La notizia arriva a circa tre mesi di distanza da quella che doveva essere la sua chiusura definitiva: il Fabric London riaprirà ufficialmente venerdì 6 gennaio.
L’odissea del Fabric London, nota a tutti coloro che seguono il panorama della musica elettronica, è iniziata quest’estate. Il 26 giugno il diciottenne Ryan Browne muore per overdose in seguito ad una serata nel locale londinese; il 6 agosto il suo coetaneo Jack Crossley muore nelle medesime circostanze. È a questo punto, giovedì 11 agosto, che le forze dell’ordine decidono di chiudere temporaneamente il club, in modo da poter indagare e chiarire la situazione. Il locale, quindi, rimane chiuso a partire del weekend successivo e i proprietari non si oppongono e si dimostrano collaborativi.
Il 15 agosto il consiglio municipale di Islington, il quartiere della capitale inglese in cui si trova il Fabric London, decide di sospendere la licenza del locale e di tenerlo chiuso fino a che non si riunirà per prendere decisioni definitive al riguardo. Nelle tre settimane successive il sindaco di Londra Sadiq Khan, diverse autorità e l’intero mondo del clubbing si muovono in supporto del clocale, che, nel frattempo, opera un sorta di mea culpa: “Sappiamo che ci sono sempre aree in cui possiamo migliorare e, a seguito delle recenti tragiche morti, stiamo intraprendendo una revisione approfondita delle lezioni che possiamo imparare. A tal proposito, stiamo indipendentemente rivedendo tutte le nostre procedure per assicurarci di avere i migliori processi possibili per mantenere i nostri clienti al sicuro.”
Cameron Leslie, co-fondatore e direttore del fabric, aggiunge: “la sicurezza dei nostri clienti è sempre stata la nostra priorità numero uno […] Ogni insinuazione che non ci impegniamo al 100% nel contrastare le droghe nel locale è completamente falsa.” È persino stata lanciata su change.org una petizione per salvare il locale che ha raggiunto e superato le 150 mila firme.
Nonostante tutto, il 6 settembre arriva la notizia che chiunque sperava non arrivasse: il consiglio di Islington, a seguito di una “tavola rotonda” che includeva rappresentanti del Fabric London, ha deciso per la revoca a tempo indeterminato della licenza del locale. “Nel club esiste una cultura delle droghe che le attuali gestione e sicurezza paiono incapaci di controllare.” Queste le parole della presidentessa della sottocommissione Flora Williamson all’indirizzo del locale (leggi il nostro approfondimento su alcuni dei possibili reali motivi della chiusura).
Il Fabric London annuncia immediatamente che farà ricorso e si batterà per riottenere la licenza, dà il via ad una campagna di raccolta fondi (che supererà le 320 mila sterline) per sostenere le spese legali e altre cause concernenti il mondo della vita notturna, comunica che sara costretto a tagli del personale, rilascia una compilation di 111 tracce intitolata #savefabric e fa tappa in diverse città britanniche ed europee con ospiti come Ricardo Villalobos, Ben Klock, Levon Vincent, Rødhåd, Scuba, Ellen Allien, Tale Of Us, Maceo Plex, Mano Le Tough, Nina Kraviz, Ben Sims e moltissimi altri, tutti in sostegno della riapertura dell’iconico locale sotto gli hashtag #savefabric e #saveourculture.
Il 18 novembre, però, arrivano i primi forti segnali di una possibile riapertura del club, forse con nuove condizioni più stringenti. Segnali che diventano realtà tre giorni dopo, il 21 novembre, quando un accordo tra Fabric London, consiglio di Islington e forze dell’ordine è stato approvato dal giudice Robin McPhee. Le nuove condizioni prevedono l’adozione di sistemi di scansione dei documenti d’identità, procedure di perquisizione avanzate, cambiamenti fisici al locale e bando a vita dal locale per chi venisse trovato in possesso di droga o intento a vendere o comprare stupefacenti al suo interno. Stranamente non sono presenti condizioni che prevedono la presenza di cani antidroga all’entrata del locale, nonostante tra il 2014 e il 2015, in seguito alla morte per droga di quattro giovani nel giro di tre anni, il Fabric London abbia dovuto sostenere una dispendiosa battaglia legale per impedire che questi gli venissero imposti.
Venerdì 2 dicembre, in seguito all’annuncio dell’assunzione di nuovo staff e alla conferma che i soldi raccolti verranno destinati a cause importanti per il mondo della vita notturna, il locale londinese ringrazia con una nota sul suo sito tutti coloro che l’hanno supportato e annuncia il programma parziale del weekend di riapertura, ovvero quello che va da venerdì 6 a domenica 8 gennaio 2017.
Il 6 gennaio avrà luogo il vero e proprio party di riapertura, di cui non si ha ancora alcun informazione sulla line-up e che durerà dalle 23 di venerdì alle 7 si sabato. La sera successiva continua il “Friends & Family Reopening” con gli storici resident Craig Richards, Terry Francis e una serie di guest non ancora annunciati che probabilmente verranno svelati all’ultimo momento, così come quelli della notte precedente. A chiudere il weekend sarà WetYourSelf, il classico evento elle domeniche del fabric organizzato da Cormac, Jacob Husley e Peter Pixzel.
Prima della riapertura, più precisamente il 10, 16 e 17 dicembre, ci saranno altri eventi, originariamente organizzati nell’ambito della campagna #savefabric, che vedranno protagonisti Jeff Mills, Blawan, James Ruskin, DJ Stingray, Ancient Methods (live) (questi in occasione del RA In Residence al The Hydra di Londra) Luke Slater, KiNK (live), Danny Daze, Erol Alkan e Jamie Jones.
Alberto Zannato