Il mondo è fatto di suoni per Jean Michelle Jarre, è qualcosa che ha capito fin da giovane, grazie al suo immenso lavoro di ricerca unito alle ispiranti oltre che importanti conoscenze familiari. La sua prima registrazione avviene di notte semplicemente praticando le cose che sta scoprendo. Il suo primo sintetizzatore è il VC3 della EMS, acquistato direttamente dal suo inventore, Peter Zinovieff a Londra, dopo aver venduto chitarra ed amplificatore: da qui il passaggio dalla musica rock a quella elettronica.
Nella metà degli anni ’60, il giovane Jean Michelle prova ad introdurre i “tape effects” (effetti ottenuti con la manipolazione del nastro magnetico) alla musica e i beat che sta componendo, ma il momento più significante della sua formazione arriva nel 1969, quando entra nel “Groupe de Recherches Musicales (GRM)”- il collettivo parigino di musica sperimentale sotto la tutela di Pierre Schaeffer, il padre della musica concreta. Studiando sotto Schaeffer per tre anni, Jean Michelle sviluppa la sua visione in cui egli stesso possa creare un ponte fra la musica concreta, la musica classica, il pop e la nascente scena elettronica. È questa visione che anima “Oxygene” – album di debutto del 1976, famosamente registrato nello studio improvvisato nella sua cucina, che non si fa precursore del concetto di “home recording” ma introduce i sintetizzatori al mainstream vendendo 18 milioni di copie in tutto il mondo.
L’inquieta ricerca del nuovo continua senza sosta attraverso i suoi 17 album, permettendogli di introdurre gli elementi di sviluppo cruciali caratteristici della musica elettronica e rendendolo un vero pioniere negli spettacoli dal vivo, attraverso i suoi incredibili live show. “Quando mi guardo indietro quello che percepisco è che sono stato dipendente dall’evoluzione della sintesi e dei sintetizzatori in tutta la mia vita…” dice Jean Michelle ai microfoni di Native Instruments, spiegando la propria visione su un passo cruciale dell’approccio alla sintesi avvenuto alla fine degli anni 80, in cui gli strumenti digitali non erano ancora abbastanza evoluti e la filosofia di sintesi americana (tipo Arp, Moog, Sequential Corcuits) si muoveva verso quella giapponese del tipo Yamaha, cambiando il metodo di lavoro sul suono artefatto: è da qui, secondo lui, che si iniziano ad utilizzare, modificare, trasformare e processare sempre più i presets.
Jarre però, inzia ad usare i plug-in quando comincia ad utilizzare Pro Tools, prima di tutto per processare i segnali (compressori, EQ ecc.), piuttosto che creare suoni; secondo l’architetto del suono francese, il sintetizzatore in formato plug-in, è iniziato a diventare credibile ai suoi occhi con i virtual instruments dell’azienda tedesca “Native Instruments”. Ma, se il suo viaggio nella musica moderna è unico, ispirante ed elegante, egli non smette mai di ascoltare il mondo intorno a lui, in maggior modo il lavoro di compagni musicisti che ammira. È questa mentalità aperta, lo spirito di collaborazione e d’avventura che plasmano “Electronica”, il progetto di cui siamo qui a parlare.
“Electronica è un concetto basato sull’idea che intendo raccogliere attorno a me persone da differenti generazioni, persone che mi hanno influenzato e che sono diventate una continua fonte di ispirazione, persone che stanno plasmando una strada o un’altra musica elettronica. È come raccogliere un gruppo di amici in cui i membri condividano visioni simili alle mie”, spiega Jean Michelle, parlando del suo primo approccio all’album. Evitando manager, etichette e situazioni legali, chiama ogni musicista con cui vorrebbe lavorare, prima di viaggiare e raggiungerlo per lavorarci insieme. “ Non avevo alcuna idea all’inizio se questo progetto potesse andare avanti ma ognuno che ho contattato ha risposto di si. Fu molto importante per me anche viaggiare fisicamente, per incontrare i collaboratori, per avere un contatto diretto e lavorare insieme in maniera appropriata. Il progetto crebbe lontanamente dalle mia aspettative con molti collaboratori in più di quelli che mi aspettavoall’inizio, per cui ho deciso di dividere il progetto in due album separati: Electronica 1 ed Electronica 2” dice, discutendo sulla decisione di collaborare con più di 30 artisti.
