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Parkett incontra Fleurs Sonores, collettivo romano emergente spinto dal desiderio di portare un messaggio di positività attraverso un progetto musicale innovativo e originale.

Fleurs Sonores è un collettivo di DJ e promoter di eventi con sede a Roma. Composto da Gianpaolo Tuzzo, in arte Collider, e da Giovanni Olivotto aka Hemolymph, i set del collettivo romano si contraddistinguono per una costante ricerca di sonorità innovative e peculiari, muovendosi tra techno, electro, UK garage e jungle.

 © Davide Patania

L’incontro tra Hemolymph e Collider avviene qualche anno fa grazie all’esperienza comune come resident presso la radio milanese Fritto FM, ancora in corso. Essendo entrambi di Roma la connessione tra i due avviene in maniera spontanea e decidono di dare vita a un progetto inizialmente noto come Sound in Rising. Nel corso di questa collaborazione, il collettivo si esibisce in diverse venues iconiche della capitale, come il Klang e il Circolo degli Illuminati, consolidando inoltre una residency mensile presso l’Enigma Social Club: qui avviene l’incontro con Leopoldo, in arte PPPLD, che si incorpora al progetto come terzo DJ.

Nel 2023 il collettivo lancia la rassegna estiva Fleurs Sonores, debuttando a giugno e ospitando per l’occasione Pangaea, co-fondatore di Hessle Audio. Nei mesi a venire la rassegna smette di essere stagionale e Fleurs Sonores continua ad organizzare eventi oltre a chiamare artisti del calibro di Ehua, Chloé Robinson e Machinedrum, tra gli altri. Anche nel 2024 il collettivo romano continua la sua proposta internazionale ed ambiziosa, invitando alcuni grandi nomi della scena come Yushh, DJ ADHD e Toma Kami.

Fleurs Sonores è un progetto che vuole promuovere sonorità moderne e innovative, concentrandosi su generi in rapida ascensione come la nuova scena bass, urban, oltre che break, UK garage e future bass. Il collettivo emergente vuole essere un punto di riferimento proponendo un format innovativo e niente affatto scontato nella scena clubbing italiana contemporanea. Noi di Parkett pensiamo che ci stia riuscendo molto bene.

 © Costanza Chiara

Ciao ragazzi e benvenuti su Parkett! Parlateci un po’ di voi, come vi siete conosciuti e com’è nato Fleurs Sonores?

Grazie a voi per l’invito, siamo davvero felici di avere finalmente l’opportunità di parlare del nostro progetto. Fleurs Sonores è qualcosa che sentivamo dovesse accadere prima o poi. Non siamo persone che credono al caso, e fin dall’inizio ci è sembrato un percorso naturale. Giovanni e io ci siamo conosciuti grazie alla nostra comune esperienza come resident presso Fritto FM, una webradio di Milano. A quei tempi, c’erano pochi DJ di Roma coinvolti nella radio, quindi la nostra connessione è avvenuta in modo spontaneo. Abbiamo iniziato una residency all’Enigma Social Club, un locale intimo ma ricco di valore culturale e aperto a sperimentazioni. È lì che abbiamo incontrato Leopoldo, che si è unito al nostro progetto come terzo DJ.

Insieme abbiamo dato vita a “Sound in Rising”, e mosso i primi passi nella scena clubbing romana, iniziando a costruire un legame con il pubblico della capitale. Tuttavia, sentivamo che questo non era sufficiente. Percepivamo l’esigenza di contribuire attivamente alla rinascita culturale della città, che era stata profondamente colpita dal COVID e da altri fattori. Grazie anche al prezioso sostegno ed esperienza di Cristiano Latini, fondatore e direttore artistico del Klang, è nato Fleurs Sonores. Questo format si concentra sulle sonorità più moderne e in rapida ascesa a livello globale nella musica elettronica, esplorando la nuova scena Bass e Urban, con un occhio di riguardo per breaks, UK Garage e Future-bass. Al contempo, non dimentichiamo di valorizzare la scena italiana, dando spazio a DJ emergenti che abbiano già una solida esperienza nell’underground.

Sappiamo che come collettivo tenete molto a promuovere stili di elettronica forse meno conosciuti in Italia e che si allontanano in qualche modo dal classico 4×4, come la bass music, l’UK garage o la jungle. Come siete entrati in contatto con questi stili e quali sono state le vostre influenze?

È necessaria una premessa: sia io che Giovanni proveniamo dal Sud Italia (io dalla Sicilia e lui dalla Puglia), e entrambi ci siamo appassionati alla musica elettronica, sebbene su scene diverse rispetto a quella che ci rappresenta attualmente. Questo soprattutto perché, in quelle zone, la scena bass era praticamente inesistente rispetto a oggi. Entrambi ci siamo avvicinati al mondo del clubbing durante l’adolescenza, ma con gusti orientati verso generi differenti.

