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Dax J minacciato di morte per aver inserito un canto sacro musulmano durante un’esibizione in Tunisia.

L’artista inglese Dax J è in questo momento bersagliato pesantemente da critiche, insulti e persino minacce di morte dopo un esibizione all’Orbit Festival nel locale El Guitone di Nabeul, vicino ad Hammamet in Tunisia. Il set risale al primo aprile. In rete hanno iniziato a circolare dei video amatoriali della sua esibizione, in particolare un momento in cui nel mezzo del set ha inserito un canto sacro della religione musulmana all’interno della musica.

Le prevedibili conseguenze sono state di ogni genere. Subito è montata una polemica che lo ha portato a scrivere un post di scuse sulla sua pagina Facebook ufficiale, che ora addirittura non esiste più. Siamo riusciti ieri sera, quando la questione era ancora fresca, ad aver catturato uno screenshot:

dax J

Nel suo post, Dax J ci tiene a chiarire quanto il suo gesto sia stato in buona fede, mosso proprio dal fatto che l’artista ritiene molto bello il canto della chiamata alla preghiera, l’Adhan, e ha voluto quindi inserirlo in quel set come tributo.

Le reazioni a questo post si sono divise tra chi lo difendeva, chi lo criticava e chi lo attaccava. Alcuni lo hanno sostenuto dicendo che non si dovrebbe nemmeno scusare, o che comunque la musica è portatrice di unità e non poteva esserci nulla di male in un atto del genere; altri hanno manifestato disagio ma al contempo una certa tolleranza riconoscendo la sua buona fede; altri ancora hanno manifestato indignazione, perdonandolo; altri invece non gli hanno perdonato proprio nulla, ma anzi hanno espresso tutto il loro disappunto nell’aver mischiato qualcosa di sacro come il richiamo alla preghiera con qualcosa di mondano come un set in un club.

La polemica è montata al punto che Dax J avrebbe addirittura iniziato a ricevere minacce di morte, tanto pesanti da indurlo a rimuovere la sua pagina ufficiale da Facebook, che ora infatti non può essere raggiunta.

La notizia è iniziata a circolare rapidamente, vista la portata, e persino alcuni colleghi dell’artista hanno preso posizione: ad esempio Joseph Capriati ha manifestato solidarietà verso Dax J e il messaggio di unità veicolato attraverso la musica, ma al contempo ha tenuto a suggerire che ci vuole una certa cautela prima di toccare certe cose, delicate per chi prende molto seriamente il proprio credo religioso, specialmente quando non si conosce nemmeno cosa dice il canto utilizzato come sample.

Anche qui l’opinione si è divisa, dal momento che si arriva a temi di portata più generale come la libertà di espressione, la tolleranza, il rispetto verso altre culture quando non le si conosce a pieno.

Nel frattempo, le autorità tunisine hanno preso l’occasione al balzo per chiudere il club, aprire un’indagine e arrestare il manager del locale per “violazione nei confronti della buona morale e pubblico oltraggio al decoro”. Probabilmente un pretesto per aver l’occasione di reprimere e demonizzare la nightlife, come vediamo accadere in tutto il mondo.

Orbit Festival si è scusato per l’accaduto ma ha anche difeso Dax J con un post pubblico su Facebook.

Un vero e proprio putiferio.