La nostra guida ai controller MIDI, che propone alcuni esempi tra i centinaia sul mercato. E’ una fitta selva in cui può essere ansiogeno muoversi con praticità, e questa guida propone di dare alcuni spunti per lo meno tra le tipologie in circolazione attualmente, con i nostri controller MIDI preferiti per ogni categoria.
Il controller MIDI, all’interno del proprio setup di produzione o di performance, è un pezzo non sempre necessario ma molto spesso risolutivo. La sua forza dovrebbe essere proprio la versatilità e la malleabilità, per adattarsi ad ogni utilizzatore attraverso mappature dei vari parametri desiderati, in teoria ad esclusivo piacimento di chi suona. Vista la sua utilità, il mercato ne offre una quantità veramente esagerata, e chi ha bisogno di aggiungerlo al proprio setup si ritrova di fronte a una scelta talmente ampia da condurre al disorientamento.
Ne esistono di appositi per determinate DAW, ma anche dichiaratamente sbilanciati verso l’uno o l’altro scopo: un controller MIDI può servire unicamente per mandare segnali di nota, e in quel caso potremmo anche optare per controller costituiti solamente da una tastiera senza altri orpelli; oppure potrebbe essere indispensabile per gestire una serie di potenziometri virtuali, per farli diventare accessibili fisicamente senza andare a selezionare col mouse tra i vari plugin; oppure potrebbe servire a gestire un mixer digitale, e probabilmente in quest’ultimo caso sarà comodo avere un controller dotato di una serie di fader, che si interfacci con il banco virtuale.
Questi appena mensionati sono solo tre tra gli innumerevoli esempi di utilizzo, e il mondo dei controller MIDI è veramente pronto a offrire una soluzione tagliata per ogni caso, anche i più originali ed inconsueti.
Le variazioni sul tema sono veramente centinaia, e questo non può che essere positivo per chi produce musica. Proviamo a orientarci, selezionando alcuni tra i più rappresentativi per ogni caso, spaziando tra i capostipiti delle varianti principali, tenendo anche conto che essendo il controller MIDI per vocazione camaleontico, può anche esistere ibridato ad altre funzioni, come ad esempio quelle di campionatore.
Per evitare ridondanze con la nostra guida ai migliori campionatori sul mercato, abbiamo cercato di selezionare esempi che non andassero a sovrapporsi con altri mondi degli strumenti da studio o da live.
Si tenga conto che nel riferirci a controller MIDI non sottintendiamo automaticamente che tutti e proprio tutti gli strumenti menzionati abbiano le porte MIDI nel loro pannello posteriore, dal momento che alcune si possono collegare unicamente via USB o addirittura Bluetooth.
Per controller MIDI intendiamo bensì strumenti che comunicano con il protocollo MIDI, cioè che scambiano quella specifica tipologia di segnali digitali, che possono passare anche attraverso porte alternative alla familiare spina a 5 poli. Se abbiamo inserito pochi controller a tastiera, il motivo è perchè abbiamo preferito prendere esempi puntando sulla versatilità e l’ambito dei controller MIDI dotati di tastiera è talmente vasto da essere quasi un mondo a sé, dove diviene necessario che un musicista provi con mano le tastiere, che possono essere più o meno realistiche, più o meno smooth, e offerte in una varietà tale da coprire qualsiasi gusto personale.
KORG NANOKEY 2
Minuscola e comodissima tastiera MIDI della Korg, ideale per i setup ultraleggeri, ma soprattutto in viaggio. Estremamente sottile e leggera, si collega via USB, quindi la sua vocazione è unicamente per l’uso con laptop o computer. Si interfaccia in maniera immediata e si può calibrare tramite il software gratuito Korg Kontrol Editor. Fa tutto ciò che farebbe una tastiera midi, quindi oltre a mandare messaggi di nota, è possibile anche trasporre l’ottava ed effettuare modulazioni, pitch bending e sustain.
