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Smaltite le ultime sbronze del capodanno appena passato, pronti per affrontare l’anno nuovo, sembra opportuno un flashback sul 2014 e su quello che, su scala europea, è stato l’ambito musicale danzereccio visto dalla capitale Berlino.
Prima di concentrarci sulle delizie però, sembra impossibile non rendere omaggio a chi durante l’anno ci ha lasciato.
Il 1° aprile, infatti, seppur ognuno di noi ha sperato fosse una delle solite bufale del web o per lo meno uno stupido pesce d’aprile, Frankie Knuckles, leggenda e quanto più della musica House ci lasciava all’età di 59 anni, in seguito a complicazioni dovute al diabete. Pezzi come “Our Love” e “It’s a cold war” restano e resteranno in ogni libro di storia e nei cuori di chiunque abbia mai amato questo genere.
Una delle più brillanti stelle dell’house si è purtroppo spenta, guardare all’orizzonte alla ricerca di nuove leve diventa quasi obbligatorio.

Il berlinese Max Graef, per esempio, sfodera su Tartelet, dall’alto dei suoi 21 anni il suo album di debutto, Rivers of the Red Planet, house appunto, ricco di jazz e Trip-hop e hip-hop, che gli vale diretto l’accesso ai migliori giovani debuttanti e ai migliori album dell’anno.
Alex.Do invece è una delle più belle scoperte in ambito techno, con Rodhad e Recondite (di cui parlerò tra poco) formano il trio di punta della Dystophian, label che si è rafforzata ed è passata tra gli astri dorati della club culture nell’anno appena trascorso. Micidiale il remix di Rodhad su “perplexed” di Phase.

Mantiene saldo il controllo della techno underground l’Ostgut Ton, buoni gli album di Tobias e Answer Code Request, ancora meglio, a mio parere, l’ultimo di Steffi, Power of Anonymity, con la traccia che da il nome all’album e Selfhood che rimarcano quel suono pomposo e pompante che contraddistingue la tedesca resident del Berghain .

Sventola fortunatamente anche un po’ di tricolore nel mondo techno, ed è Donato Dozzy a tener alta la bandiera, che con Neel e il loro progetto ambient “Voices from the Lake” mette d’accordo proprio tutti.
La scena techno, comunque, seppure data in perenne flessione non so bene da chi e su quali dati, ha riportato dalla sua parte tanta gente, abbandonando in parte l’oscurità dell’industrial e inserendo sempre più vocal e melodie, e se uno come Alan Fitzpatricks esce con un remix di “I Want you” di Truss’Me e dj Koze remixa “Bad Kingdom” di Moderat, c’è forse da pensare che siamo all’alba di una nuova era, e lo sa bene anche DVS1 che con Black Russian sforna una delle migliori tracce del 2014, su Klockworks.

In tre tornano invece a produrre un album dopo tanto tempo, quello di cui più si è parlato è sicuramente quello di Aphex Twin, Caribou invece ci regala un compressato di emozioni e colori e pace nel mondo con “Our Love” , Richie Hawtin torna a produrre sotto il suo alias Plastikman.
Del primo appunto se ne è parlato abbastanza, il secondo è un successo, Our love, che dà il titolo all’album e Can’t do without you sono già un inno e portano l’album a essere uno dei migliori del 2014. Ai Caribou spetta un tour mondiale che li vedrà ancora in giro tra Australia Asia e Usa. Stupendo il remix di Carl Craig di “You’re Love Will Set Me Free”. Del terzo, sinceramente, non ci trovo niente da dire. Bentornato Plastikman, Richie riposati un pò.
Altro successo per Roman Fluegel, il tedesco convince ancora con l’album “Happines is Happening”, “Wilkie” è già una hit che più di qualche volta avete sicuramente sentito risuonare sui dancefloor. Il resto dell’album mantiene lo stile camaleontico psichedelico di Fluegel che varia tra house techno e electro.

Finora ancora non l’ho nominata, ma è chiaro che il 2014 è stato l’anno di Innervision e della compagine di artisti che frequentano la label berlinese.
Recondite ottiene succcesi da per tutto, 3 album in 2 anni, su Dysthopian e poi proprio su Innervision, “Levo”, in cui assottiglia il suo stile in connessione con il boss di casa, sua maestà Dixon, che lo ripaga inserendolo di diritto Live nei party Lost in a Moment. Bello anche l’Ep “Epikur” , prodotto da David August.

Ame significa sempre festa, Kristian nei suoi affascinanti e lunghi set richiama l’attenzione dei partecipanti scatenando l’intero club dall’alto della sua impassibilità, Frank sempre bravo nei suoi Live set e sui remix di “From nowhere” di Dan Croll e della stupenda e profonda “Turn Around” di Sailor & I. Gerd Janson si è ritrovato di fatto a dividersi tra resto del mondo e la consolle di Panorama Bar.
Markus Worgull, Mano LeTough, Henrik Schwarz e Kink hanno rafforzato i party della label tedesca e last, but not least, appunto, Dixon, finito di nuovo in prima posizione sulla classifica di miglior dj di RA e sul quale piovono sempre più elogi ricevuti e affrontati da lui con la stessa calma e dedizione che utilizza nella ricerca e scoperta di quel suono che a furor di popolo è stato il miglior Sound in assoluto dell’intero anno passato, in concomitanza con tutti gli artisti che hanno reso Innervision la label dell’anno.
Il 2014 è stato poi sicuramente un buon anno per l’italiano Massimiliano Pagliara, che piazza “With One Another” su Live at Robert Johnson, etichetta dello storico locale di Francoforte che resta insieme a Berghain /Panorama bar e il Concrete di Parigi tra i locali preferiti da tutta Europa.
Se Dixon è rimasto stabile alla prima posizione di RA, a fare un bel balzo avanti sono stati i Tale of Us, che gli si piazzano secondi subito dietro. I loro set che spaziano dalle loro produzioni agli spartiti di Angelo Badalamenti sono d’altronde magistrali, e anche a loro va un grande applauso e un augurio per l’anno a venire.
Il 2014, infine, è stato sicuramente l’anno, o meglio il 50esimo anno di vita, di Sven Vath, che ha festeggiato con party un po’ da per tutto in Europa e rilasciato sulla sua Cocoon la compilation

Alessandro FM