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Forensic Records ha lasciato la propria “impronta digitale” su classici progressive house senza tempo, prima di chiudere nel 2010. Ora, è tornata alla carica con tanti nuovi progetti.

Immaginate questo scenario: siamo in una fredda notte del 1997 a Newcastle, Inghilterra. Intorno a noi qualche luce che penetra dalle finestre delle case, un po’ di neve che inizia a cadere, strade semi deserte, gruppetti di ragazzi che camminano tuti verso la stessa direzione, intirizziti dal freddo.

Con un po’ di curiosità, avviciniamo un ragazzo, e gli chiediamo: «Dove vanno tutti?» Lui ci guarda, capisce che non siamo del luogo, e con un sorriso dice: «Allo Shindig! Ci sono Mark Armstrong, Scott Bradford e Scooby che suonano!»

Ci dirigiamo quindi anche noi allo Shindig. Ed è tra queste pareti che inizia la nostra storia. Proprio nel 1997, cinque ragazzi accomunati dall’amore per la musica elettronica e con tanta voglia di promuovere la propria danno vita ad uno dei nomi più significativi del panorama progressive e deep.

Siamo riusciti a scambiare quattro chiacchiere con Chris Scott, aka Lexicon Avenue (vi ricorda qualcosa?), che ha scelto di riavviare Forensic Records con un energia nuova, per farci raccontare, in dieci tracce, che cos’è stata, cos’è e cosa sarà questa realtà discografica.

Approfittiamo per dirvi che, per apprezzare ancora di più la storia che stiamo per raccontare, Lexicon Avenue suonerà sabato 29 marzo in Svizzera, al Pinte Club di Andermatt, in occasione del Tanzberg Electronic Music Festival. Un appuntamento da non perdere.

Tornando alla nostra storia, le prime stampe Forensic oggi sono vendute con prezzi che vanno da 50 a 100 euro ogni disco.

Converrete che si tratta di classici quasi introvabili ma che rappresentano “must have” nella libreria di un appassionato o di un DJ, non importa che genere tratti.

Come dicevamo, la storia della Forensic Records nasce nel 1997: in origine, la formazione era composta da Chris Scott, DJ Scooby, Scott Bradford, Bill Brewster e Anton Fielding. Bill lascerà poi il posto a Mark Armstrong.

Per tornare brevemente allo Shindig, Chris ci ha spiegato che il club era uno dei pochi ad organizzare serate settimanali in cui si potevano apprezzare tantissime variazioni della musica house, spaziando da David Morales e Roger Sanchez fino ad arrivare ai sempreverdi Sasha e John Digweed.

In aggiunta, Scooby, Bradford e Armstrong erano Resident DJs allo Shindig e stavano sperimentando le prime produzioni con Chris Scott stesso già dagli inizi degli anni ’90.

Nel 1997, il gruppo incide quindi il primo pezzo, che è anche la traccia con la quale apriamo la nostra selezione. Si tratta di Lexicon Avenue – Here I Am

«Il nome Lexicon Avenue è l’unione di due concetti, ovvero il fatto che stessimo producendo house music, e avessimo una casa su una strada, e soprattutto che la musica è un linguaggio, dunque un lessico. In quel tempo non pensavamo molto quando creavamo un nome, producevo un sacco di musica e ogni volta che una nuova traccia usciva dovevamo trovare anche un nome per il progetto, per differenziare il tutto.» Ci spiega Chris.

Va fatta a questo punto una doverosa precisazione: oggi Chris Scott è noto come Lexicon Avenue, ma in passato, su Forensic lui e gli altri componenti incidevano insieme sotto diversi pseudonimi.

Lexicon Avenue era solo uno di questi, ed aveva dietro tutti i fondatori di Forensic.

Ad esempio di ciò, la nostra seconda traccia è l’unione artistica tra Chris e Scott Bradford: Little Green Men – Time Changes.

Chris ci ha raccontato qualcosa in più su questa traccia. «Scott e io avevamo già altri progetti insieme, come “New Phunk Theory”, con cui uscimmo con un album su Paper Recordings. “Time Changes sarebbe uscita contemporaneamente alla distribuzione dell’album. Per rispetto al lavoro della Paper Recordings, quindi, decidemmo di usare un altro nome. “Little Green Men” fu un idea di Bill Brewster. Sulla traccia in sé, volevamo creare qualcosa che avesse un suono oscuro, che avesse elementi deep. Una sera stavo guardando un film, “Crossing Borders”, con Jack Nicholson.

È la storia di un uomo che cerca il pirata della strada che, guidando ubriaco, aveva ucciso suo figlio. In una scena del film, Nicholson pronuncia le parole “Time changes..you’ve changed”. Lì ho pensato che sarebbe stato benissimo su una traccia, così campionai il suono e lo unì alla base di “Time Changes”. Inoltre, era anche abbastanza permeante come discorso. I tempi stavano cambiando, la Forensic era una realtà quindi pensammo che la parte vocale fosse azzeccata con il periodo.» Ed ecco, come nasce un classico.