Questo controller midi, venduto sul sito di Amazon a 49 euro, è disponibile in due colori, bianco e nero, e fa parte di una serie di controller MIDI tutti più o meno della stessa taglia e tutti alternativi tra loro, che comprendono anche il Korg NanoPAD 2 dotato di 16 pad sensibili alla dinamica in 4 banchi, il NanoKONTROL 2 che invece è fondato su 8 fader ideali per controllare il mixer durante l’esibizione live. La serie è stata recentemente estesa dai due NanoKEY Studio e NanoKONTROL Studio, alimentate sempre via USB (o a batterie) e che supportano inoltre la connettività wireless tramite Bluetooth.
NOVATION LAUNCH CONTROL XL
Prezzo contenuto (venduto su Amazon a 163 euro) e molte, molte possibilità. Il Launch Control XL della Novation è una superficie di controllo dalle dimensioni e peso molto contenuti che offre la possibilità di mappare perfettamente Ableton Live (fa parte della grande gamma di controller tagliati appositamente per tale DAW, ma non unicamente con essa – ad esempio si predispone benissimo anche per FL Studio 12 ed altre) attraverso 24 potenziometri, 8 fader e 16 pulsanti, nonchè con alcune utility come tasti posizionati a lato per scorrere all’interno di menu o accendere e spegnere tracce.
Inoltre, può essere integrata dal Launch Pad sempre della Novation, per una più profonda e completa mappatura che arriverebbe a comprendere anche il controllo delle clip da lanciare durante la performance. La serie si completa con la Launch Control (senza “XL”), versione più piccola con una fila in meno di potenziometri e priva di fader, con la Launch Key, controller dotato anche di mini-tastiera a 25 tasti, e con la Launch Key MKII di taglia ben più grande con tasti di dimensione regolamentare. Due ottime alternative, nella sua categoria, sono l’AKAI APC Mini e il LIVID DS1, più prestanti ma anche più dispendiosi.
BEHRINGER BCR2000
Talvolta si leggono critiche nei confronti della Behringer per via di prodotti ritenuti sì molto economici, ma anche poco durevoli e affidabili. Tuttavia, quello del BCR2000 non è uno di questi casi. E’ un controller MIDI particolarmente rispettato, in plastica ma al contempo abbastanza spartano e per questo meno fragile di quanto si possa immaginare a guardarlo, anzi spesso viene considerato un buon controller MIDI “da combattimento”.
Queste caratteristiche lo rendono anche assai intuitivo da utilizzare, grazie anche all’ulteriore ausilio di 32 preset da poter salvare e richiamare. Presenta un pannello praticamente costituito da encoder in tutta la sua interessa, 32 in totale, con indicatore LED. E’ imparentato con il BCF2000, stesso tipo di strumento ma che al posto di tre delle quattro file di encoder, presenta fader motorizzati dalla corsa particolarmente lunga.
ARTURIA BEATSTEP PRO
Sicuramente nel top 3 dei controller più versatili sul mercato attualmente. E’ difficile trovare un setup che non la comprenda, e non stiamo esagerando. Forse il suo successo è dovuto proprio al know-how del brand francese Arturia in fatto di controller, in un periodo di particolare approfondimento del mondo hardware.
Il suo maggiore punto di forza, oltre al prezzo (viene venduto su Amazon a 259 euro) e alla trasportabilità, già di per sè eccellenti, è la possibilità di fare da ponte tra gli strumenti che comunicano via MIDI e gli strumenti che comunicano tramite messaggi CV/gate, ossia con segnali a controllo di voltaggio tramite jack e mini jack.
Per questo diviene risolutiva in setup che comprendono sintetizzatori modulari, facilmente controllabili e sincronizzabili attraverso la connettività di cui la Beatstep Pro dispone, tra un’abbondanza di MIDI, DIN sync, USB, e CV/Gate con clock in e out. La sua anima è costituita da due sequencer indipendenti, che arrivano a un massimo di 64 step ciascuno.
E oltre a fare da centralina per coordinare strumenti che dialogano, elettronicamente parlando, “diverse lingue”, offre una serie di comodità per la performance, come funzioni di looper, randomizer, swing e la possiblità di utilizzare i suoi 16 pad retroilluminati come una drum machine.
AKAI MPC STUDIO
E’ un controller leggero, sottile e trasportabile, molto elegante e ben fatto, come componenti e solidità. Come tipicamente ci si potrebbe aspettare dalla filosofia AKAI, il suo disegno di base viene dai leggendari MPC, quindi con il suo stesso tipo di workflow, e naturalmente non poteva non presentare il tipico assetto dei 16 pad retroilluminati e sensibili alla pressione.
