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Floating Points ha pubblicato il suo nuovo album lo scorso 13 settembre, riconfermandosi come uno degli artisti più talentuosi del momento.

Se Floating Points pubblica un disco, si sa già più o meno quello che ci si deve aspettare. Qualità ed emozione. Emozione non a spese della qualità. La musica del produttore inglese aka Samuel Sheperd è conosciuta per essere ricercata, di elevata precisione, senza per questo smettere di emozionare o, perché no, di caricare a mille le folle dei maggiori festival internazionali.

Di formazione musicale classica e jazz, Floating Points non ha mai deluso i suoi ascoltatori grazie ad una produzione estremamente vasta, precisa e versatile. Sheperd è perfettamente capace di emozionarci attraverso la colonna sonora di un balletto prodotta interamente da lui e la sera stessa farci ballare fino allo sfinimento in un club di musica elettronica (non stiamo scherzando: se volete saperne di più, a voi la reference). 

Floating Points
Photo Credit: Dan Medhurst

Lo scorso 13 settembre Floating Points ha pubblicato il suo ultimo lavoro, “Cascade”. Composto da 9 brani, di cui alcuni già pubblicati come singoli in precedenza, l’album è stato accolto in maniera decisamente positiva dalla critica. Ciò riconferma Floating Points come un validissimo produttore di musica elettronica. La salda amicizia con personalità non indifferenti nel mondo dell’elettronica come Four Tet o Caribou posizionano Sam nella stessa posizione – da ricordare l’ultima Boiler Room a New York o il b2b proprio con Four Tet all’ultimo Kappa FuturFestival.

“Cascade” raccoglie la staffetta dell’album precedente, “Crush”, che aveva infatti stupito la critica per la sua componente decisamente più club rispetto ai lavori passati. Va bene la produzione jazz, va bene la ricerca musicale e strumentale più ambient e sperimentale, ma a Floating Points piace anche farci ballare. La componente più oscura del clubbing emerge sempre in tutti i brani contenuti in “Cascade” (a parte uno, ma non vi diciamo quale). I suoni che Sam sperimenta nelle sue opere sono vissuti, eseguiti, creati. È un album che esce e che ricorda agli ascoltatori che ci sono un’infinità di suoni ai quali ci si può (e ci si deve) sottoporre. La ricerca del suono è meravigliosa e l’artefice di questo disco lo sa bene.

Detto questo, passiamo al romanticismo. 

“Cascade” è un’immersione guidata nella mente di un genio. La produzione di Floating Points è composta da suoni studiati nella loro minima forma. Nulla è casuale, ma tutto nasce dall’improvvisazione. Con Sam ci sentiamo al sicuro: è un viaggio dove veniamo tenuti per mano. La cintura di sicurezza si allaccia e si slaccia a seconda delle turbolenze, ma ci si trova al sicuro nella mente di un genio che ha tutto perfettamente sotto controllo.

Floating Points

La prima traccia dell’album dà un po’ l’idea dell’attitudine che l’artista manterrà per tutta la durata di questo. “Vocoder” è una vera ode al ballo e al movimento. Il brano era già stato definito da Pitchfork nel 2022 come “la traccia da club più pesante realizzata da Sam Shepherd negli ultimi anni”. Sample vocali femminili aprono la via a momenti di bassi e batterie pesanti fino al puro acid, catapultando l’ascoltatore in una dancefloor più remota, fatta di allarmi rossi lampeggianti, di colori accesi e di un caos che, non si sa bene come, ma nella mente di Sheperd un proprio ordine ce l’ha.

Se con “Birth4000” si ha l’impressione di essere stati catapultati nel passato, “Fast Forward” non sappiamo bene dove conduca. La prima è un occhio strizzato alla musa di tutte le muse, la Donna a cui tutti gli appassionati del genere devono tanto. Il pezzo continua in un loop di potenti arpeggi molto 80s: il secondo esatto di pausa è una vera goduria. La seconda è il brano centrale dell’album, è sperimentazione vocale marcata da synth frenetici. Non si sa bene se ci si stia perdendo in un mondo futuro o in uno che è già passato, ma di certo non è quello attuale. Siamo forse in una puntata di Stranger Things? Perché però ci stiamo immaginando il cielo di un color rosa pastello?

