L’outtake in studio dei Daft Punk sarà presente nella prossima ristampa per l’anniversario di “Random Access Memories”.
Non sembra vero ma sono passati già dieci anni dalla pubblicazione di “Random Access Memories”, quarto e ultimo album in studio dei Daft Punk.
Rilasciato il 17 maggio del 2013, il disco riscosse subito un gran successo di pubblico e critica vincendo due Grammy e diversi riconoscimenti.
Adesso, in occasione del decimo anniversario dell’album, verrà pubblicata un’Anniversary Edition che conterrà circa 35 minuti di musica inedita su nove tracce.
Anche se, su i loro profili, Thomas e Guy-Man hanno già inserito un outtake inedito di “Give Life Back To Music”, ascoltabile più avanti nell’articolo.
Una versione demo del brano, contenuto proprio nel loro ultimo album, che farà parte della prossima ristampa in uscita il 20 maggio.
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L’outtake di “Give Life Back To Music”
Già l’album del 2013 aveva il chiaro intento di rendere omaggio alla musica di fine anni settanta e dei primi anni ottanta, particolarmente influenzata dal sound elettronico e futuristico della musica house, avendo però come punti di riferimento niente meno che “The Dark Side of the Moon” dei Pink Floyd e l’omonimo disco del 1975 dei Fleetwood Mac.
Ascolta di seguito l’outtake in studio di “Give Life Back To Music” dei Daft Punk.
Inoltre, un comunicato uscito a nome del duo francese afferma che questa demo “offre agli ascoltatori uno sguardo sull’evoluzione della traccia e mostra l’importanza di tutti gli elementi che la compongono e il modo in cui lavorano insieme per creare il risultato finale“.
“GLBTM (Studio Outtakes)”, della durata di sei minuti, è quindi una prima versione senza lavoro di produzione del noto brano.
Ultimamente, poi, Thomas Bangalter ha anche spiegato in un’intervista le vere ragioni della separazione dei Daft Punk, i quali nel 2021 avevano annunciato lo scioglimento dopo 28 anni di carriera.
A suo dire il problema era proprio il rapporto con le figure cui avevano dato vita che, per quanto amassero, stavano piano piano schiacciando le loro identità.
La sua più grande paura, infatti, era proprio quella di diventare un tutt’uno con il personaggio, col suo alter ego robotico.
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