L’edizione di Club to Club 2018 è giunta al termine, e anche quest’anno grazie agli artisti proposti, si conferma una delle realtà più importanti del Paese. La location è sempre la stessa ed è inserita nell’immensa area del Lingotto Fiere di Torino; città che ospita l’evento e che quest’anno per la sua diciottesima edizione, ha portato in Italia uno degli artisti più importanti degli ultimi venticinque anni: Aphex Twin.
Anno dopo anno il Club to Club ha avuto modo di affermarsi tra le migliori realtà europee, raggiungendo obiettivi ambiziosi come la partecipazione di 45.000 persone durante l’edizione del 2017, e 60.000 per quella appena finita.
Ciò che contraddistingue il festival dal lontano 2002 è il coraggio di osare nel proporre artisti molto ricercati della musica elettronica in un panorama come quello italiano, che non sembrava ancora pronto a tale esperienza. Quest’anno la direzione del progetto ha deciso di proporre una situazione unica, perfettamente riuscita grazie alla cura di ogni minimo dettaglio. Nulla è stato lasciato al caso, dalla scelta del tema “La luce al buio“, che ha fatto da perfetto filo conduttore dell’evento, alla location, mastodontica e perfettamente gestita, fino ad arrivare agli artisti che quest’anno hanno letteralmente sconvolto il grande pubblico presente.
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Diamo insieme un’occhiata agli artisti ospiti di questo Club to Club 2018.
La diciottesima edizione del Club to Club farà parlare di sè per molto tempo, merito di un’organizzazione che ha portato in Italia circa 50 artisti provenienti dai 5 continenti, e che hanno accompagnato i presenti per i quattro giorni della rassegna: dall’1 al 4 Novembre. Il tutto unito a numerose iniziative che hanno contribuito ad arricchire l’ampia programmazione dell’evento.
Iniziative come ad esempio “Diggin’ in the carts”, organizzata nella giornata di domenica 4 novembre, in collaborazione con Red Bull Music presso la Tettoia Dei Contadini Del Mercato Di Porta a Torino, un progetto che ha messo in risalto due grandi compositori giapponesi: Yuzo Kushiro e Motohiro Kawashima, già protagonisti di cornici suggestive come il Sonar di Barcellona ma arrivati in Italia solo in questa occasione.
Mentre in line up al Lingotto Fiere troviamo artisti etichettati tra i massimi esponenti di musica elettronica e avant-pop come Jamie XX, in esclusiva italiana, Blood Orange o Yves Tumor.
La presenza di artisti come Call Super, Tirzah, David August, Obongjayar, Equiknoxx, Iceage, Beach House, Vessel, Serpentwithfeet, Courtesy e Leon Vynehall, conferma la volontà di proporre all’interno del territorio italiano una scia artistica diversa e singolare.
Tra le performance più interessanti del festival citiamo: Josey Rebelle, che ha mostrato tutta la sua passione e la sua dedizione verso la musica vecchia scuola, Skee Mask, rivelatosi uno dei progetti più sorprendenti, Peggy Gou, che cavalca proprio in questo periodo la cresta dell’onda, Avalon Emerson, dimostratasi eclettica e versatile e Bienoise, con un set che ha convinto tutti i presenti del Crack Stage, confermando di essere uno degli artisti più talentuosi del panorama italiano.
Ma il Club to Club 2018 ha avuto come headliner una performance che mancava in Italia dal 2011, parliamo di Richard David James, meglio conosciuto come Aphex Twin. Il produttore britannico è ritornato in Italia per stupire il pubblico del Club to Club con una performance lunga quasi due ore, e che farà parlare di questa edizione del festival per molto tempo.
Aphex Twin e Club to Club 2018: la formula perfetta per vivere una notte divisa tra sogno e realtà.
Aphex Twin mette in scena quello che sa fare meglio, un live che muta e funziona a seconda della città in cui si svolge, ma che trova i suoi punti stabili nella ciclicità del cambio improvviso dei bpm e degli scenari audio visivi, da sempre. Per l’intro si affida ad un suo classico, mescola paesaggi sonori ambientali a campionamenti della traccia “Stone in Focus” uscita su Selected Ambient Works Volume II nel 1994.
