Tra le nuove release del produttore britannico è presente una traccia molto attesa dai suoi fan.
Nemmeno il tempo di godersi il meritato successo riscosso dal suo ultimo album “Sixteen Oceans“, uscito a marzo per la sua label Text Records, che Kieran Hebden aka Four Tet decide di stupire nuovamente i suoi fan caricando ben 14 nuove tracce.
Due post tanto semplici quanto chiari: “Soundcloud today”, “More soundcloud”. A Four Tet basta poco per attirare l’attenzione del pubblico: non c’è alcun bisogno di fare lunghi annunci, sarà la musica a parlare per lui.
Ancora una volta il producer britannico ha deciso di esplorare più sonorità e generi possibili. Tracce come “Raga to midi W”, “MTS guitar demo” o ancora “Anna demo” sono caratterizzate da drums acustici, arpeggi e suoni rilassanti, caratteristiche che le rendono più adatte al contesto domestico che a quello del club.
Per un suono più club-friendly, in pieno stile KH, basterà un breve ascolto a “My money’s gone” e “Anti-Racism Tech House”, per accorgersi delle sonorità più elettroniche rispetto alle precedenti. Nelle due tracce citate sono presenti inoltre degli splendidi vocal (compreso il celebre On&On di Erykah Badu) che accompagnano l’ascoltatore per tutto il brano.
Ricerca e sperimentazione sono da sempre dei concetti chiave per Kieran. “Delay eye” è una traccia decisamente fuori dal comune: non ci sono kick, solo una semplice melodia, hat ed un ipnotico vocale.
Arriviamo finalmente alla traccia clou di questa uscita. Dopo averla suonata per 4 anni in quasi tutti i suoi set, Four Tet ha finalmente rilasciato “23mins36sec BoilerRoom London”. Una traccia a tratti mitologica che appare per la prima volta alla Boiler Room sopracitata, e che per anni è stata croce e delizia dei suoi fan.
Gli artwork per le copertine dei singoli sono opera di John Evans, fotografo gallese che da tempo collabora con Hebdan e altri musicisti come Caribou ed Arctic Monkeys.
Tutte le tracce sono disponibili in free download nella sua pagina Soundcloud.
QUI trovi il nostro articolo che raccogli “dieci piccole tracce” di Four Tet.