La lista dei collaboratori corre fra leggende contemporanee diverse come Tangerine Dream, Laurie Anderson passando per i Who con Pete Townshend a star consacrate come Moby, Erasure’s Vince Clarke e Air e per nuove leve come Boyse Noize, Fuck Buttons e Gesaffelstein. Parlando del processo produttivo, inoltre, spiega:“…Il processo che ho usato sistematicamente in ogni traccia dell’album consiste nella composizione della traccia con ogni collaboratore che ho in mente. La vera sfida era di arrivare con un demo che fosse convincente , ma che doveva anche lasciare spazio per il collaboratore per lavorare su quella traccia e cambiarla o donarle la propria personalità”…”non è qualcosa di artificiale, non è una collaborazione fra artisti per l’amore di farlo. Per ogni artista, ogni collaboratore del progetto, c’è una ragione per cui, una ragione per cui in termini di musica, in termini di suono e di ispirazione; questo crea il contenuto di Electronica”…”La mia intera vita e carriera da musicista è racchiusa in questo progetto tra i differenti stili e sfaccettature della musica elettronica”. Nel cuore dell’album… Time Machine, la prima traccia, è frutto della collaborazione con Alexander Ridha conosciuto al grande pubblico con il nome di Boys Noize; apre l’album con un sound forte caratterizzato da synth spaziali e cosmici, accompagnati da beat di rumore bianco. “Con questa traccia ho voluto dare un’apertura decisiva per la prima parte di Electronica, come la macchina del tempo ci porta verso un viaggio”, dice Jarre a tal proposito.
Glory, seconda del lato A, presenta un sound positivo, una fattispecie di anthem glorioso ed epico in cui le voci processate al vocoder di Anthony Gonzales (M83) fanno da portante al mood del pezzo. La terza collaborazione, Close Your Eyes, è con il duo francese AIR, composto da Nicolas Godin e Jean-Benoit Dunckel; qui si sente l’approccio totalmente francese, maggiormente impressionistico rispetto a quello tedesco di natura più robotica o se vogliamo kraftwerkiana. Il vocoder e i pad rendono il sound etereo, movimentato da un beat spezzettato e mai banale. Ultime due tracce del side A, Automatic (Part 1-2), sono frutto del lavoro svolto con Vince Clarke, membro fondatore dei Depeche Mode e pioniere dell’electro pop. Il suono qui è parecchio arpeggiato, molto riconducibile agli anni ’80, con il beat che gli dona un carattere dance; questi aspetti del suono danno a questi due lavori un carattere trance-melodico. Apre il lato B1, If..!, il progetto con la cantautrice e dj electro-pop Victoria Hesketh (Little Boots), in cui cambiano completamente i connotati, con un suono molto più moderno, dalle tonalità quasi edm fra voce e beats. Traccia numero 6 , Immortals. che si apre con suoni robo-metallici che introducono a loro volta pad eterei, arpeggi astratti e beat dub in un lavoro molto ben fatto con i Fuck Buttons: “…questa traccia ci fa pensare ad un uomo sulla cima di una montagna che ascolta un vortice di suoni provenienti dalle montagne vicine e dalle città a valle.” JM Jarre. Il suono che arriva all’inizio di Suns Have Gone, porta a capire immediatamente il collaboratore di tale progetto; l’arpeggio ed il suono stesso del pianoforte è caratteristico di una sola persona al mondo, Richard Melville Hall, o se vogliamo accorciare, Moby. Il pezzo non nasconde una nota Proustiana e la profondità della voce di Moby funziona davvero bene per questo lavoro, ricco di atmosfere e textures ipnotiche con beat a 6/4. “La traccia è molto Moby, perché sono andato da lui con un demo che poteva essere unicamente per lui…penso che lui sia molto felice del risultato del lavoro svolto insieme.”
JM Jarre A chiudere il primo dei due LP è Conquistador, editata con il produttore techno francese Gesaffelstein, lionese come Jean Michelle. La composizione presenta un sound minimale con synths dal carattere lievemente claustrofobico che cambia a seconda dell’andamento del beat. Dalla collaborazione con il songwriter degli Who nasce Traveletor (Part2). Possiamo ascoltare un suono molto deciso con arpeggi elettronici tipici della techno di fine anni ’90; il beat è in 4/4 e c’è la voce finemente effettata di Pete Townshend che rendono questo pezzo un vero e proprio techno anthem. La seconda traccia vede come collaboratori i Tangerine Dream con Edgar Froese ancora in vita; la morte avvenuta poco dopo, ha spinto Jean a dedicargli l’album. Zero Gravity è un tributo alla musica elettronica: c’è un’attesa continua in cui i suoni si alternano fra arpeggi sintetizzati, un rullante che spezza, e al contempo segna, il tempo e pad cosmici che fanno da tappeto sonoro. Ritorna la voce nella traccia successiva, Rely On Me, con Laurie Anderson, una delle figure più importanti della scena elettronica newyorkese. La suddetta voce accompagna tutta la traccia, con più parti di parlato che di cantato, alternando synth incalzanti, pad risonanti e dub beat: un lavoro ben eseguito.
A chiudere il lato A2 è Stardust, scritta col produttore olandese Armin Van Buuren, baluardo della scena trance-pop europea e internazionale; la traccia segue infatti il genere e lo stile del produttore olandese, con ovvi richiami sonori made in Jarre. Robert Del Naja aka 3D dei Massive Attack è il prossimo collaboratore per l’aperura del lato B2. Il titolo è Watchin’ You e deriva dal fatto che siamo tutti osservati e in qualche modo siamo tutti spie; questo senso di irrequietezza è ben definito dal beat scomposto e dub e dalla voce effettatissima, accompagnata nei momenti di pausa da synths e chitarre paradisiache. Question of Blood è il lavoro successivo che vede protagonista oltre Jean Michelle, John Carpenter, re della musica per film horror degli anni 70-80; il tema si avvicina molto a quello di un film horror con l’utilizzo di suoni di piano Rhodes in alta frequenza e di suoni d’attesa; il beat è semplicemente un rullante e un hat che scandiscono il tempo, avvolti da arpeggi e synth glithc. Il più giovane ed eminente pianista della sua generazione, Lang Lang di soli 33 anni, collabora alla stesura di un pezzo che vuole essere un concetto di opposti in assoluta e pacifica coabitazione. The Train & The River è una traccia che affianca gli aspetti fluidi ed acustici del piano, con gli elementi meccanici della musica elettronica. “Ho supposto che poteva essere il pezzo perfetto per chiudere Electronica Part1 ed allo stesso tempo diventare un ponte con la seconda parte.” Sette minuti e 13 secondi per l’ultima traccia dell’album, la più lunga. Dopo l’ascolto dell’intero album ci si rende conto del viaggio che l’artista francese ha voluto compiere nelle varie sfaccettature della musica elettronica, abbinandola sovente a musica di natura completamente opposta tramite le collaborazioni con generazioni di persone che coprono 4-5 decadi di musica d’avanguardia, appositamente volute per enfatizzarne il senso; assume un fascino tutto personale udire i macchinari del passato, in una serena e quanto mai efficace coesistenza, con i metodi e gli strumenti, sia hardware che software, dei nostri tempi. Per ogni collaborazione c’è un perché, per ogni traccia c’è un lavoro che comprende hardware e software. “…attraverso questo processo ho realmente cambiato la mia visione e il mio approccio alla musica elettronica stessa, in come utilizzare strumenti nel 2015,2016, ed anche sulla maniera in cui ho registrato quest’album: ho cambiato tutte le mie abitudini, dalla A alla Z. Devi cercare e sfruttare ogni occasione ed opportunità per rompere le tue abitudini per raggiungere la freschezza del nuovo. L’evoluzione della tecnologia mi rende fresco.”
JM Jarre Strumenti e gear utilizzati per il progetto Electronica Recording Daw: Live Ableton 9 Speackers: Genelec10-31 Mixer Desk: SSL Synthesizers: Arp 2600, AKS, VCS 3, Fairlight, Mini Moog, Memory Moog, Moog Modular, RMI Harmonic Synthesizer, Roland JP8, Theremin, OP1 Teenage Enginering, Korg Micro Preset Synth, Korg MS20, Roland AXS, GRP Modular Synth, Tape Loop Recorder Revox B77, Elka Synthex, Laser Harp, Eminent, Mininova Vocoder, DigiSequencer, Coupigny GRM, Swarmatron, Arp Omni, Aro Pro Soloist, Arp Odyssey, Blofeld, Ion, Roland VP330, Virus Access, Nordlead2, Nordlead A1, Nord C2D, Farfisa Pro, Vox Continental, Emulator 2, Korg PA500, Taurus 1 & 3, Electro Harmonix Pedals, Metasonix Filters, Mellotron. iPad apps: Animoog, Nave. Drum Machines: Minipop, TR808, TR 909, KR 55, CR8000, Eko Computer Drum Machine, Korg Keio Doncamatic, Linndrum 1&2, Boom Drummachine, Metasonix D1000, Maschine Native Instruments. Plug In instruments: Kontact, Monark, FM8, Massive, Razor, Round, Kontour, Dune2, Diva, Omnisphere, Stylus, Hollow Sun, Rob Papen Blue 2/Blade, Serum. Xils4. Guitar & Amps: Gibson Custom shop 1063, Bass Hofnner, Vox AC30, AmpegB15.
Per Electronica 2 il processo compositivo sarà lo stesso, per cui vedrà molte altre collaborazioni con nomi importanti del panorama mondiale come Hans Zimmer, Gary Numan, David Lynch, Julia Holter. Le voci che girano parlano di una probabile uscita attorno al mese di Aprile del prossimo anno.
Matteo Manfellotti