Tra i locali più importanti nella storia della musica elettronica, lo storico The Haçienda di Manchester occupa indiscutibilmente una posizione di primissimo rilievo.
The Haçienda è stato aperto nel 1982 e chiuso nel 1997 per problemi finanziari, il locale inglese è entrato nella leggenda per essere stato il fulcro della crescita della scena rave britannica e del celebre movimento Madchester.
Fu anche il club in cui debuttarono, si affermarono o si esibirono alcuni dei precursori e dei massimi esponenti della musica elettronica underground, tra cui spiccano Laurent Garnier, David Morales, A Guy Called Gerald, Chemical Brothers, Sasha, Frankie Knuckles Pete Tong, John Digweed e moltissimi altri. (Guarda l’esordio di Laurent Garnier al The Haçienda nel 1987 in un video)
La “nuova generazione”, quella dei nati negli anni 90, per intenderci, non solo non ha potuto vivere l’Haçienda in prima persona, ma non ha nemmeno un’idea precisa di come fosse l’atmosfera all’interno del locale, con particolare riguardo all’aspetto musicale.
Sappiamo tutti che è stato ed è tuttora il locale più famoso della storia del Regno Unito ed è probabilmente il più rimpianto tra i locali chiusi definitivamente a livello mondiale, ma un’enorme fetta dei giovani appassionati di musica elettronica non potrà mai vivere l’atmosfera che si veniva a creare al suo interno ogni notte.
Ed è qui che ci viene in soccorso Blog 51, un blog che raccoglie e mette a disposizione di tutti le registrazioni di moltissimi set che hanno segnato la storia dell’Haçienda, specialmente quelli degli ultimi anni prima della chiusura, divisi per anno e per artista.
È così possibile ascoltare un set di Claudio Coccoluto del giugno del 1994, diversi set di Sasha, David Morales e John Digweed, ma anche di Lil Louis e Laurent Garnier, tutti disponibile per l’ascolto e il download.
Tra l’altro tra gli utenti più attivi di Blog51, che prende il nome dal nome ufficiale del locale, Fac 51 Haçienda, c’è un certo Andrew Mckim, collezionista di dischi ed ex frequentatore assiduo del locale di Manchester.
Alberto Zannato