L’immortalità è il concetto di sopravvivere in eterno. Oggi analizzeremo un vero e proprio fenomeno musicale e sociale, spesso sottovalutato, ma mai dimenticato.
E’ importante innanzitutto chiarire alcuni concetti collegati alla nascita di questa vera e propria rivoluzione.
L’idea di “discoteca” ha origine in Europa e risale all’occupazione nazista in Francia. All’epoca (per assurdo) era vietato divertirsi, e per questo motivo tantissime persone si riunivano in segreto per ascoltare le loro canzoni preferite. Questo problema non aveva molto a che fare con la discoteca come noi la intendiamo, ma per la prima volta nella storia la gente usciva per ascoltare e ballare musica.
In America questa idea fu esportata da un ragazzo Francese, nei primi anni 60 che apri’ la prima discoteca americana. Il suo primo dj fu un cameriere, Hyatt Magro.
Qualche anno dopo con l’invasione del British Pop, Terry Noel, Dj dell’Electric Circus Club (New York) diede un contributo enorme alla figura del Disk Jockey, che non era piu’ una semplice persona che passava i dischi associando le luci al ritmo.
Ma la nascita del vero Dj risale al club newyorkese The Sanctuary ad opera dell’italo-americano Francis Grasso. La folla andava in delirio per i perfetti accostamenti di ritmo e quei curiosi esperimenti di batterie e percussioni incrociate, nonostante il Sig. Francis ancora non era in possesso dei giradischi con il pitch!
Francis Dj (cosi’ veniva chiamato) puo’ essere ritenuto l’antenato di tutti i Dj moderni. Prima di lui il Dj poteva essere considerato un “cameriere musicale” che con le sue scelte, o quelle imposte dalla clientela, si impegnava ad aumentare i profitti del gestore del locale dove si esibiva.
Francis Grasso non si limito’ a cambiare le regole del “gioco”, anzi cambio’ il gioco stesso.
Come lo cambiò sicuramente un “certo” Nick Siano, Disck Jockey statunitense e primo resident dello Studio54 di New York, di cui parleremo in seguito.
Detto cio’, arriviamo alla prima meta’ degli anni settanta, dove eludendo quasi del tutto il momento dell’esecuzione dal vivo, la disco affida il proprio successo al circuito delle discoteche. Il primo e vero pubblico della Disco Music era composto dai frequentatori assidui delle comunità afro-americane, italo americane, gay di New York e Philadelphia. La Disco, tra le tante e innumerevoli cose fu anche una “reazione” contro il dominio della Musica Rock.
Se si parla di Disco Music non si può non nominare uno dei precursori della cultura underground nonche’ pioniere del genere e tra i primi Disck Jockey della storia: David Mancuso. Ideatore e creatore del Loft di New York, un vero e proprio appartamento in cui risiedeva lo stesso Mancuso, nel quale si organizzavano feste esclusivamente su invito personale per circa 200 persone delle piu’ svariate classi sociali. Tutto veniva curato nei minimi dettagli , dalla posizione degli altoparlanti Klipsch, alla scelta delle puntine dei giradischi realizzate su misura da un’azienda giapponese. Il sound system del Loft è considerato uno tra i migliori di sempre. I primi eventi organizzati nel 1970 erano chiamati Love Saves The Day. Ma purtroppo le cose belle non durano in eterno, e questa fantastica idea, frutto dell’assurda genialita’ di David fu fonte di ispirazione per l’apertura di un altro storico Disco Club : il Paradise Garage, conosciuto anche come
The Garage, fondato nel 1977 da Michael Brody.
Deve il suo nome all’originale destinazione d’uso dell’edificio: un vero e proprio garage.
Il Garage aprì nel settembre del 1977, e nei mesi iniziali il suo nome era The 84 King Street Garage e gli eventi erano ancora party del tutto occasionali . Il 17 Febbraio del 1978 divenne ufficialmente Paradise Garage, e gli eventi non erano aperti al pubblico, ma solo per i membri del club. Insomma il modello al quale si ispirava Mancuso.
Rapidamente divenne punto di riferimento del mondo culturale gay newyorkese, infatti i membri erano quasi esclusivamente gay.
Con il passare degli anni, grazie al grandissimo successo, si aprì al mondo etero ed insieme al WareHouse di Chicago, fu il primo locale a rompere le regole della discriminazione razziale.
Come nel caso di David Mancuso se si parla di Disco Music, e in questo caso di Paradise Garage, non si puo non parlare di un altro colosso e colonna portante del genere, anche lui fonte di ispirazione di innumerevoli Disck Jockey : Larry Levan, considerato l’inventore dello stile Garage House .
