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Essere appassionati di un certo tipo di musica elettronica non è certo facile. Ci spieghiamo. Non è l’essere appassionati il problema, anzi; chiunque stia leggendo questo articolo probabilmente sarà un amante della musica elettronica senza se e senza ma. Il problema è riuscire a “esercitare” questa passione.

Facciamo un esempio: è sabato sera e dopo una settimana di studio, o di lavoro, non vedete l’ora di fare un po’ di festa; in un club della vostra zona suona uno dei vostri artisti preferiti, quindi vi organizzate con i vostri amici e andate a sentirlo. Arrivate al locale e lì inizia l’odissea. Magari un’odissea che non vi rovina la serata, ma che sicuramente la rende molto meno entusiasmante e rilassata di quel che avrebbe potuto essere.

Questo succede perché in qualsiasi club o festival c’è qualcuno, o qualcosa, che sembra avercela con voi e che si comporta in maniera così insopportabile da rischiare di farvi incazzare sul serio. E, purtroppo, ciò è inevitabile.

Noi abbiamo voluto andare a fondo nella questione, così abbiamo deciso di chiedere a clubber, organizzatori, dj e altri “addetti ai lavori” quali sono le cose più insopportabilmente fastidiose che possono capitare nel contesto di un evento. L’abbiamo fatto soprattutto perché la situazione italiana sembra essere particolarmente grave. L’impressione generale, infatti, è che nel nostro bel Paese manchino, prima di tutto, il rispetto e l’empatia tra persone comunque accomunate dalla stessa passione e che si ritrovano nello stesso luogo per il medesimo motivo.

Le parole del primo ragazzo intervistato, infatti, sono state queste: “In Italia detesto l’inciviltà che vige nei club; non c’è rispetto tra le persone. Odio vivere il clubbing con l’ansia della rissa, del furto e quant’altro. So che il paragone con Berlino è fin troppo scontato, ma potrei sicuramente giocarmi la casa che, sei vai a Barcellona, piuttosto che a Vienna (anche se non ci sono stato), situazioni simili non le sognano nemmeno. Altra cosa che odio in Italia il modo in cui sta venendo commercializzata la techno, con improvvisati cultori della musica che si pongono come dei profeti nei confronti di persone che, magari, vogliono solo scoprire al meglio il mondo dell’elettronica, mostrando solo arroganza, prepotenza e sopratutto ignoranza“.

Simile il pensiero di una ragazza, che dice: “Personalmente odio la gente maleducata che spinge e si fa spazio o, peggio ancora, passa tra la gente senza chiedere scusa o permesso. Questo in Italia succede fin troppo spesso, è diventato invivibile. Al Circoloco di Ibiza, per esempio, ci sono moltissime persone, ma si riesce comunque a passare perché ci sono rispetto e gentilezza. Io penso che il rispetto tra persone nel club sia essenziale. Siamo tutti lì per lo stesso motivo, quindi perché non rispettare chi ti è vicino? Poi non sopporto le persone che si tolgono la maglietta. Perché? La trovo una forma di maleducazione. O, peggio ancora, chi va alle feste con quelle stupide trombette e fischietti. Ammetto di aver minacciato più volte qualcuno di farglielo ingoiare“.

La mancanza di rispetto, come già detto e ripetuto, sembra essere un problema più grave di quel che si può immaginare. “Quello che più mi da fastidio è la gente che spinge o che si mette a pogare in gruppo; tipici italiani che han solo bisogno di un po’ di cassa per diventare animali senza rispetto per gli altri. Anche la gente che butta per terra le bottiglie e i bicchieri mi irrita, così come chi va in un locale per rubare o per spruzzare spray urticante solo per il gusto di crear scompiglio (un mio amico stava sventando il furto di una collanina, quando gli hanno spruzzato spray in faccia per scappare). Ma forse la cosa che più odio sono gli inutili e ripetitivi cori da stadio“; queste le parole di un ragazzo.

Parere più articolato e particolare quello di un altro clubber: “Una delle cose che odio durante una serata e vedere tutti quei telefoni pronti a fare video; purtroppo ognuno vuole un ricordo oppure vuole mostrare al suo amico, che non è potuto venire, che festa ha perso, ma quando vedi quella persona che guarda lo schermo invece di vedere cosa ha realmente davanti agli occhi è davvero triste. Odio quelle persone che mi vengono a chiedere chi sta suonando oppure chi è l’ospite della serata; sono i peggiori! Nel mio piccolo cerco di insegnare ai miei eventi chi è l’artista, così come fanno molte altre realtà, ma ognuno ha i suoi gusti e durante una serata può arrivare qualunque genere di persona, ma ragazzi, un po’ di cultura! Odio i cori da stadio. Sono la cosa peggiore in un club, dovrebbe essere illegali. “Mi ubriaco e son felice” puoi urlarlo in sagra, ma dove c’è da ballare buona musica, per piacere, no! Un’altra cosa che ho notato, soprattutto dove abito, è che molti vanno a determinati eventi perché è diventata una moda. Ad una serata bisognerebbe andare per l’amore per la musica, non perché va di moda! Ma la cosa che ho capito in anni di clubbing è che manca il coinvolgimento da parte del locale; è tutto diventato molto più freddo. Solo con i pr puoi avere un contatto. Mi dispiace, infatti, che sia scomparsa la figura del vocalist a presentare gli ospiti; per quanto possa essere underground una serata, una voce che si limiti a presentare il party potrebbe dare quella carica in più. Oltre al fatto che una volta c’era più trasgressione nei locali. Va bene il visual, va bene la decorazione a tema, ma la presenza di ballerini/esibizionisti si è persa. Ormai l’unica “arte” la vedi tramite uno schermo. È diventato tutto più tecnologico. Più freddo!”

Di pareri simili anche due ragazzi, entrambi dj. Il primo dichiara: “Quello che non ho mai sopportato è la mancanza di educazione che vedo sempre più in aumento, il fatto che nessuno chieda permesso, scusa o ringrazi. Chi balla alterato, fregandosene del fatto che intorno ha altre persone, andando a sbattere contro qualunque cosa o persona, chi inizia ad insultare se, anche dopo 6 ore di musica, gli viene negato l’ultimo disco. E, per ultimo, ci metto chi si riduce talmente male da sentire il bisogno di ballare senza maglietta“, mentre il secondo ammette di non poter soffrire “gli impianti scadenti, i finti clubber, che vanno agli eventi solo per moda e non per la musica e, in generale, chi non ha rispetto per il locale, per gli avventori, per l’organizzazione e dimostra maleducazione e arroganza“.

Per chiudere, abbiamo voluto raccogliere anche alcune testimonianza riguardo a ciò che maggiormente infastidisce i dj; il risultato è una comprensibile e prevedibile insofferenza nei confronti di quelle persone che, alterate o meno, considerano il dj alla pari di un jukebox, gli chiedono dischi scrivendo i titoli sullo schermo di un cellulare, occupano inutilmente spazio nei pressi della consolle e disturbano la sua attività in maniera molto fastidiosa.

In sostanza, ciò che è emerso da questo articolo è un panoramica già abbastanza nota (purtroppo) a chi frequenta l’ambiente. Il problema, molto probabilmente, non sta nei locali, ma nell’educazione delle persone.

Alberto Zannato