Diciamo classico perché ad oggi il disco è quasi introvabile. Ci sono pochissime copie su Discogs e quelle che si trovano sono vendute a prezzi altissimi.

Abbiamo quindi chiesto a Chris cosa ne pensa di tutto ciò, del fatto che i dischi della Forensic siano ancora oggi sia richiesti che disponibili e ricercati ma a prezzi così alti.

«Sono contento» ci ha risposto «perché vuol dire che dopo tanti anni quello che abbiamo fatto è ancora richiesto. Quando succede vuol dire che sei riuscito nell’intento di contribuire al mondo della musica. Perché è proprio questo quello che fai: contribuisci

E parlando di contributi, la terza traccia che abbiamo scelto per raccontare la storia della Forensic Records è un grande classico, che oggi è al centro di tanti DJ set. Si tratta di Echomen (Chris Scott & Anton Fielding) – Substance

«Il nome “Echomen” deriva dal fatto che ad Anton e a me piacevano molto i vecchi suoni degli anni ’80. È curioso perché proprio negli anni ’80 c’era una band che si chiamava “Echo and the Bunnyman.” Producevamo tanta deep house e un po’ della cosiddetta prima progressive. Volevamo trasporre il concetto che fosse tutto collegato a suoni che venissero dal passato, come un eco. Ma i nomi erano veramente tanti, posso dire che ero sempre io, o io e qualcun altro, che creavamo tracce in studio. Alle volte i nomi ci piacevano, altre volte no. Così sono nati progetti come Mooncat, Unarmed Forces, Time Design, Dragon Dub… dietro ognuno di questi c’eravamo sempre noi, ma ognuno di questi aveva un suono diverso che ci piaceva e che sviluppavamo in vari modi

Tra le altre cose, vi anticipiamo che questa traccia sarà stampata di nuovo, in versione originale e rimasterizzata con un remix di Dilby. Vale la pena tenere un occhio aperto.

Forensic era anche un modo per poter permettere ad artisti del luogo di potersi esprimere. È il caso, per esempio, della quarta traccia che abbiamo scelto per questa nostra raccolta: Little Green Men Ft. Eliza – Through with you.

«Eliza è una ragazza che conoscevamo e che viveva a Newcastle. Un giorno la invitammo in studio per registrare la parte vocale. Eravamo ispirati da Murk (Ralph Falcon & Oscar G) e volevamo ricreare quello stile, con una parte strumentale ben definita e poi una traccia vocale che si sovrapponesse e prendesse il controllo. Penso che sia per questa traccia che per “Need” fu tutto guidato dal fatto che volevamo unire un vocale soulful con una base house.»

Forensic Records, oltre che un’etichetta deep house, è anche considerata una delle antesignane etichette progressive del panorama inglese.

Ci siamo chiesti se effettivamente Chris si senta ora o si sentisse allora “progressive” o meno: «Due di noi venivano da un background trance, altri due da un background house. Non la chiamavamo progressive all’epoca, comunque. Siamo semplicemente stati categorizzati così, è stata una decisione di altri. Diciamo che devi immaginare il tutto come un treno, e l’house music è un pezzo di tutto questo. Poi, tutti i bracci che partono da questo pezzo sono i sottogeneri. Credo che abbiamo iniziato ad essere categorizzati come progressive intorno agli anni 2000, non ci pensavamo molto e non orientavamo la nostra scelta produttiva in base a questo.

L’house si è sviluppata in tanti modi diversi, in studio facevamo quello che ci piaceva e riuscivamo ad influenzare gli altri. Credo che nessuno negli anni ’90 abbia mai pensato “ok, diventerò un produttore di progressive house”. Semplicemente, ognuno sviluppava la sua idea di house. Alle persone piaceva quello che facevamo e piaceva un certo suono, come accadde per il remix dei Depeche Mode o per il mio remix di Medway. Il processo comunque partiva sempre da noi, che andavamo in studio e decidevamo cosa fare: “su questo andiamo più oscuri, su questo meno” e così via. Se per Through With You l’ispirazione furono i Murk, per “Need” è stato Danny Tenaglia. Ovviamente, quando dico “ispirazione” intendo sempre che il suono di Murk o Danny ci piaceva, e noi lo interpretavamo a nostro modo.»

Così vi introduciamo la quarta traccia della nostra selezione: Little Green Men – Need.

