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Giuseppe Scaccia, aka D-Leria, si sta affermando sempre di più come uno dei punti cardine della scena techno italiana. Il suo primo album, “Driving to Nowhere” è in uscita sulla sua etichetta Delirio tra pochi giorni e noi abbiamo avuto l’occasione di porgli diverse domande  di avere la title-track in anteprima assoluta.

Partiamo dalle tue radici. Sappiamo di te che prima di iniziare il tuo percorso nel mondo della Techno producevi musica intorno ai 200 bpm, distorta e aggressiva. Raccontaci come, quando e perchè hai deciso di abbandonare la scena hardcore.

Riguardo la produzione ad essere sincero ci provai qualche anno prima, nel 2009 circa. Conobbi Gabriel Cage (ad oggi Ken Karter) per fare dei mastering su alcuni miei brani hardcore di allora e tra una chiacchiera e l’ altra, varie conoscenze tra cui Vsk che lavorava nel suo studio, mi sono fatto coinvolgere immediatamente.

Iniziai quindi a produrre sia acid che cose molto hardgroove influenzato dalla techno fine anni 90… Ci stavo provando insomma, con l’ intento di abbandonare definitivamente il mondo della gabber fino a quando è arrivata la chiamata da Amsterdam, chiedendoCI (suonavo insieme mio fratello gemello) di suonare ad uno dei festival Early Rave più importanti di quel periodo e di entrare in un agenzia che ci avrebbe permesso di suonare in vari eventi olandesi.

Quindi pensai che avevo passato quasi 10 anni a buttare sangue su quel progetto, e lasciare tutto in quel momento in cui stavano arrivando i primi risultati non era proprio una buona decisione.

Alcuni anni dopo accaddero alcuni avvenimenti che mi fecero riflettere ancora una volta, tra cui in una delle mie ultime serate abbandonai la consolle dopo 20 minuti, lasciando mio fratello da solo.

Successivamente mi ricoverai per un lungo periodo a causa di varie patologie,  così pensai durante la convalescenza che era arrivato il momento giusto per voltare pagina definitivamente.

Sono passati 4 anni da quando hai iniziato questo nuovo percorso. Come mai il primo album adesso?

Penso sia importante mettersi in gioco solo quando si è pronti.

Durante questi anni ho testato la mia musica pubblicando vari EP, ma solo ora posso dire di aver trovato finalmente il mio suono.

Giuseppe Di Leria/ D-Leria/ Delirio/. Questo gioco di parole ci fa riflettere sul tuo nome d’ arte dato che nel tuo album che abbiamo qui davanti abbiamo notato che ‘Di Leria’ non è il tuo vero cognome. Da cosa salta fuori quindi il tuo moniker?

Stavo cercando di anagrammare la parola ‘Delirio’ in quanto vorrei trasmettere la stessa sensazione durante le mie performance.

I vari risultati mi ricordarono il titolo di una traccia acid/ gabber del 1993 uscita su una sublabel della ID&T, nonchè uno dei miei dischi preferiti. Ho voluto quindi onorarla siccome provengo da quei generi.

Ti abbiamo visto crescere all’ Affekt club di Frosinone come Dj resident, suonare in altri club di tutto rispetto come il Tresor e Sound Department, e in alcuni festival ed eventi importanti soprattutto in Italia tra cui il Freefield fest, Timeshift e Nature Beat preview. Poi hai smesso di suonare e pubblicare la tua musica per un bel po. Cosa ti ha portato a questo periodo di pausa?

Nel 2017 diedi vita a Delirio, e da quel momento in poi ho concentrato tutte le mie forze per far crescere bene l’ etichetta. Poi qualche mese dopo, una volta risolto tutti i problemi di salute, mi sono trasferito a Berlino, e la prima cosa che ho fatto è stata trovarmi un lavoro che mi avrebbe permesso di pagarmi tutto l’ album, gli EP, lo studio e l’ affitto.

Dopo aver affrontato tutte le spese, ho deciso di ritornare in scena partendo appunto da quest’ album.

La scena techno è in continua evoluzione. Parlando dei generi che maggiormente si sono stabiliti negli ultimi anni passando dalle sonorità deep, all’ industrial e all’ EBM, come stai vivendo quest’ evoluzione e soprattutto quali sono gli artisti che più ti interessano in Italia e all’ estero?