Gianpaolo si è appassionato al mondo del djing e al clubbing soprattutto grazie ai 2manydjs, i cui set erano un mix di rock ed elettronica. In Puglia, il genere più in voga era la techno, con ospiti come Luke Slater e Blawan, che hanno contribuito ad alimentare la passione di Giovanni per il genere. È solo dopo aver lasciato il Sud che ci siamo avvicinati maggiormente alla scena UK: Gianpaolo trasferendosi a Roma, dove già esistevano dj e crew che promuovevano questo sound, e Giovanni trasferendosi a Londra, frequentando club come Corsica Studios e Fold, dove ha scoperto l’intera scena bass, che oggi caratterizza i suoi set.

Cosa pensate, in generale, della sottocultura breaks in Italia?

È un campo doppiamente difficile, perché in Italia la cultura del clubbing non è tra le migliori, dominata dai soliti quattro nomi. Inoltre, c’è anche il problema degli spazi, che sono pochi e spesso non adeguati dal punto di vista del soundsystem, un elemento fondamentale per una scena come la nostra. Nonostante tutto, da quando abbiamo iniziato, abbiamo intravisto le potenzialità di ciò che stiamo portando avanti, anche con un pubblico non abituato a questo tipo di sonorità.

La risposta c’è stata, e la nostra più grande soddisfazione è stata vedere persone che tornavano ai nostri party. Questo, in fondo, è ciò che ci sprona a continuare. Dal punto di vista di noi addetti ai lavori, a Roma e in Italia ci sono diversi collettivi che cercano di portare avanti idee simili alle nostre. Confrontandoci, emerge che i problemi sono sempre gli stessi, ma continuiamo a coltivare l’idea che sia possibile ampliare il pubblico. Tuttavia, è necessario lavorarci con impegno e costanza.

© Stefano Caggianelli

Parlateci dei vostri eventi. Cosa non può mancare a un party targato Fleurs Sonores?

La risposta sta nelle nostre line-up: gli artisti che abbiamo invitato ai nostri party sono stati scelti principalmente perché siamo i loro fan numero uno. Prima di essere dj e promoter, siamo appassionati frequentatori di festival e club, e proprio grazie a queste esperienze vissute in giro per l’Europa abbiamo selezionato gli artisti che sono poi stati i protagonisti dei nostri eventi. Ad esempio, già alla fine del b2b tra Ehua e Toma Kami al Dekmantel 2023, sapevamo che Toma Kami sarebbe stato uno dei nostri futuri ospiti (Ehua lo era stata solo due settimane prima del festival). L’energia che hanno trasmesso in quel set è stata uno dei momenti più indimenticabili del festival, e volevamo riportare quella stessa energia e passione in una delle nostre serate.

Ma non solo: da grandi digger quali siamo, ci interessa anche il lavoro artistico degli ospiti che invitiamo, che si tratti del loro lavoro come producer o come label manager. Un esempio lampante è Pangaea con Hessle Audio, una delle etichette che più amiamo e che meglio rappresenta ciò che facciamo. Un altro esempio è Peverelist con la sua Livity Sound, e Yushh con la sua Pressure Dome.

Avete qualche progetto o idea futura di cui vi piacerebbe parlarci?

Qualcosa di grande sta prendendo forma. Fin dall’inizio del nostro progetto, uno dei nostri principali obiettivi è stato espandere la nostra rete, e finalmente ci siamo riusciti. La parte più bella di questo percorso è stata incontrare altre persone con la nostra stessa passione, e siamo felici di annunciare che ci sono tre nuovi dj resident all’interno del nostro collettivo, che avrete modo di conoscere quest’anno. Siamo già al lavoro sulla nuova stagione e possiamo anticiparvi che abbiamo trovato casa in una delle venue storiche della città. A breve annunceremo il nostro primo evento, che vedrà come ospite un’artista alla sua première romana. Dal punto di vista dei contenuti, stiamo ampliando la nostra visione: infatti, quest’anno ci saranno anche artisti che si esibiranno dal vivo. Ma avrete modo di scoprire tutto a tempo debito.

© Stefano Caggianelli

Per essere un collettivo nato da poco vi state facendo conoscere e avete già invitato diversi artisti internazionali a suonare con voi. Qual è l’aspetto che più vi piace e/o vi diverte del promuovere i vostri eventi?

