Quante commedie americane abbiamo visto negli ultimi decenni dove l’unico scopo dei party era quello di bere fino a star male e pomiciarsi anche le piastrelle del bagno? Decisamente troppi.
L’Italia ora è diventata territorio fertile per ospitare tali costumi. Infatti ecco sbarcare d’oltreoceano il “Lemon Party” dal superficialissimo slogan: “più limoni, più vinci”. (Pavia è la prima città a ostentare questa festa, e crediamo che non sia l’ultima)
Limoni intesi sia come frutti, sia come voce del verbo limonare. Il modus operandi del party è il seguente: i ragazzi possiedono un figurino a forma di limone, le ragazze, per ottenerlo, devono baciarli sulle labbra, una volta ottenuti tre figurini (baciando quindi tre ragazzi) si ha in omaggio un cocktail. Collezionando invece 15 figurini si ha una bottiglia di alcolico. Per chi bacia, di fronte a tutti i presenti, i ragazzi immagine del locale, è pronto un premio extra di dieci limoni.
Ora chiamatemi obsoleto, antiquato, arcaico o come volete, ma non è più carino offrire un cocktail ad una ragazza seria invece di essere “usati” (per par condicio siamo usati anche noi maschietti a quanto pare) da ragazze che baciano tutto il locale inclusi i bidet per delle bevute?
C’è il rischio di mononucleosi e tutte le poco carine malattie trasmissibili tramite fluidi (per non parlare dell’ebola) ? Si c’è ed è alto.
Siamo veramente arrivati al punto di mercificarci per dei drink? Siamo veramente così miseri da non saper più cosa sia giusto o sbagliato, moralmente giusto ed eticamente corretto?
Ma poi, cosa che più mi preme, al party, non ci si va per la musica?
Se volete sapere cosa ne pensa lo psichiatra Mencacci al riguardo leggete qui.