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Native Instrument continua a cedere quote e aumentare il capitale. Dopo EMH anche Francisco Partners si unisce alla società berlinese e ne prende il comando.

EMH Partners e gli azionisti fondatori di Native Instruments annunciano che, entro la fine del prossimo autunno, verrà siglato l’accordo con la holding americana specializzata in partnership con aziende di spicco del settore tecnologico. Francisco Partners, con i suoi 24 miliardi di dollari di capitale, ha infatti già investito in più di 300 aziende leader di settore.

La notizia potrebbe far suonare un campanello d’allarme a molti utenti tenendo conto dei tempi incerti che stiamo attraversando. Ma Constantin Koehncke, CEO di Native Instruments succeduto a Daniel Haver la scorsa estate, fa sapere che il nuovo direttivo ha “l’obbiettivo ambizioso di dare agli utenti che utilizzano i loro prodotti, l’esperienza migliore che si possa avere nel campo della produzione musicale, indipendentemente dal livello di chi li utilizza.”

Mentre Matt Spetzler, della Francisco Partners nonché nuovo membro del consiglio di amministrazione Native Instruments, dichiara:

“Non vediamo l’ora di collaborare con il management team e il gruppo azionario esistente, utilizzando la nostra ampia esperienza operativa e strategica per aiutare l’azienda ad accelerare la sua traiettoria di crescita.”

Da quello che trapela dai comunicati ufficiali e non, in cantiere ci sarebbe lo sviluppo di una nuova piattaforma multimediale che dovrebbe prendere il nome di “One Native”. Un ecosistema che includerà l’offerta di sounds.com ed i servizi di Metapop, ma non solo. L’obbiettivo inoltre è quello di creare una piattaforma online centralizzata dove poter gestire sia la parte software, con i vari programmi, plugin, sound-bank ecc., che quella hardware.

Dal canto nostro possiamo constatare che questo tipo di tattica sta dando i suoi frutti. Native Intruments infatti, dalla sua prima fusione con EMH,Parners nel 2017 fa registrare +60% di ricavi nelle vendite hardware; un incremento più che raddoppiato nel numero di utenti mensili attivi, che arriva a 1,5 milioni a fine 2020, ed un incremento del 60% dei partners sulle sue piattaforme online.

Non ci sono invece notizie dal comparto Djing. La celebre linea Traktor di Native Intruments sembra essere in stand by dopo la release della versione 3.2 del software rilasciata più di un anno fa, quando rumors facevano pensare a un presunto interessamento della società inglese leader mondiale nella produzione di mixer Allen & Heath all’acquisizione del brand. Da questo punto di vista, è lecito supporre che forse inizia ad essere troppo dura la concorrenza con Pioneer DJ ed altri competitor.

 

Andrea Milano