Uno degli aspetti più entusiasmanti nel promuovere i nostri eventi è sicuramente la possibilità di collaborare con artisti in ascesa o già affermati nella scena. Avere l’opportunità di lavorare con producer che abbiamo sempre ammirato e rispettato è un’esperienza incredibilmente arricchente. Ogni ospite che invitiamo porta con sé un pezzo della propria storia e ci offre nuovi spunti di riflessione, spingendoci a migliorare e a crescere, sia come collettivo che come DJ. Da appassionati, è facile cadere nella trappola di idolatrare l’artista, quasi con una sorta di riverenza. Ma forse la sorpresa più bella arriva quando, instaurando un rapporto con loro, scopri che dietro l’immagine c’è semplicemente una persona guidata dalla stessa passione che ci anima. È proprio questa condivisione autentica, questo desiderio comune di divertirsi e far divertire, che rende tutto speciale e che ci spinge a continuare su questa strada.

E per ultimo: perché Fleurs Sonores?

La società spesso ha una visione negativa del clubbing, per ragioni che conosciamo tutti. È proprio per questo che abbiamo scelto il nome Fleurs Sonores, con l’obiettivo di cambiare questo paradigma, utilizzando i fiori come simbolo di positività e allegria, e il francese per aggiungere un tocco di eleganza. Abbiamo esplorato questo concetto soprattutto nella nostra estetica visiva e comunicativa, giocando con le locandine e sperimentando con colori chiari e caldi, per creare un contrasto con l’estetica più cupa e fredda che spesso caratterizza la scena. Non siamo ancora sicuri di aver centrato completamente l’obiettivo, ma stiamo lavorando affinché questa estetica rappresenti al 100% ciò che vogliamo esprimere.

© Costanza Chiara

ENGLISH VERSION

Fleurs Sonores: “It’s the genuine sharing that drives us to continue along this journey”

Parkett meets Fleurs Sonores, an emerging collective from Rome driven by a shared desire to spread a message of positivity through an innovative and original musical project.

Fleurs Sonores is a Rome-based collective of DJs and event promoters. Founded by Gianpaolo Tuzzo, aka Collider, and Giovanni Olivotto, known as Hemolymph, the collective’s sets are defined by a constant quest for innovative and unique sounds, seamlessly moving through techno, electro, UK garage, and jungle.

© Davide Patania

The collaboration between Hemolymph and Collider began a few years ago, sparked by their shared experience as residents at Milan’s Fritto FM radio station, which is still ongoing. Both hailing from Rome, their connection was immediate, leading them to create a project initially called Sound in Rising. During this time, the collective performed at several iconic venues in the capital, including Klang and Circolo degli Illuminati, and secured a monthly residency at Enigma Social Club. It was there that they met Leopoldo, known as PPPLD, who joined as the third DJ.

In 2023, the collective launched the summer series Fleurs Sonores, debuting in June with Pangaea, co-founder of Hessle Audio, as their first guest. As the months went on, the series evolved from a seasonal event, with Fleurs Sonores continuing to host events featuring artists like Ehua, Chloé Robinson, and Machinedrum, among others. In 2024, the roman collective is set to maintain its ambitious international agenda, inviting big names from the scene such as Yushh, DJ ADHD, and Toma Kami.

Fleurs Sonores is dedicated to promoting modern and innovative sounds, focusing on rapidly rising genres like the new bass scene, urban music, break, UK garage, and future bass. The emerging collective aims to be a go-to reference point by offering an innovative and refreshingly unexpected format in the contemporary Italian clubbing scene. We at Parkett believe they are succeeding brilliantly.

© Costanza Chiara

Hi guys, and welcome to Parkett! Tell us a bit about yourselves, how you met, and how Fleurs Sonores came to be?

Thanks for having us! We’re really happy to finally have the opportunity to talk about our project. Fleurs Sonores is something we always felt needed to happen. We don’t believe in coincidences, and from the very beginning, it felt like a natural path for us. Giovanni and I met through our shared experience as residents at Fritto FM, a web radio in Milan. Back then, there were only a few DJs from Rome involved with the station, so our connection happened spontaneously. We started a residency at Enigma Social Club, a small but culturally rich venue that’s open to experimentation. It was there that we met Leopoldo, who joined our project as the third DJ.

Together, we launched “Sound in Rising” and took our first steps in the Roman clubbing scene, beginning to build a bond with the capital’s audience. However, we felt that this wasn’t enough. We sensed the need to actively contribute to the cultural revival of the city, which had been deeply affected by COVID and other factors. With the valuable support and expertise of Cristiano Latini, founder and artistic director of Klang, Fleurs Sonores was born. This format focuses on the most modern and rapidly rising sounds in global electronic music, exploring the new Bass and Urban scenes, while also paying attention to breaks, UK Garage, and Future Bass. At the same time, we don’t forget to highlight the Italian scene, giving space to emerging DJs who already have solid experience in the underground.

