Nuovi progetti che spaziano tra l’innovazione acustica e visuale per l’artista russa Dasha Rush, che punta così ad una spinta avanguardistica della propria figura artistica.
Venerdì 5 luglio, l’artista contemporanea ha portato in scena il suo nuovo progetto, di danza e musica tecno, con il collettivo di designer Berlin-based UY. Quando si parla di Dasha Rush, non pensiamo ci sia bisogno di far presentazioni. Da oltre un decennio l’artista russa ha il primato di essere una delle voci più attive e complete nel panorama della musica techno. E non solo.
Con collaborazioni del calibro di Stanislav Glazov, Raster e partecipazioni a progetti come Fullpanda, l’artista e compositrice, nata in est europa ma residente a Berlino, ha portato una ‘voce diversa’ al mondo dell’electronic music contemporanea come pochi altri.
Pur essendo una producer, Dasha non ha mai nascosto la sua passione per la sperimentazione musical-teatrale ed il nuovo progetto, chiamato ZONE 005, con il collettivo di designer berlinesi UY è l’ennesima prova che idee e realtà possono collaborare se si trovano persone giuste con cui condividere la stessa visione.
La performance trae ispirazione da un’antica danza islamica, praticata ritualisticamente, attraverso movimenti circolari e rotatori dove si raggiungerà uno stato di trance.
Suoni che iniziano con una musica techno ipnotica legata da potenti danze armoniose, generate dai 28 ballerini protagonisti dello show, creano il collante che tengono lo spettatore in uno stato mentale di totale estasi in cui, attraverso alti livelli di energia , emerge un’esperienza spirituale sensoriale simile più ad una cerimonia che ad uno show.
Regalare alla platea un viaggio spirituale e intimo che unisce danza, sound design e live visual è stato fin da subito lo scopo di Rush e UY, offrendogli un’emozione primitiva e generatrice.
Dar vita ad una cerimonia contemporanea e collaborativa, in continuo movimento, è un bisogno umano unificatore perché riscoprire sentimenti nascosti e dimenticati è il segreto di un nuovo modo di ricreare un’umanità ormai perduta e dimenticata.
Noemi Nicolini