Stavolta però siamo di fronte ad una delle ultime versioni, alimentate a USB e che sfruttano la capacità di processamento del computer per lavorare al meglio, come secondo la nuova linea di pensiero dei controller e dei campionatori AKAI.
Presenta enormi capacità di sequenziamento, fino a 128 tracce e fino ad una polifonia di 64 suoni. Compatibile con plugin in formato VST e AU e con un grande schermo LCD che può arrivare a riportare tutto ciò che serve senza guardare lo schermo del computer.
E’ possibile acquistare l’Akai MPC Studio su Amazon a 399 euro.
NOVATION REMOTE (ZERO) SL MKII
Versatilissima, molto user friendly e dai materiali affidabili, la Remote SL MKII esiste come di consueto per i controller MIDI in più versioni: una unicamente in formato “desktop” chiamata appunto “zero”, più compatta, senza tastiera ma che conserva i numerosi controlli a disposizione; una versione a 25 tasti ed una a 49, a seconda dello spazio a disposizione, delle esigenze di trasporto o del tipo di musicista che la adopera.
Un performer che vuole avere sotto mano fisicamente i pannelli della sua DAW, probabilmente opterà per la versione desktop, un musicista con l’esigenza di comporre e suonare al volo temi o linee di basso forse troverà più utile quella con tastiera a 25 tasti, mentre un musicista più incline an approccio classico con la musica elettronica intenderà probabilmente valorizzare la propria tecnica pianistica con la versione a 49 tasti.
Interamente mappabile e dotato di possibilità di automap (il cui relativo software è incluso) con moltissime DAW, i comandi sono tutti sensibili alla pressione, come ovviamente anche la tastiera. La Novation Remote SL MKII è una tra le nostre preferite nella categoria di controller MIDI tuttofare, con un po’ di tutto nel loro pannello, generalmente molto user friendly e complete, ma volendo andare a scavare si scoprirà che esistono decine, o forse anche centinaia di controller MIDI di questo formato e con un’organizzazione simile. E’ disponibile su Amazon a questo link.
ROLAND-CAKEWALK A-500 PRO
Controller MIDI sottovalutato ma molto apprezzabile (anche perchè costa soltanto 250 euro circa), anche questo in varie taglie che cambiano nelle ottave della tastiera: A300 Pro a 32 tasti, A-500 Pro a 49 tasti, A-800 Pro a 61 tasti.
Nata inizialmente da una collaborazione tra Roland e Cakewalk, ma ora passata sotto il controllo integrale di Roland. E’ molto comoda e programmabile in ogni sua parte, la tastiera è sufficientemente piacevole così come i pulsanti, sui quali ci si muove in comodità per esempio nel finger drumming, principalmente per via del gran margine di sensibilità e spazio per destreggiarsi.
La componentistica è buona, ispira una certa solidità. Non presenta possibilità di automap ma si rende versatile per adattarsi alle principali DAW in circolazione, anche se la perfezione la si può esperire accoppiandola all’uso di Sonar, software per la quale è ottimizzata sempre proprietario della Roland e che si trova incluso nella confezione.
ABLETON PUSH 2
Il più famoso e principale controller per Ableton, disegnato dalla stessa casa produttrice per essere la più perfetta interfaccia tra te e il software. Moltissimi controller MIDI sono tagliati appositamente per Ableton, e dopo anni di predominio dell’AKAI APC40, il Push 2 è ad oggi quello ufficiale per eccellenza.
E’ un hardware che permette di muoversi con agilità sia nella composizione e nell’arrangiamento, sia nella performance. Il suo schermo permette di visualizzare i parametri su cui si sta intervenendo, con i relativi valori, nonchè la forma d’onda dei suoni che stiamo manipolando.
E’ in vendita sul sito italiano di Amazon a 599 euro (nel prezzo è compreso Ableton Live 9)
Con un po’ di pratica si può arrivare a suonare usando Push fino al punto che non diviene più necessario guardare lo schermo del laptop.
NATIVE INSTRUMENTS MASCHINE MKII
La Maschine è antecendente ad Ableton Push e si propone anche essa come controller finalizzato a sposarsi in toto con un software di produzione musicale.
Esiste in varie versioni, come la Mikro, la Studio e la nuovissima Jam, differenti taglie e varianti a seconda delle esigenze. Sviluppata attorno al concetto di groovebox, viene spesso e volentieri utilizzata come campionatore, complici anche i sedici pad retroilluminati che ricordano il tipico pannello dei campionatori AKAI.
Molto predisposta quindi alla creazione, manipolazione e improvvisazione nella parte ritmica della performance, non si sottrae comunque a una certa versatilità per quanto riguarda l’interfacciamento con VST e plugin Audio Units. E’ senz’altro molto utile anche a controllare altri strumenti hardware che supportino, chiaramente, la connettività MIDI.
ROLI SEABOARD RISE
Una delle più notevoli novità ed innovazioni del 2016, la Roli Seaboard Rise è disponibile in due taglie: 25 tasti e 49 tasti. A parte la sua indubbia bellezza, stupirà subito l’ottimo feeling che si instaura provandola.
Può sembrare strano, ed effettivamente è insolito, avere tra le mani una tastiera che non ha semplicemente una serie di tasti come quelli di un pianoforte distinti, ma bensì tutti in continuità tra loro come un’unica onda che li unisce senza fessure e si estende anche sopra e sotto di loro.
Questo perchè si tratta di una tastiera che va oltre i consueti limiti dell’interazione tattile a cui siamo abituati quando suoniamo. Le note suonate su questi tasti, che rispondono in maniera molto sensibile ma al contempo molto controllabile, possono essere istantaneamente modellate muovendo il dito su e giù lungo il tasto, ma anche lievemente a destra o a sinistra, andando a creare effetti di pitch-bend o di modulazione del filtro o di altri parametri impostati a piacimento.
Inoltre, si può suonare anche al di sotto e al di sopra della tastiera “keywave” trattando la fascia sottostante o soprastante come un unico ribbon in cui l’altezza della nota varia in maniera non quantizzata.
E’ compatibile naturalmente con una serie di hardware e software e viene venduta insieme al suo software dedicato, Equator, un sintetizzatore disegnato per rendere giustizia alle sue potenzialità e alla sua filosofia di utilizzo. Anche in questo caso la comunicazione è via MIDI ma non c’è fisicamente la porta MIDI, bensì si utilizza l’USB o la connettività Bluetooth.
Il prezzo è sopra la media: 1364 euro (disponibile su Amazon)
LINNSTRUMENTS
Siamo di fronte a un controller MIDI di fascia decisamente alta, un progetto del tutto particolare che viene dalla casa di Roger Linn, un’istituzione in questi termini. La rivista “Keyboard Mag” lo definisce una sorta di “antitastiera“, dal momento che permette di suonare strumenti virtuali senza però l’impostazione classica a mo’ di piano con tasti bianchi e neri.
Il Linnstruments infatti è disegnato per assomigliare di più ad uno strumento a corda che a un piano. Ha infatti l’aspetto di un controller desktop basato su una griglia 8×25, dove ogni tastino è una nota. Si parte da F#0 (cioè il fa diesis quattro ottave sotto quella centrale standard) e si procede cromaticamente muoversi orizzontalmente di tasto in tasto.
Se invece ci si concentra sulle varie colonne, quindi osservando la disposizione in verticale dei tasti, si vedrà che salendo all’interno di una colonna si procede per quarte. Questa organizzazione dei due assi orizzontali e verticali simula la stessa filosofia degli strumenti a corda, dove ogni tasto separa note cromaticamente vicine e ogni corda è una quarta sopra la precedente.
I pulsanti sensibili alla pressione (con aftertouch polifonico!) e alla posizione possono anche rispondere con un vibrato se si fa oscillare il dito sopra, proprio come negli strumenti acustici e nella Roli Seaboard Rise. Sono retroilluminati da LED che aiutano la visualizzazione delle scale e in un certo senso danno un feedback durante la performance.
In modalità “edit”, la “antitastiera” 8×25 diventa una griglia dove è possibile programmare i vari parametri (scritti direttamente sopra e sotto, sulla scocca del controller MIDI) controllando il tutto con gli stessi pulsanti in maniera piuttosto intuitiva.
Paolo Castelluccio