We know that as a collective, you care a lot about promoting perhaps lesser-known styles of electronic music in Italy, which stray from the classic 4×4 beat, like bass music, UK garage, or jungle. How did you come into contact with these styles, and what have been your influences?

It’s important to start with a bit of context: both Giovanni and I come from Southern Italy (I’m from Sicily and he’s from Puglia), and we both developed a passion for electronic music, though from different scenes than the one we represent today. This was especially true because, in those areas, the bass scene was practically non-existent compared to now. We both got into clubbing during our teenage years but had tastes that leaned toward different genres.

Gianpaolo became passionate about DJing and clubbing largely thanks to 2manydjs, whose sets blended rock and electronic music. In Puglia, techno was the most popular genre, with guests like Luke Slater and Blawan, who fueled Giovanni’s passion for it. It wasn’t until we left the South that we both gravitated more towards the UK scene: Gianpaolo moving to Rome, where DJs and crews promoting this sound already existed, and Giovanni moving to London, where he frequented clubs like Corsica Studios and Fold, discovering the entire bass scene that now characterizes his sets.

What do you think, in general, about the breaks subculture in Italy?

It’s a doubly challenging field because in Italy, clubbing culture isn’t the strongest, dominated by the same few names. There’s also the issue of venues, which are limited and often inadequate in terms of sound systems, an essential element for a scene like ours. Nevertheless, since we started, we’ve glimpsed the potential of what we’re pursuing, even with an audience that’s not accustomed to these types of sounds. The response has been there, and our greatest satisfaction has been seeing people come back to our parties. Ultimately, that’s what drives us to keep going. From our perspective as insiders, there are several collectives in Rome and Italy that are trying to promote ideas similar to ours. In discussions, it emerges that the problems are always the same, but we continue to nurture the belief that it’s possible to expand the audience. However, it requires commitment and consistency.

© Stefano Caggianelli

Tell us about your events. What’s essential for a Fleurs Sonores party?

The answer lies in our line-ups: the artists we invite to our parties are chosen mainly because we are their number one fans. Before being DJs and promoters, we are passionate attendees of festivals and clubs, and it’s through these experiences around Europe that we’ve selected the artists who have become the stars of our events. For example, by the end of the b2b set between Ehua and Toma Kami at Dekmantel 2023, we knew Toma Kami would be one of our future guests (Ehua had performed only two weeks before the festival). The energy they brought to that set was one of the most unforgettable moments of the festival, and we wanted to bring that same energy and passion to one of our nights.

But it’s not just that: as avid diggers, we are also interested in the artistic work of the guests we invite, whether it’s their work as producers or as label managers. A prime example is Pangaea with Hessle Audio, one of the labels we love the most that truly represents what we do. Another example is Peverelist with his Livity Sound, and Yushh with his Pressure Dome.

Do you have any upcoming projects or ideas you’d like to share with us?

Something big is taking shape. From the very beginning of our project, one of our main goals has been to expand our network, and we’ve finally managed to do that. The best part of this journey has been meeting others who share our passion, and we’re happy to announce that there are three new resident DJs joining our collective this year, who you’ll get to know soon. We’re already working on the new season, and we can share that we’ve found a home in one of the city’s historic venues. We’ll soon announce our first event, featuring an artist making her Roman debut. In terms of content, we’re broadening our vision: this year will also see live performances. But you’ll discover everything in due time.

© Stefano Caggianelli

For a relatively new collective, you’re making a name for yourselves and have already invited several international artists to perform with you. What aspect do you enjoy the most or find the most fun about promoting your events?

One of the most exciting aspects of promoting our events is definitely the opportunity to collaborate with rising or already established artists in the scene. Having the chance to work with producers we’ve always admired and respected is an incredibly enriching experience. Each guest we invite brings a piece of their own story and offers us new insights, pushing us to improve and grow, both as a collective and as DJs. As fans, it’s easy to fall into the trap of idolizing the artist, almost with a sense of reverence. But perhaps the most beautiful surprise comes when, through building a relationship with them, you discover that behind the image is simply a person driven by the same passion that fuels us. It’s this authentic sharing, this common desire to have fun and entertain, that makes everything special and motivates us to continue down this path.

And finally, why Fleurs Sonores?

Society often has a negative view of clubbing for reasons we all know. That’s precisely why we chose the name Fleurs Sonores, aiming to change this paradigm by using flowers as symbols of positivity and joy, and the French language to add a touch of elegance. We’ve explored this concept especially in our visual and communicative aesthetics, playing with posters and experimenting with light, warm colors to create a contrast with the darker, colder aesthetics that often characterize the scene. We’re not yet sure if we’ve completely hit the mark, but we’re working to ensure that this aesthetic represents 100% of what we want to express.

© Costanza Chiara