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Il rinomato producer e dj Dario Sorano si racconta su Parkett presentando Hybrid, la sua giovane label.

Dario Sorano, rinomato DJ e produttore originario di Napoli, ha fondato l’etichetta Hybrid Records con una visione chiara su come contribuire all’evoluzione della scena techno, sia localmente che a livello globale.

Le sue collaborazioni con artisti di assoluto valore come Jeff Mills, Joey Beltram, James Ruskin, Dj Rush, Richie Hawtin,  hanno aiutato a plasmare il suo percorso artistico e il suo suono, mentre la sua determinazione a mantenere la propria identità musicale lo ha spinto a creare tracce uniche e innovative.

Con un background musicale diversificato, la sua esperienza con strumenti come il pianoforte e la batteria ha influenzato in modo significativo il suo approccio unico alla produzione techno.

L’ eredità musicale di Napoli, inclusi i nomi come James Senese, Pino Daniele e Enzo Avitabile, si riflette nei testi accuratamente intrecciati con il ritmo nelle sue produzioni. Nonostante la sua esperienza nella scena techno napoletana, Dario ha cercato costantemente di creare uno stile distintivo, enfatizzando la diversificazione sonora nella sua musica.

Il suo ruolo nel plasmare il futuro del panorama techno, sia in termini di innovazione che di superamento dei confini, si basa sulla sua dedizione all’ascolto, all’eclettismo e alla promozione di artisti innovativi come Merimell e Bootstrap.

Merimell at Tank – Serbatoio Culturale

Merimell è un’importante figura nel panorama della musica Techno in Estonia, riconosciuta come la prima lady del genere nel suo paese. La sua affermazione nel settore è stata confermata da una serie di successi sia a livello nazionale che internazionale nel corso degli ultimi otto anni. Inizialmente notata per la sua vittoria in un concorso locale per DJ, ha attirato l’attenzione di luminari dell’industria come Dubfire e Loco Dice, grazie alla qualità distintiva delle sue produzioni.

La sua impronta nel mondo della musica Techno è stata consolidata attraverso una serie di pubblicazioni su label prestigiose, tra cui Desolat di Loco Dice, Unknown to the Unknown di DJ Haus e Killekill. Il riconoscimento internazionale è stato ulteriormente sancito con il titolo di “Track of the Year” assegnato al suo brano “Workout” dal rinomato canale di notizie THUMP/VICE.

Oltre alle sue realizzazioni nel campo della produzione musicale, Merimell ha dimostrato un impegno costante nella promozione e nello sviluppo della cultura Techno attraverso la sua attività come conduttrice del programma radiofonico “Machine Nation” e come organizzatrice di eventi, precedentemente ospitati su Raadio 2 e Club Studio a Tallinn.

In una recente intervista Merimell ha condiviso riflessioni pertinenti sulla sua esperienza personale esaminando l’impatto sul suo processo creativo e sulla sua carriera di DJ. Inoltre, ha espresso visioni promettenti sul futuro dell’industria musicale, esplorando le possibili direzioni e le loro implicazioni per gli artisti e la scena Techno nel suo complesso.

L’etichetta Hybrid quindi, fondata da Sorano, ha guadagnato riconoscimento internazionale per il suo impegno nel scoprire e promuovere sia nuovi talenti che artisti consolidati nella scena della musica elettronica.

Noi di Parkett abbiamo fatto una piacevole chiacchierata con Dario Sorano prima dell’esibizione live avvenuta al Tank- Serbatoio Culturale di Bologna, in occasione dello showcase di Hybrid Records per Cemento Armato.

Dario Sorano live at Tank – Serbatoio Culturale

Cosa ti ha ispirato a fondare Hybrid e come pensi che possa contribuire all’evoluzione della scena techno?

Hybrid è la mia secondogenita, prima di lei ho fondato Pitch Perfect ed infine, l’ultima nata è Zionois. Quando ho creato Pitch Perfect la musica techno era un po più lenta rispetto a quella odierna e stava iniziando il periodo di transizione, andando verso sonorità più spinte, dure. In quegli anni feci la collaborazione con Ritchie Hawtin, la traccia si chiama Hybrid Acid ed è stata l’ispirazione che mi ha spinto a creare Hybrid. 

Dato il tuo background musicale diversificato, in che modo l’esposizione a diversi strumenti musicali e generi ha influenzato il tuo approccio unico alla produzione techno? Quando hai iniziato a suonare?

Suonare uno strumento è fondamentale. Con la tecnologia di oggi, un computer e un mouse ci metti davvero poco a fare una traccia techno, ma chi ha orecchio davvero per intendere nota immediatamente la qualità scarsa della traccia. Studiare musica, impararla a scuola, suonare uno strumento anche il più semplice non può che allenare il tuo orecchio a ricercare continuamente la qualità del suono. A me ha aiutato tantissimo suonare il pianoforte e suono la batteria da più di vent’anni.

Collaborare con artisti rinomati come Jeff Mills e Richie Hawtin deve essere stata un’esperienza incredibile. Puoi condividere con noi come queste collaborazioni hanno plasmato il tuo percorso artistico e il tuo suono?

Con Jeff Mills ci ho lavorato con il suo progetto Jazz, quando è venuto qui a Napoli per esibirsi con Electronic Jazz Fusion mi sono occupato della parte fonica. Assieme a lui c’erano il tastierista giapponese Yumiko Ohno, il bassista Kenji Jino ed il tastierista Gerald Mitchell, già membro con Mills degli Underground Resistance. Era la prima volta dagli Underground Resistance che Jeff Mills formava una nuova band.

Negli anni invece in cui conobbi personalmente Richie Hawtin, la mia musica girava già parecchio ed era suonata dai  big come Carl Cox, Nina Kravitz. Mi sorpresi notevolmente quando lui stesso scelse la mia traccia Hybrid Acid per includerla nel suo album live. Lavorare con lui è bellissimo perché è supersonico, sa tutto, è precisissimo.

Ho provato la stessa sensazione lavorando con Merimell, una delle artiste presenti su Hybrid Rec.: anche lei è molto professionale e precisa, considera che mi ha fatto rifare il master ben 5 volte fino al raggiungimento della perfezione. Produce da ben undici anni, ha una radio e sta lavorando ad un festival a Tallinn.

Talento, costanza, perseveranza ma soprattutto essere se stessi sono la chiave per far in modo che il tuo nome continui ad essere riconosciuto e che la tua musica sia sempre sulla cresta dell’onda.

I primi anni anche io mi lasciavo trasportare dalle mode del momento, rilasciando tracce che però non mi soddisfavano. Non le sentivo mie. Così un giorno mi sono fermato e mi sono chiesto cosa stessi facendo, perché, nonostante producevo non ero felice? Da lì ho capito l’importanza di fare musica che piace a me, che mi fa sentire libero. Durante i miei live si nota tantissimo questo aspetto, la chiamo proprio Musica. 

Con il crescente riconoscimento internazionale della tua musica, come immagini il tuo ruolo nel plasmare il futuro del panorama techno, soprattutto in termini di innovazione e superamento dei confini?

L’esperienza è un tassello fondamentale, avere un background musicale, saper ascoltare. Ecco, ascoltare è importante: ogni giorno artisti più o meno conosciuti mi mandano sample, promo per essere appunto ascoltati. Anche se magari la maggior parte è da scartare, io li ascolto tutti.  Hawtin mi disse : Devi diversificarti da tutto il resto, se vuoi davvero essere qualcuno.
Così il mio scopo è diventato trovare artisti diversi, che portassero appunto innovazione e arte in ciò che fanno.

Napoli ha un ricco patrimonio musicale. In che modo la tua crescita in questa città vibrante ha influenzato il tuo stile musicale e le tecniche di produzione?