Larry iniziò a farsi apprezzare e conoscere intorno al 1969 (a soli 15 anni) quando insieme a colui che divento’ in futuro ” The Godfather of House Music”, Frankie Knuckles, selezionava e mixava Musica a “Casa” di Mancuso.
In quegli anni comincio’ a sperimentare le prime tecniche di mixaggio, che perfeziono’ sia al “The Loft” e successivamente al Continental Baths di Broadway dove inizialmente occupava il ruolo di addetto alle luci. Nel 1976 inizio’ a lavorare al Reade Street, il locale dell’amico Michael Brody. Ma Larry è proprio al Paradise Garage che entra nella leggenda.
Dalla fine degli anni settanta fu tra i primi a realizzare dei veri e propri “Remix“, e negli anni 80 si stabilisce definitivamente al Paradise; il locale divento’ di sua proprieta’ e ospitò artisti del calibro di Madonna, Chaka Khan, Jocelyne Brown, Loleatta Holloway, tanto per citarne alcuni.
Levan, dichiaratamente gay fece uso di sostanze stupefacenti come eroina e fenciclidina. Mori’ nel 1992 a causa di un arresto cardiaco causato da endocardite (frequente patologia tra i tossicodipendenti).
Quell’anno fu un vero e proprio lutto, il lutto della musica, il lutto di tutti quelli che anche per una sola volta nella loro vita hanno avuto il piacere e l’onore di sentirlo.
Facciamo un passo indietro torniamo nella seconda meta’ degli anni ’70 per parlare di un altro storico club, il club dove tutti potevano essere protagonisti e dove le “etichette” sociali non contavano nulla, il club dove probabilmente la Disco Music raggiunse l’apice del successo: stiamo parlando dello Studio54 di New York, allestito all’interno di un teatro che precedentemente fungeva da studio televisivo.
Musica ad alto volume, scenografie mai viste prima, e le serate che ogni sabato prevedevano una nuova sorpresa o un nuovo eccesso.
In consolle si alternavano due veri e propri talenti del mixaggio su vinile: Nicky Siano e Richie Kaczor.
Il primo disco in assoluto a girare sul piatto del giradischi dello Studio 54 fu : “Devil’s Gun” dei C.J & Company.
All’interno non era difficile trovare personaggi come Andy Warhol, Diana Ross, Salvador Dalì ecc.
Trascorrere una notte allo Studio54 significava finire sulle prime pagine dei giornali, ed era la prima volta che succedeva una cosa del genere. Fu il locale che inventò l’ormai famosa “selezione all’ingresso” .
La leggenda narra che la sera dell’apertura vennero lasciati fuori personaggi come Frank Sinatra e Mick Jagger.
Insomma grandi nomi, stravaganza, musica di alto livello, e notevoli quantità di droga fecero la storia di questo locale come i suoi party inaccessibili. Ma in mezzo a così tanta folla si mescolava anche gente “qualunque” come una Madonna ancora giovanissima e soprattutto sconosciuta.
Passano “solo” 10 anni ed ecco la notizia che “nessuno” (si fa per dire) si aspettava: i propietari del locale Rubell e Schrager vengono dichiarati colpevoli di aver frodato il fisco per 2 milioni di dollari, e nei nascondigli del club gli agenti troveranno montagne di soldi e tanta cocaina, troppa!
Il mitico locale dunque chiude, e con esso sembra finire un’epoca.
Vi è un grande disaccordo su qual’ è stata la prima canzone disco in assoluto. Ma la scelta è sicuramente tra “Soul Makossa” di Manu Dibango, “Rock Your Baby” di George McCrae e “Kung Fu Fighting” di Biddu e Carl Douglas.
Il primo articolo sulla Disco Music fu scritto nel 1973 per la rivista Rolling Stones. Sicuramente tra i tanti artisti che hanno permesso lo sviluppo di questo fenomeno immortale ci sono : Anita Ward, Blondie, Boney M, Chic, Cerrone, Donna Summer, Grace Jones, KC & The Sunshine Band, First Choice, Melba Moore, Giorgio Moroder, Musique, Salsoul Orchestra, Silver Connection, Sister Sledge, solo per citarne alcuni.
Probabilmente, anzi quasi sicuramente, senza tutti questi grandi nomi e senza la genialità e il talento di alcuni grandi personaggi non avremmo apprezzato quanto basti la musica, quella vera, quella caratterizzata da cuore, passione, e chi più ne ha più ne metta.
Ognuno di noi dovrebbe ringraziare tante di queste persone, perchè se ancora abbiamo la possibilità a distanza di tanti anni di sentire e ascoltare un po’ di buona musica è solo grazie a loro.
Alessandro Pannone