Porto rispetto per chiunque arriva nella scena producendo qualcosa di innovativo, nonostante non segua la maggior parte di essi. Al contrario invece, non trovo interessante chiunque riporti alla luce un genere passato, o comunque generi ‘scontati’ solo per arrivare il più presto possibile al successo.

Riguardo gli artisti che più mi interessano al momento ce ne sono, e ne stanno arrivando tanti. Tra gli italiani potrei citarti sicuramente Domenico Crisci, che nonostante il suo suono sia molto distorto, riesce sempre ad essere elegante. Mentre per l’ estero, oltre al mio artista preferito Stanislav Tolkachev che riesce sempre ad impressionarmi, cito direttamente la Northern Electronics, dato che acquisto quasi ogni release, soprattutto quando pubblicano i padroni di casa. 

Ascoltando l’ album ci viene da pensare che sia registrato dal vivo, proprio come la politica che tu stesso hai adottato per la tua etichetta. 

In che modo hai prodotto le tracce che hai scelto per completare l’ album?

La maggior parte delle mie tracce sono jam session di 20/ 30 minuti che poi vado a ritagliare ed editare. Le macchine che ho usato maggiormente sono l’ Analog four, Vermona Drm1, Virus Ti e Sherman filterbank. In alcune tracce ho usato anche  la TR 909, M.Brane 11, 2 Pole filter e vari pedali ed effetti.

In molte delle mie produzioni ho iniziato o concluso la traccia con una semplice dissolvenza. Mi piace pensare a quando da teenager ascoltavo dei dj set registrati durante grandi eventi i quali iniziavano e finivano in dissolvenza, dato che erano solamente piccole parti registrate di lunghe performances. Quindi ciò che veniva prima e dopo la dissolvenza, rimaneva per me un mistero, come se quel dj set sarebbe durato all’ infinito non potendo sapere cosa sarebbe successo né prima, né dopo. 

Quelle registrazioni (che potevano essere di Tiesto, Nasenbluten o dei Prodigy) hanno influito parecchio sulla mia musica, tanto che ho riportato quella massima compressione e intensità sulle mie produzioni.

Se dovessi scegliere una traccia dell’ album che più ti rappresenta, quale sceglieresti?

Non saprei risponderti.. ogni traccia è stata concepita in un certo momento della mia vita durante avvenimenti positivi e negativi. Vorrei dirti tutte, ma sicuramente la title track, che avete anche selezionato per la premiere, rappresenta al massimo il tipo di suono in cui ho lavorato fino adesso, e che propongo soprattutto durante le mie performance.

Ho sempre amato quella techno percussiva della fine degli anni 90, è forse per me il vero concetto di techno dance-floor. Tutti i pionieri di quel genere hanno preso altre strade, lasciando morire silenziosamente quel groove generato da tamburi e percussioni.

Ho voluto quindi riprendere quel genere, evolvendolo e sviluppandolo in modo più elegante.

ti consideriamo un ricercatore di talenti, tanto è vero che ti abbiamo invitato su Parkett per presentare un nuovo canale podcast dove presenterai alcuni dei tuoi artisti e altri ospiti da te rispettati, a partire da Gennaio 2019 (spoiler) 

In che modo selezioni gli artisti e le tracce da pubblicare su Delirio?

Oltre alle richieste che faccio direttamente ad alcuni Artisti che stimo molto, ascolto con piacere tutte le demo che mi arrivano sulla mia e-mail.

Tra i primi 10 EP già pubblicati c’è ad esempio ‘Gaia Aeterna’ di Prg/M, che ho confermato al primo ascolto. 

Anche il prossimo LP che uscirà ad inizio 2019 di Simone Giudice mi è stato inviato per e-mail, e la cosa che più mi ha colpito è stato ricevere proprio quello che cercavo per l’ etichetta. 

Ho passato tutto l’ inverno scorso ad ascoltarlo non appena tornavo a casa stremato dal lavoro. Con questo intendo dire che tutte le releases pubblicate su Delirio non sono pensate per la massa, ma semplicemente per me stesso. Ogni traccia devo sentirla come fosse mia.

Se poi gli EP funzionano, ben venga! Ma ciò che mi importa veramente è pubblicare prodotti immortali, oltre al fatto di dare spazio a produzioni registrate live (o almeno gran parte) disinteressandomi quindi di proporre materiale ‘perfetto’ e più adatto al dancefloor.

Su Delirio non voglio pubblicare un genere ben definito, ma artisti IDM che abbiano un proprio stile, senza essere la brutta copia di qualcuno.

prossimi progetti come D-Leria e su Delirio? Hai già pianificato qualcosa per il prossimo anno? 

Con 10 EP già pubblicati ed il mio album ho appena finito di crearmi una base da cui poter iniziare a lavorare sullo showcase della label e su ‘Delirio in Berlin’, un evento che si terrà ogni 3/4 mesi circa a Berlino.

Riguardo l’ etichetta, ho già programmato i prossimi EP che usciranno su DLR durante il 2019, poi un altro album su DLP e una compilation che sarà pubblicata su cassetta, inaugurando un altro catalogo dedicato agli amanti del suono registrato su nastro.

Mentre io torno finalmente in studio a produrre dopo tantissimo tempo. Ho già dato vita alla mia omonima etichetta raggruppando alcune produzioni già pubblicate tra il 2015 e 2017 su varie etichette. La nuova label sarà orientata soprattutto all’ambito dance-floor, pubblicando di volta in volta produzioni appena sfornate. 

Sappiamo che il 20 dicembre si terrà l’ album release party all’ Arena club di Berlino. Come ti stai preparando a questo evento? Hai già altre date in programma?

Torno finalmente a suonare in questa città dopo 2 anni, e lo farò in compagnia di altri due artisti che pubblicheranno successivamente su Delirio.

Riguardo la selezione dei dischi farò come ho sempre fatto fino ad ora; riempirò le mie tre valige differenziandole da dischi per l’ apertura, a quelli per la parte centrale, e per la chiusura.

Non sono un amante dei dj set piatti, mi piace crescere man mano, andare in progressione, come fosse una macchina che si accende, parte e poi decolla.

Il giorno dopo suonerò a Campobasso, e sto aspettando la conferma di altre due serate prima della fine dell’ anno. Poi inizierò a lavorare sull’ album tour, sperando di suonare il più possibile dato che adesso più che mai ne sento il bisogno.


ENGLISH VERSION

Let’s start from your roots. We know that you used to produce aggressive 200 bpm music before starting your Techno career. Tell us how, when and why you decided to leave the hardcore scene.

Talking about productions, to be honest I started around 2009. I knew Gabriel Cage (Ken Karter) to do the masterings of some hardcore tunes. Between a chat and the other I knew Vsk, who was working in his studio, and I got sentimentally involved.

So I started producing acid and hardgroove 90’s techno-influenced things…I was trying, with the aim of definitely leaving the gabber world, until I got from Amsterdam. They asked us (I was playing with my twin brother) to play at one of the most important Early Rave festival of that time and to be part of an agency that would have let us play in several Dutch events.

So I thought that I had spent 10 years on that project, and leaving everything when the first results were coming wasn’t a good idea. Some years later some happenings made me think about my life once again. In one of my last gigs I left the booth after 20 minutes, leaving my brother alone.

Four years have passed since you started your new path. Why releasing the first album now?

I think it’s important to get involved only when you’re ready. During these years I tested my music releasing several EPs, but only now I can say that I found my sound.

Giuseppe Di Leria/ D-Leria/ Delirio/. This word game make us think about your moniker, since your real surname isn’t “Di Leria”. How did you create this moniker? 

I was trying to anagram the word “Delirio” because i wanted to convey the same sensation during my performances.

The results made me think about the title of am acid/gabber track from 1993, released on a ID&T sub-label, and one of my favourite records. I wanted to honor that track.

We saw you grow at Affekt Club, Frosinone, as a resident dj, play at important clubs like Tresor and Sound Department and at festivals like Freefield, Timeshift and Nature Beat. Then you stopped playing and releasing music for a while. Why this pause?

In 2017 I created Delirio and from that moment I focused all my energies on making the label grow well. Some months later, once I started to feel good, I moved to Berlin and the first thing I did was finding a job that would have let me pay for my albums, EPs, the studio and the rent.

After all these costs, I decided to come back on stage with this album.