Ho lavorato tanto con le organizzazioni napoletane, per circa dieci anni suonavo e organizzavo party qui a Napoli. Ma nonostante anni bellissimi, la mia voglia di emergere del tutto continuava a pressarmi in testa così decisi di staccarmi da quel mondo, concentrarmi sulle mie capacità e sulla mia musica diversa. Toccando paesi come Sud america, Germania, Francia, Spagna, e anche Italia, ho cercato sempre di portare cultura, musica e performance qualitativamente superiore rispetto alla media che c’era in giro. 

In quei tempi la scena techno napoletana era guidata da Gaetano Parisio e Marco Carola, quest’ultimo addirittura il primo italiano a suonare alla love parade. Avere la “cazzimma” me l’hanno insegnato loro e a livello di produzione credo che il kick mi abbia influenzato come suono più di tutti. 

Ma a differenza di come pensa la gente, la scena techno napoletana ha influenzato il mio sound davvero poco.

In quell’ambiente si usava una sorta di groove più meno sempre lo stesso ed io tendo invece a creare qualcosa di diverso, lasciando che tutto questo si percepisca ogni volta che si ascolta una mia traccia.

Ascoltando le mie produzioni si nota parecchio questa diversificazione ed è anche uno dei motivi appunto che mi ha spinto a creare altrettante diverse etichette. Sono nella scena da più di dieci anni, ho visto cambiare tante volte la musica techno in mille sfaccettature diverse, ma la base, il sound è senza dubbio è quello che usciva una volta dalle macchinette. 

Quanto ti ha influenzato la musica jazz e funk napoletana di fine anni 70, con nomi come James Senese, pino Daniele e Enzo Avvitabile?

Io sono nato e cresciuto con loro e devo dire che ne sono stato molto influenzato, ma anche da moltissimi altri generi. E’ importante anche l’uso dei testi che si incastrano perfettamente con il ritmo, ne sono affascinato e provo sempre a farlo anche nelle mie produzioni. 

Al Tank- Serbatoio Culturale di Bologna stai presentando appunto Boostrap e il suo primo EP per Hybrid Rec. Composto da cinque tracce, l’EP di BOOTSTRAP come “Wave to Sun”, “Bioetic”, “Triphaser”, “Sospensione” e “Wave To Sun” remixata da proprio da te, è un viaggio attraverso le varie sfaccettature della musica techno. Come vi siete conosciuti e cosa ti ha spinto ad averlo nella tua etichetta?

Conoscevo sua mamma Stefania, è stata la prima a portare i party techno a Napoli. Ricky LeRoy, Ritchie Hawtin erano ospiti da lei quasi ogni weekend, era l’unica donna in Italia in quei tempi ad aver creato una scena techno così interessante.

Con il passare degli anni, sono nate nuove organizzazioni e lei si è un po defilata dedicandosi maggiormente alla sua famiglia e al suo lavoro. Stefano (Bootstrap) l’ho visto crescere giocando con le drum machine, costruendo anche modulari mentre noi ospiti lo ascoltavamo affascinati. Con il tempo abbiamo deciso di collaborare, mi ha fatto ascoltare le sue prime produzioni e lavorandoci su abbiamo creato un bell’EP. 

Bootstrap at Tank – Serbatoio Culturale

Cosa ci dici invece a proposito della tua nuova etichetta Zionois?

La musica è un po’ come l’informatica, devi stare sempre al passo per non rimanere troppo indietro. Zionois è il mio nuovo nickname alias anche la mia etichetta. Le tracce per Zionois sono tutte frutto del mio momento mistico in studio, dove stacco i pensieri e mi lascio trascinare dal flow. E’ nata due anni fa e me ne occupo completamente io dal logo, alla cover, ecc. E’ racconto intimo di un viaggio attraverso la musica e l’arte, ecco. 

Hybrid Rec trova la sua culla negli eventi di Cemento Armato al Tank – Serbatoio Culturale di Bologna, dove la sua diversificazione sonora è supportata da visual e scenografie degne dei più grandi festival.

Con il suo stile eclettico e coinvolgente, Dario Sorano continua ad essere una figura influente e rispettata nella comunità della musica elettronica, lasciando un’impronta duratura sulla scena musicale globale.

Si ringrazia Matacito per le foto in esclusiva.

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