Hello Chic è l’album di debutto di Mela Femmina, un viaggio Italo-Disco contemporaneo tra due mondi, la Bologna degli anni ’80 e Londra.
Emilia Estall, altrimenti nota come Mela Femmina, è una cantante e tastierista del sud-est di Londra.
L’idea di Hello Chic è nata mentre Emilia viveva nel ricco contesto musicale di Bologna nel 2018. Mentre era lì, le è stata regalata una cassetta da un eccentrico vecchio amico – Marco Cigarini – piena di demo inedite di una band new wave di cui lui ne era membro nei primi anni ’80, chiamata Audio Company. Emilie se ne innamora immediatamente, si interessa quasi morbosamente ai brani della band italiana e ne discute con i membri originali di come era stata realizzata.
Quest’incontro la segna così profondamente che si lascia totalmente ispirare e crea dei demo della band, alzando la voce per sottolineare la congiunzione dei suoi due mondi, Bologna e Londra.
Il risultato è un progetto basato sulla ricerca quasi maniacale sui sintetizzatori e le drum machine utilizzati nel disco all’epoca, principalmente Prophets, Moog, Jupiters, Junos e molti altri, componendo i suoni a orecchio per ricreare questo viaggio cosmico nell’ italo disco, virando contemporaneamente in altri regni musicali.
È stata aiutata da due amici e produttori: inizialmente Miles James (Little Simz, Foals, Plan B, Tom Odell), che l’ha aiutata ad avviare il progetto, e Steve Pringle, che invece l’ha aiutata a finirlo.
Abbiamo fatto una piacevole chiacchierata con l’artista.
Ciao Emilie, benvenuta su Parkett. Il tuo primo EP è appena uscito, come ti senti riguardo al tuo debutto discografico?
Alla grande! Ho lavorato su questo disco per così tanto tempo e c’è così tanto coinvolgimento emotivo che sono molto felice che finalmente sia fuori e non più solo nella mia testa.
Sei inglese, ma innamorata di Bologna ormai da anni, perché hai deciso di chiamarti Mela Femmina? Perché ad esempio “femmina” invece di donna?
Il nome deriva da due parole davvero importanti per me. “Mela” (Apple ndr) è il mio soprannome sin da quando ero piccola. Mela Femmina è un gioco di parole che viene ovviamente da “malafemmina”. Quando ho deciso di lasciare il mio ex compagno, mi sono sentita una “cattiva donna”, semplicemente perché avevo deciso di lasciare la stabilità di quella relazione. Sentivo come se ci fosse qualcosa di più per me là fuori come donna oltre al semplice essere la fidanzata o la moglie di qualcuno. Volevo esplorare me stessa e ciò che avevo da offrire al di fuori di quella relazione. