è cambiata la cultura del clubbing? Come è cambiata la concezione del mondo della notte nell’arco nell’ultimo trent’ennio? Ecco, a tutte queste domande figure come Carl Cox – ma anche Sven Väth, Ricardo Villalobos, Fatboy Slim e altri – hanno contribuito in modo radicale a rispondere dettando legge non solo sul piano musicale e sul costume, ma anche su come una determinata cultura venisse recepita dalle grandi masse. Il 29 luglio 1962 nasceva Carl Cox e noi vogliamo festeggiarlo così, ricordandovi la sua importanza non solo per il mondo della notte, ma per la società tout court.
La fama di Carl Cox: il rispetto della scena
Carl Cox si avvicina al mondo della musica all’età di soli 15 anni quando compra il primo set di giradischi; il suo ingresso nella scena elettronica è poco successiva.
Nella metà degli anni ‘80, già si esibisce come Dj proponendo un suono nuovo ed eterogeno dal panorama UK: nei suoi Dj set troviamo groove particari, l’hip hop di New York e una forte matrice electro. Questo momento è estremamente importante: scopre quella che lui stesso definisce “the pure thrill of acid house” – letteralmente, “il puro brivido dell’acid house”.
Ma cos’è questo musico élan vital e cosa rappresenta per Carl Cox? In verità, il passo è breve! Chiunque conosca la storia del Dj è consapevole della profonda influenza che un brano come “Acid Trax” di Phuture (a.k.a. Dj Pierre) ebbe sul gusto musicale del giovane Dj – clicca QUI per approfondire.
Fu allora che pensai:”Ci siamo” – dice Carl – Facevo le mie feste, suonavo groove rari e particolari, hip hop e soul e dicevo “Senti questa traccia di Phuture” e la gente si fermava ad ascoltare.
L’importanza dell’acid house
Questo passo è fondamentale per noi dal punto di vista speculativo per comprendere l’autentica origine dell’icona “Carl Cox”. Siamo di fronte ALLA questione: perché proprio l’acid house ha avuto questo fascino sul giovane ragazzo di Oldham e quali conseguenze tutto ciò ha avuto a livello artistico su di lui? Comprendere la portata “artistica” della questione è cruciale, poiché significa comprendere l’intero excursus procedurale della sua carriera, nonché l’origine di un mito che ha caratterizzato il nostro modo di intendere il mondo della notte.
La risposta relativa al perché l’autore di “I Want You” è stato così profondamente influenzato dall’acid house in realtà è molto semplice – ed è una risposta che potremmo utilizzare per definire interamente la sua arte musicale.
Durante un’intervista rilasciata in occasione dell’inaugurazione dello stage personale al festival Tomorrowland, Carl Cox parla delle origini della sua famiglia e di come nelle Barbados ci sia sempre la volontà di festeggiare una qualsivoglia occasione. È proprio questo il cuore pulsante della sua concezione musicale. La volontà di trasmettere allegria e positività attraverso la musica e, nello specifico attraverso le melodie, è una caratteristica che accompagnerà l’artista nell’arco di tutta la sua carriera. L’obbiettivo è far vivere attraverso la musica quel clima di gioia e “festività” che lui ha sempre avvertito fin da bambino; lasciamo parlare, però, il diretto interessato:
“Il fatto che io possa suonare uno stile minimal-dark e i suoni techno molto striduli porterebbe tutti in basso. Quindi aggiungo il piano e degli elementi che portano il sorriso.. il ritmo di quel brano ti fa venire voglia di muoverti”
L’acid house ha giocato dunque un ruolo fondamentale nella carriera di Carl Cox proprio perché questa era l’unico genere che potesse consentire, soprattutto agli inizi degli anni ‘90, di introdurre nuovi ritmi e melodie alle proprie composizioni musicali: tale combinazione ha reso il suono di Carl Cox unico ed inconfondibile.
L’eroe dei 3 piatti: il successo e il rispetto della scena
Se musicalmente abbiamo compreso quale sia la Route 66 – un percorso lungo e travagliato – di “Three Deck Wizard”, c’è un’ulteriore caratteristica che rese celebre il Dj britannico agli albori della sua carriera: Carl Cox performava con 3 giradischi; sicuramente una scelta poco comune, ma che denota oltre alle straordinarie capacità tecniche – ne avevamo già parlato QUI – anche la volontà di distinguersi, presentando un nuovo modo di fare musica e di essere performer.
Le sue doti non passarono sicuramente inosservate: tutti sappiamo bene che l’ascesa di Carl Cox fu rapidissima. L’uomo che ha giocato più di chiunque altro un ruolo fondamentale in questo processo è Paul Oakenfold – e la rispettiva etichetta discografica. Perché diciamo questo? Semplice! È il 1991, Perfecto pubblica “I Want You”: il successo divampa! L’artista di Oldham raggiunge in poco tempo la ventitreesima posizione nelle classifiche nazionali. La fama, però, sembrò non bastargli: è la solitudine dei numeri primi.
“La techno ti guida a casa in qualche modo. È un elemento di sorpresa non sapere dove stai andando. È spaventoso, ma meraviglioso allo stesso tempo.”
Carl Cox decide di ritirarsi dalla scena che lo aveva nutrito artisticamente fino ad allora, per dedicarsi completamente a nuove sonorità, portando con sé però parte di quel bagaglio musicale che negli anni aveva acquisito.
L’ascesa del mago dei tre piatti non si esaurisce certamente ad “I Want You”; è doveroso citare almeno un altro grande progetto: ci riferiamo a “F.A.C.T” (1995). Pubblicato per React Music, questo album sarà il primo vero milestone come producer del dj inglese. I numeri parlano chiaro: le oltre 250 mila copie vendute fanno di questo disco un punto di riferimento per il genere. Carl Cox è un modello da seguire a livello internazionale.
Se “F.A.C.T.” aveva dato nuovo slancio al genere in termini musicali, non meno importante era l’immagine che l’artista inglese stava iniziando ad assumere: carismatico, talentuoso ed innovativo, queste le sue principali caratteristiche. Chiunque avesse visto – o avesse avuto modo di confrontarsi con – Cox non poteva che rimanere impressionato dalla sue capacità, ma anche contagiato dalla sua irrefrenabile esuberanza.
Nella sua persona confluiscono quelle caratteristiche che fanno di lui una vera e propria “club icon” in grado di unire tanto i cultori del genere, quanto gli ascoltatori occasionali trasportati dalla forza comunicativa del personaggio. Carl Cox è veramente ciò di cui il clubbing ha bisogno, ieri come oggi.
Carl Cox: il fenomeno nazionalpopolare
Quando si pensa alla figura di Carl Cox bisogna prendere in considerazione anche l’aspetto appena menzionato: il forte impatto che la sua figura ha avuto nell’immaginario collettivo. Come avrete avuto modo di capire, questo è proprio il fil rouge di tutto il nostro articolo.
È impossibile però parlare del “ragazzo di Oldham” senza menzionare uno degli emblemi dell’Isla Bonita: lo Space di Playa d’en Bossa. Con ben 14 anni di residence alle spalle, Carl Cox ha animato i caldi martedì d’estate nel locale di Ibiza. Quando l’opinione diventa consuetudine allora muta in certezza: per lo Space di Ibiza, e per tutti coloro che hanno frequentato il locale, “Magic Wizard” ha rappresentato proprio quella certezza. Ciò ha finito per alimentare quell’immagine collettiva di “club idol” che già ruotava attorno a Carl Cox.
È importantissimo comprendere il ruolo che Cox ha avuto in termini socio-culturali a livello europeo, e non solo: il suo modo di rapportarsi al pubblico, di vivere lo stage e il mondo della notte gli hanno permesso di ottenere un consenso che pochi altri dj hanno ottenuto a livello internazionale.
Cosa succede però quando queste certezze vengono meno? Cosa succede quando si è prossimi alla fine di un’epoca? Queste le domande che si sono palesate nella notte tra il 20 e il 21 settembre 2016 quando Carl Cox conclude il suo ultimo dj set allo Space. Nonostante la fine di uno dei club più importanti (ed influenti) degli ultimi anni, la figura del dj è rimasta inalterata agli occhi del pubblico, sebbene i due termini fossero strettamente correlati.
Il motivo è piuttosto semplice: le qualità artistica delle sue produzioni, ma anche la forza comunicativa della sua immagine, sono tali da impattare così fortemente sul pubblico che trascendono il luogo in cui l’artista si esibisce.
Banalizzando (e nemmeno più di tanto): il pubblico decide di fare serata in un determinato locale non tanto per la fama dello stesso, quanto piuttosto per il fascino e l’interesse che il Dj ha saputo suscitare in loro.. Ma non dovrebbe essere sempre così? Questo è un altro discorso.
Carl Cox: “Oh Yes, Oh Yes”
In conclusione, ciò che ha realmente fatto di Carl Cox un’icona del mondo della notte è un insieme di elementi. A rendere unico questo performer sono state, oltre le grandi qualità tecniche ed artistiche, il fascino che ha saputo esercitare negli anni sul pubblico che ha deciso di seguirlo e sostenerlo, il suo savoir-faire durante le interviste e molto altro. In una sola parola? Il suo essere infallibilmente carismatico. Carl Cox è stato un vero asso, tanto musicalmente quanto a livello comunicativo, ed è proprio tutto questo che fa di lui un’icona della club culture.