Francesca Heart, l’intervista per Fuori Festival.
Francesca Mariano, l’anima creativa dietro l’identità artistica di Francesca Heart, è un’appassionata artista del movimento e del suono, con radici che affondano profondamente nelle terre vulcaniche e nei mari del meraviglioso Sud Italia. La sua formazione artistica è una testimonianza della sua dedizione incondizionata: ha percorso la strada della danza postmoderna e della danza movimento terapia, imparando le preziose lezioni da Anna Halprin, presso il suggestivo Mountain Home Studio in California. La sua pratica artistica è una sorta di viaggio emozionale che esplora il femminismo legato all’acqua, si perde nella mitologia acustica e danza con grazia nella coreografia dei paesaggi.
Francesca è il cuore pulsante di progetti coreografici straordinari come Water Info Transmission e Archaeo-Choreology. Nel 2020, ha condiviso il suo sogno fondando Nuova Atlantide insieme ad altri spiriti creativi. Dal 2016, anima con amore e passione il Serpentine Dance Studio, uno spazio magico a Milano e online, dove esplora il potenziale terapeutico del movimento e della voce, creando connessioni profonde. Oltre ai suoi progetti personali, la sua creatività si riversa nella composizione di musiche e coreografie che danno vita a documentari, moda e pellicole cinematografiche, trasmettendo emozioni senza confini.
Benvenuta, Francesca. Spesso diversi musicisti compongono brani, descrivendo la natura, per ritrovare in questa il proprio mondo interiore. Tu, sei riuscita a riconoscerlo?
Credo che il linguaggio sonoro aiuti a mettere ordine al mio mondo interiore. Ha una funzionalità terapeutica, perché il processo creativo obbliga in qualche modo a fare i conti con la propria evoluzione e con la responsabilità di quello che si vuole comunicare.
Ogni disco è un processo di scoperta e anche di sviluppo di alcune qualità, con Lanassa ho ritrovato la dimensione del gioco, con Eurybia la libertà del corpo acquatico e fluido e con il prossimo disco sto entrando in una sfera della psiche femminile più ambigua e misteriosa, la quale mi sta aiutando a imparare a vivere nella contraddizione.
Direi che è un rapporto di vicinanza emotiva con le cose, di riconoscerne la fragilità.
Quanto influisce l’ambiente circostante sulla musica durante un live? Dove riesci a sentirti più a tuo agio?
Ad oggi le performance che sento di più sono quelle che posso sviluppare sul posto, in collaborazione, non amo la toccata e fuga.
Il luogo dove mi sento più a mio agio è il letto di casa dove produco la maggior parte dei miei lavori, forse per questo le persone sentono una vicinanza al mondo onirico quando ascoltano.
Pensi sia possibile che l’uomo riesca a comprendere l’importanza della propria Terra, affinché questa venga rispettata? Dovrebbe essere un richiamo naturale, ma evidentemente siamo troppilo distratti e bombardati da messaggi superficiali e divisivi…
Il processo di sfruttamento coloniale che sembra inarrestabile purtroppo ci può fare sentire paralizzati. Molti tentativi di cambio di direzione che si sono presi in occidente sono stati soppressi sul nascere con la propaganda capitalista. E questi processi di sfruttamento hanno un impatto soprattutto sulle classi più deboli. Ci vuole una tutela sempre maggiore che protegga noi e la natura dalle grandi corp.
La musica che proponi cambia a seconda del luogo in cui ti esprimi: suonare all’interno del Fuori Festival che esperienza è stata e che momento ha rappresentato nella tua ricerca sonora?
Ho avuto la fortuna di suonare nella casa del maestro e fondatore Giancarlo Menotti, oggi, convertita nel museo di documentazione del festival dei Due Mondi. L’atmosfera era intima e attenta.
Al Fuori Festival ho trovato molta cura per gli artisti, per il luogo e per il pubblico e questo aiuta a concentrarsi sul live. Ma la vera chicca del festival è Stitch, il cane di Tommaso!
Nel tuo tempo libero, pratichi la meditazione? O credi che questa possa avvenire in qualsiasi momento, sgombrando semplicemente la mente…
Credo che si possa coltivare la presenza con qualsiasi azione. Ho studiato per tanti anni Qi Gong, una meditazione in movimento che mi ha aiutato a guarire più velocemente da un intervento chirurgico. In questo periodo sinceramente ho meno disciplina, sono in una fase di leggerezza. Sarà l’estate!
Quando gli alberi sono in difficoltà si si aiutano a vicenda, attraverso lo scambio di sostanze nutrienti, tramite radici. Perché secondo te noi esseri umani tendiamo invece a distruggerci? La musica può cambiare Il mondo?
Intendi distruggersi come trasgressione? In questo caso credo sia un diritto di autodeterminazione, bisogna conoscere i propri limiti…
La musica è una tecnologia di liberazione, dal pop (quello bello) alle declinazioni più meditative e di sovversione, credo sia politica anche quando non lo vuole essere esplicitamente. Sicuramente una prospettiva e presenza femminile più grande sia dal lato compositivo che organizzativo può avere un impatto positivo sul modo in cui stiamo insieme.
Come immagini la Francesca Heart del futuro?
Domanda difficilissima! Mi piacerebbe collaborare con realtà sportive, sonorizzare le gare di tuffi…
grazie, Francesca Heart.