The Techno scene is costantly changing. Talking about the main genres of the last years, how are you living this evolution and which artists are you more interested in?

I have respect for who produces something innovative, even though I don’t know each and every one of them. On the other side, I don’t think that everyone who brinks back old genres is interesting.

Talking about the artists I find interesting, there’s a lot of them. Between the italian ones, I could say Domenico Crisci, whose sound can be elegant, even though it is quite warped. Between the foreign ones, my favourite artist is Stanislav Tolkachev, who always impresses me. I also say Northern Electronics, because I buy every release.

Your album sounds like a live recording, a choice that is very much consistent with the overall philosophy of your own label. How did you produce the tracks for this album?

The majority of my tracks originate from 20-30 minute jam sessions, that I then edited and cut. I used machines like Analog four, Vermona Drm1, Virus Ti and Sherman filterbank and in some other tracks also TR 909, M.Brane 11, 2 Pole filter and other effects.

Many of my productions start or finish with some kind of fading effect. I like to think at when I was a teenager and I was listening to these DJ sets recorded during big events which were all starting or finishing with fading effects, as these were actually smaller parts of sets recorded during longer performances. So everything coming before or after that specific effect was for me so mysterious, kind of like a never-ending set for which I didn’t know the start nor the end. Those recordings could have been from Tiesto, Nasenbluten or the Prodigy and they really influenced my music, so I tried to replicate that same intensity and compression in my productions too.

If you were to pick a track from this album that best represents you, which one would you choose?

I can’t answer this question, because every track relates to a specific moment of my life, to positive and negative events and happenings so they are all equally important. I would say all of them, but surely the title track that you chose to premiere on Parkett is the best expression of the sound I have been working on till now.

I have always loved that percussive type of techno from the 90’s, that’s my idea of techno for the dance-floor. All the pioneers of that genre have now chosen other paths for their sound, kind of letting that groove made of drums and percussions slowly die. I wanted to give new life to that, working on it to make it modern and more elegant perhaps.

We always thought of you as a true talent scount: that’s why we have invited on Parkett to host a new podcast series, starting in January 2019 (spoiler!), where you will showcase the work of some of the artists you like. How do choose the artists for Delirio?

I usually go and contact artists that I like and respect, but I also listen to all the demos that people send at my e-mail. Among the first 10 EPs already out, you will find for example ‘Gaia Aeterna’ from Prg/M that I chose after the first listen. The next LP out on the label is from Simone Giudice and it’s something he sent me directly via e-mail: what surprised me was receiving exactly what I was looking for, in that specific moment. I spent all of last winter listening to it, after coming back home from work. This is to say that all the releases out on Delirio are not chosen for the mainstream listening, but first of all for myself: I have to feel a track is good for me, before confirming it.

If then the EPs work well, I am obviously happy but I am interested in putting out something eternal, possibly live recordings and I don’t care much about releasing stuff that’s perfect or strictly made for the dance-floor. I don’t have a genre in mind for Delirio: I want IDM artists with their own style, who are not the copy of someone else.

Upcoming projects as D-Leria and on Delirio? Do you have plans for next year?

With 10 EPs already out and an album from myself, I will start planning a label showcase soon, together with ‘Delirio in Berlin’, an event happening every 3-4 months in Berlin.

With regards to the label, I have a few EPs to be released in 2019, another album on DLP and a compilation on cassette, to start a new interesting project for all the fans of this type of recording. I will also come back to the studio and start producing again. I already have my own label D-Leria where I put out some stuff I made from 2015 to 2017 on other labels.

My new label will be dance-floor oriented and with new releases only.

On the 20th December, you’ll play at Arena Club in Berlin for your album release party. How are you preparing for the event? Are there other dates planned for this?

After 2 years, I am finally back to Berlin, playing with other two artists who will release on Delirio too. Regarding my selection for the event, I will bring a lot of different tracks: some for the start, some for the central part and some others for the end of the set. I don’t like sets that always keep the same level and type of sound, I like to build up an atmosphere and think of the set as an engine that starts slowly and then take off.

The day after that part, I will be playing in Campobasso and I am waiting for some other dates to be confirmed.

I will then start working on the album tour, hoping to play as often as possible, as this is something I really need, especially now.

Traduzione a cura di Stefania Trinchero