Una menzione speciale va a “Ocotillo”, forse il brano stella dell’intero lavoro. Floating Points qui riesce davvero a stupire i suoi ascoltatori con un pezzo che tocca tutto (o quasi) lo spettro delle emozioni. Con una talentuosa Miriam Adefris all’arpa, il brano è caratterizzato da tonalità ambient meditative all’inizio, per poi passare a dei commoventi risvolti melodici, fino a cedere il posto a sorde linee di basso e a ritmi vagamente… footwork. Wow. 

“Cascade” riesce a catturarci fino all’ultimo istante con “Ablaze”, un brano ambient dalle note calme e sospese, sulle quali ci si può lasciar galleggiare ancora un po’ guardando all’insù, prima di rimettere i piedi a terra e tornare alla realtà.


ENGLISH VERSION

“Cascade” by Floating Points is like taking a deep dive into the mind of a genius.

The Manchester artist released his new album on September 13th, once again proving himself to be one of the most talented artists of the moment.

When Floating Points releases a record, you can already expect two things: quality and emotion. Emotion that never comes at the expense of quality. The British producer aka Samuel Shepherd, is famous for his refined, precise music. Despite that precision, his work still moves listeners and, at times, fires up crowds at major international festivals.

With a background in classical and jazz music, Floating Points has consistently delivered, thanks to a diverse and versatile discography. Shepherd can stir deep emotions with a ballet score he’s composed, and later that same night, have us dancing until exhaustion in an electronic club (seriously—if you wanna learn more, here your reference).

Floating Points
Photo Credit: Dan Medhurst

On September 13th, Floating Points released his latest work, “Cascade”. The album features nine tracks, some already released as singles, and has been met with glowing reviews. This reinforces his reputation as a top electronic music producer. His close friendships with big names like Four Tet and Caribou only solidify his position. Recently, he played two Boiler Room sets in New York and Brooklyn and performed a back-to-back set with Four Tet at Kappa FuturFestival.

“Cascade” picks up where “Crush” left off. That previous album surprised critics with a more club-oriented sound compared to his earlier works. Floating Points loves his jazz production and ambient, experimental soundscapes, but he also enjoys making us dance. The darker side of clubbing is a constant presence in almost all the tracks on “Cascade” (except for one—we won’t say which). The sounds he experiments are lived, performed, and carefully crafted. This album reminds listeners that there’s a vast world of sounds we can (and should) experience. The beauty of sound exploration is something Shepherd understands deeply.

Now, onto the more romantic side.

“Cascade” feels like a guided dive into the mind of a genius. Floating Points’ production is meticulously crafted, down to the smallest detail. Nothing is random, yet everything comes from improvisation. With Sam, we feel safe: it’s a journey where he holds your hand. The seatbelt tightens and loosens with every turbulence, but you’re secure in the mind of a genius who has everything under control.

Floating Points

The album’s opening track sets the tone for what’s to come. “Vocoder” is an ode to dance and movement. In 2022, Pitchfork called it “the heaviest club track Sam Shepherd’s made in a few years”. Female vocal samples lead into heavy bass and drums, eventually dropping into pure acid. It takes the listener to a distant dancefloor, full of flashing red lights, bright colors, and chaos. Somehow, in Shepherd’s mind, it all makes sense.

“Birth4000” feels like a trip to the past, while “Fast Forward” leaves you unsure of the destination. The first one nods to the queen of the genre, the Donna (which means “woman”, in italian) to whom all fans owe a lot. It loops with powerful, 80s-style arpeggios, with a 1-sec pause that’s just pure bliss. The second one, the central track of the album, experiments heavily with vocals, underpinned by frenetic synths. It’s unclear whether you’re lost in the future or the past, but it’s definitely not the present. Are we in an episode of Stranger Things? And why do we picture a pastel pink sky?

A special mention goes to “Ocotillo”, arguably the standout track of the album. Floating Points delivers a piece that touches nearly the full range of emotions. With the talented Miriam Adefris on harp, the track starts with meditative ambient tones. Then, it transitions to moving melodic twists before giving way to muted basslines and footwork-inspired rhythms. Wow.

“Cascade” holds our attention until the very last moment with “Ablaze”. The track’s calm, suspended notes make you feel like you’re floating, gazing upward, before gently grounding you and returning you to reality.