Difficile poi, e forse anche inutile, sprecare tempo e parole per cercare di capire cosa abbia proposto, elencando tracce talmente rielaborate che sarebbe davvero complesso decifrare. Qualche traccia presa da “Chosen Lords” del 2006? O da “Classic” del 1994?. Sicuramente Oberheim Blacet 1b, uscita sull’Ep “Orphaned Deejay Selek 2006-08” nel 2105. Elaborazioni emerse da brani di Reload, o Zuli, Mad Zach, piuttosto che da Pale Sketcher o Bicep sono solo quello che forse, si è riuscito a percepire nel set andato in onda nel Main Stage affollatissimo ed ipnotizzato del Lingotto.
Per oltre un’ora e mezza infatti RDJ ha attraversato deliri Jungle (verso la fine, esattamente come al Traffic Festival del 2005, sempre a Torino), alienazioni Acid e Breakbeat sopra scenari Ambient, cambiando genere e velocità ogni quindici secondi e mettendo a dura prova tutti i presenti, che probabilmente percepivano che da lì a breve avrebbero assistito a qualcosa di totalmente disorientante, ma sicuramente non così oltre ogni limite immaginabile e ai confini della realtà percettiva.
Nel mezzo del set è passato dai 150 bpm della Acid ai 190 bpm della Hard Tech Industrial, in passaggi durati a volte davvero molto poco. Bassi pesanti e distorti che si sono fusi con tamburi e sonorità sperimentali ripescati nel suo inumano archivio musicale. Insomma, Aphex Twin ha fatto letteralmente tremare tutto, ha spostato il main stage del Club to Club 2018 come solo lui può permettersi di fare quando si spinge nel suo ambiente naturale, lasciando gli ascoltatori immobili e confusi.
Complici in tutto questo sicuramente l’impianto audio, i visual di Weirdcore, i numerosissimi laser e le luci stroboscopiche accecanti; elementi che hanno accompagnato tutta la durata della performance. Apprezzata anche in Italia è stata la mappatura dei volti presenti in prima fila, alcuni dei quali seduti ad aspettare Aphex Twin fin dalle prime ore, trasmutandoli con le sembianze del volto sorridente e distorto del geniale producer. Immagine che è diventata ormai nel corso degli anni il secondo marchio di fabbrica del pioniere artista, dopo il suo logo, apparso in giro per il mondo nell’ultimo mese per il lancio di “Collapse” EP.
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Il suo volto sorridente e diabolico, creato nel 1995 da un’idea sviluppata all’interno dell’appartamento che condivideva insieme a Global Goon e Johnny Clayton (grafico della Warp), appare spesso durante le sue serate. Ad arricchire il mapping appositamente per il pubblico italiano sono stati inoltre i volti distorti fatti apparire nei numerosi monitor posizionati tutti intorno alla console; tra i quali Piero Angela, Roberto Benigni, Cesare Pavesi, Cicciolina, Rita Levi Montalcini, i calciatori di Juventus e Torino (il grande Torino), Gianni Agnelli, Lapo Elkann, Cavour, Gramsci, Mattarella, Pasolini, Italo Calvino e molti altri.
Per arrivare così agli ultimi minuti della performance, dove un finale liberatorio consegna ai presenti una complessità produttiva tale da alzare un muro sonoro impossibile da valicare, come a voler mettere in chiaro che lui è Aphex Twin, l’inarrivabile, l’uomo che da quasi trent’anni ha cambiato le regole che ruotano intorno alla musica elettronica e che ha capovolto ogni genere appartenente ad essa. Il genio che può decidere, se vuole, di lasciarci nell’oblio dell’incomprensione, svuotati, smarriti, ma consapevoli di aver assistito a qualcosa di unico.
Report realizzato da Stefano Grossi con la collaborazione di Carmela Massa