Forensic non è solo underground. Quando abbiamo chiesto a Chris quale fosse stato il successo commerciale più grande di Forensic, ci ha detto: «Here I Am ebbe molto successo, anche perché fu distribuito dai Deep Dish sulla loro etichetta. Ricordo che ricevemmo un fax da Ali e Sharam in cui ci dicevano che Here I Am gli faceva venire voglia di mollare tutto. Ricordo che pensammo “Cazzo, allora stiamo facendo le cose nel modo giusto!”. Però, quella traccia ebbe successo perché uscì su Deep Dish Recordings e su Yoshitoshi. Penso che anche “Dusk Till Dawn” abbia avuto grande successo all’epoca. Ricevemmo anche il remix di Sander Kleinenberg. Prendemmo la parte vocale da un’artista americano e poi creammo la base intorno, una base che era sinistra, oscura…

All’epoca, nei club si sentiva molto questo tipo di suono. Per sei o sette dischi di seguito i dj creavano un’atmosfera oscura, che usavano per preparare l’ingresso delle tracce più uplifting. Era sempre un’alternanza di momenti in cui la gente ballava a testa bassa e poi esplodeva in estasi dopo che dalle casse usciva fuori una di quelle voci profonde con un messaggio per la pista, come se il DJ stesse inviando dei messaggi alle persone. La nostra “These Are The Beats” è stata costruita sulla base di questo concetto. La voce è la mia, solo che ne ho abbassato la tonalità

E quindi, ecco a voi Lexicon Avenue – From Dusk Till Dawn

Nel frattempo, però, le cose stavano cambiando. C’è stato un punto in cui, per un motivo o per l’altro, tutti gli originali componenti avevano abbandonato il progetto Forensi.

Chris stesso, a causa di motivi personali, aveva deciso di fare un passo indietro. Era rimasto solo Scott Bradford, che all’alba del 2010 decise di chiudere l’etichetta perché non più conveniente.

«Il fatto era» ci spiega Chris «che da quando avevamo iniziato la nostra avventura il mondo era cambiato davvero tanto. Negli anni ’90 esistevano questi cosiddetti “P’n’D Deals”, dove le compagnie di distribuzione si impegnavano a stampare le tracce su vinile e poi distribuire i dischi. Il problema fu quando arrivò il digitale, e le persone non compravano più vinile, quindi queste compagnie si trovarono in serie difficoltà finanziarie fino a dover chiudere per bancarotta. Forensic Records in realtà vendeva abbastanza bene, ma i nostri ricavati servivano per coprire le perdite!

In pratica, queste compagnie di distribuzione stampavano e distribuivano qualsiasi traccia, senza preoccuparsi della qualità della stessa…non c’era un lavoro di A&R dietro come invece succedeva per le etichette. Quindi molte tracce che erano state stampate in realtà non vendevano, e le compagnie si trovavano con moltissimi dischi invenduti ma la cui stampa andava pagata. Allora decidemmo di passare al digitale ma anche lì avemmo problemi con la distribuzione, anche se non riuscivamo a capire il perché. Io stesso non mi adattai benissimo a questo cambio, fino a che non lasciai il progetto e poco dopo anche Scott decise di chiudere l’etichetta

Con questo racconto amaro, vi presentiamo la settima e ottava traccia della nostra selezione: “Mooncat – Hear What Was Said”:

Occupa due posizioni perché in tutta questa storia c’è comunque un lato positivo: «La parte vocale di questa traccia è cantata da Ferank, un ragazzo rastafari che è anche un poeta, che rappa le sue poesie e riesce a dire un sacco di cose profonde. Quando cinque anni fa ho ripreso in mano la Forensic Records, questa traccia è stata la prima uscita del “nuovo corso”, con i remix di Marcelo Vasami, D-Nox e Beckers. Ricordo che conobbi Marcelo perché eravamo seduti vicini in un aereo, che presi per andare a suonare ad un party di Capodanno. Mi chiese di ricevere gli stems del pezzo per remixarlo, ed eccoci qui.»

Forensic Records quindi ha ripreso vita grazie a Chris e ad altri due soci: Peter May e Les Dales.

«Mi sento super eccitato per questo inzio» ci ha detto Chris.

Per la nona traccia, Chris ci ha proposto un pezzo che uscì nel 2007 solo in digitale.

Si tratta di Remo- Ivision:

«Lo ricevette Hernan Cattaneo e ci disse che avremmo dovuto stamparlo perché funzionava benissimo in pista. Scott decise di dargli una chance e il tempo gli ha dato ragione

Concludiamo la nostra selezione con le parole di Chris sul presente e sul futuro della Forensic: “in questa nuova fase vorrei dare visibilità ad alcuni artisti con cui stiamo lavorando e che stanno producendo musica di altissima qualità: Toledo, Anthony Chalton, o anche Dave Walker, che era parte di un progetto chiamato “Stupid Experts, ma che ha deciso di continuare da solista.”.

Vi presentiamo, quindi, Lexicon Avenue & ToledoThe Prospect

Vi invitiamo, come al solito, a seguire i canali ufficiali di Lexicon Avenue e Forensic Records per rimanere sempre aggiornati sulle novità della storia che riprende vita.