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Siamo abituati a pensare alla produzione di musica elettronica come qualcosa di artificioso e complesso, frutto di software e macchine. Elektro Guzzi smentisce il paradigma e pubblica il nuovo disco “Triangle”.

Per introdurre questo fantastico trio basterebbe dire che Elektro Guzzi rappresenta l’eccezione in un panorama musicale che tende ad omologarsi – e a seguire facili mode; ma dire ciò significa non riconoscere l’importanza che questa band ha all’interno della scena musicale tutta. Ebbene si, perché in un mondo musicale fatto di campioni, machine e atuomazioni Elektro Guzzi si presenta come l’alternativa: punta a distruggere il cliché del “produttore”, elevandolo a compositore.

Certo, sono tanti i Dj che negli anni hanno proposto live set e alternative musicali – pensiamo a KiNK o a Fabrizio Rat – ma quella di Elektro Guzzi è proprio qualcosa che appartiene ad un altro campionato. Stiamo parlando di chitarre, batterie, tastiere in grado di far vibrare le corde della sensibilità di chiunque ascolti una loro produzione: stiamo parlando di una vera e propria band. In vista dell’uscita del loro nuovo album “Triangle“, abbiamo deciso di rivolgere loro alcune domande: dalla téchne di Emanuele Severino fino all’arte di Inga Hehn e Nik Thoenen, abbiamo attraversato questo spirale di musica firmato Elektro Guzzi.

Ciao Elektro Guzzi! Benvenuti su Parkett; il vostro modo di fare musica è del tutto inedito nella scena elettronica attuale. Da dove nasce l’esigenza di proporre questo suono?

Ciao piacere di conoscerti! Abbiamo deciso di suonare techno con basso e batteria perché non usiamo sintetizzatori e software per computer per produrre questo genere. Abbiamo semplicemente provato a suonare la techno con gli strumenti che abbiamo studiato.

Dopo alcuni anni di ricerche e prove ci siamo sentiti a nostro agio e abbiamo trovato il nostro sound. Alla fine questo ci ha dato l’opportunità di suonare questa musica dal vivo che crea un’energia diversa rispetto ad un semplice dj set.

Un filosofo italiano sosteneva che “abitiamo il dominio della tecnica e ogni aspetto della nostra vita dipende dal modo in cui la tecnica ha organizzato l’esistenza dell’uomo sulla terra ”. Quanto è importante la tecnica (e la tecnologia) nella vostra musica?

La parte tecnica viene sempre al secondo posto. Dovrebbe sempre essere asservita alla musica. Usiamo molte effettiere, ma la fonte è sempre lo strumento che suoniamo.

Lo strumento ci dà l’opportunità di avere molte più dinamiche e sfumature nella nostra musica. Tutto questo rende molto più interessante la musica realizzata – letteralmente, ndr – da noi.

Elektro Guzzi

Elektro Guzzi. © Foto Ufficio Stampa – ph. Klaus Pichler

Avete recentemente pubblicato l’album “Triangle“. La formazione Elektro Guzzi è composta da tre figure, proprio come un triangolo. Che cosa rappresenta questo disco nella vostra carriera?

Dopo aver realizzato il progetto che ci ha portato a suonare con un’orchestra, un altro progetto con un pianista e un altro ancor con 3 trombettisti, volevamo tornare alla nostra formazione originale, che è quel “triangolo” composto da noi 3.

I brani sono nati da improvvisazioni che abbiamo modificato senza utilizzare sovraincisioni o loop come aggiunta. Volevamo catturare quell’energia di noi 3 che suoniamo al momento.

La cover è stata realizzata di Inga Hehn e Nik Thoenen. Volete raccontarci un po’ com’è nata l’idea?

Il disegno principale è stato creato da Inga Hehn, un’artista austriaca che vive vicino Linz. La stavo visitando nel suo atelier e stavamo guardando tutti i lavori. Quando ho visto il motivo del triangolo sono rimasto immediatamente colpito dalla forza di questa immagine.

Quindi abbiamo deciso di usarlo come copertina senza alcun altro elemento in cover. Il backside è stato creato da Nik Thoenen con il quale abbiamo già lavorato in passato. È un grande grafico. Ha creato per noi un nuovo font che useremo per tutte le nostre uscite sulla nostra etichetta “palazzo”.

Elektro Guzzi

Elektro Guzzi – Triangle (cover)

Quando ho ascoltato “Triangle” per la prima volta mi è sembrato di cadere in una dimensione parallela. Che cosa fatto vi ha ispirato in termini di sound?

Come accennato in precedenza, l’obiettivo era catturare la nostra energia dal vivo su un disco. Inoltre, abbiamo sperimentato molto con il suono acustico della batteria così come anche per le varie tecniche al microfono e le accordature. È bello sentire che ti sei sentito cadere in un altro mondo mentre ascoltavi “Triangle”: era esattamente quello che volevamo creare.

Al momento siamo molto felici di suonare in trio e andare di nuovo in tour, cosa che non è stata possibile negli ultimi 2 anni. Per il futuro stiamo pianificando la pubblicazione di musica che abbiamo composto per orchestra.

Quanto è importante la dimensione live per la musica di Elektro Guzzi? Qual è l’esibizione a cui siete più emotivamente legati?

L’esibizione dal vivo è la parte più importante della band. Riceviamo sempre il feedback del pubblico che è incredibile vedere una band suonare questa musica dal vivo. E amiamo davvero suonare dal vivo e sentire l’energia.

Siamo stati fortunati a suonare in molti grandi club come Berghain e Fabric e in molti grandi festival nel corso degli anni. È molto difficile scegliere un evento nello specifico.

Elektro Guzzi. © Foto Ufficio Stampa

Quale sarà il prossimo passo della vostra carriera?

Stiamo andando in tournée che inizierà il 21 aprile 2022 in Liechtenstein e suoneremo in molti festival durante l’estate e l’autunno 2022. Avremo anche alcune date in Italia che pubblicheremo presto sulla nostra homepage elektroguzzi.net. Dopo di che torneremo in studio per lavorare sul materiale dell’orchestra.

Elektro Guzzi

Elektro Guzzi. © Foto Ufficio Stampa


ENGLISH VERSION

Nice to meet you Elektro Guzzi! Welcome on Parkett Channel; your way of producing electro music is totally different from the other producers. Elektro Guzzi mixes analogic instruments and synthetizers. Why do you decide to propose this type of sound? What is your music idea?

Hi nice to meet you too! We decided to play techno with bass guitar and drums because we din´t have synthisizers and computer software to produce techno music. So we tried to play it with the instruments we studied.

After a few years of searching and rehearsing we felt comfortable and found our own sound. In the end this gave us the opportunity to play this music live which creates a different energy than e.g. a dj set.

I heard a Philosopher say: “we live in the domain of technique and every aspect of our life depends on the way in which technique has organized the existence of man on earth”. How much important is the technique (and technology) in your music? And how much important is to play an instrument live?

The technical part always comes second. it should always serve the music which we create. we use a lot of effect boxes but the source is always the instrument we play.

The instrument gives us the opportunity to have much more dynamics and interferences in our music which makes it much more interesting as produced music for us.

Recently, Elektro Guzzi published the album “Triangle”. I think the name “Triangle” was inspired by yourselves: Elektro Guzzi is composed by three figures like points of a triangle. What does it represent in your musical careers? What’s the connection among this album and your previous work?

After doing a lot of feature projects like playing with an orchestra or another project with a piano player and a project with 3 trombonists we wanted to get back to our core competence which is the triangle of us 3.

The tracks came out of improvistaions which we edited without using overdubs or loops as addition. We wanted to catch the pure energy of us 3 playing in the moment.

I really like the artwork which was realized by Inga Hehn and Nik Thoenen.Would you like to tell us about the cover and its creators?

The main drawing was created by Inga Hehn who is an austrian artist living near Linz. I was visiting her in her atelier and we were going through all of here drawings. And when i saw the motive for triangle i was immediately impressed by the strenght of this picture.

So we decided to use it as our cover without any typo on the front side. The backside was created by Nik Thoenen with whome we worked already in the past. He is a great grafic designer. He created a new font for us which we will use for all of our releases on our label palazzo.

When I listened to Triangle for the first time it seemed to me to fall down in a different world. What did you inspire for the sound of Triangle? Who would you like to collaborate?

As mentioned before the goal was to capture our live energy on a record. Additional to that we experimented a lot with the acoustic sound of the drums like micing technics and tunings. It´s nice to hear that you fell into another world while listening to triangle because that´s exactly what we wanted to create.

At the moment we are very happy to play as a trio and go on tour again which was not really possible the last 2 years. For the future we are planning a release of the music which we composed for the orchestra.

Elektro Guzzi. © Foto Ufficio Stampa – ph. Klaus Pichler

Elektro Guzzi plays in the most important stages of electro music: how much is important the live dimension for Elektro Guzzi music? What’s the most emotional place where did you play?

The live setting is the most important part of the band. We always get the feedback of the audience that it’s amazing to see a band playing this music live.

And we really love to play live and feel the energy. We were lucky to play in a lot of great clubs like Berghain and Fabric and at many great festivals over the years. So it is very hard to pick on one special event.

What is the next step for your music and carreer? Will you plan some live events?

We are going on tour which will start 21st of april in Liechtenstein and we will play a lot of festivals over the summer and autumn 2022. We will also have some dates in Italy which we will put on our homepage elektroguzzi.net soon. After that we will be back in the studio to work on the material of the orchester.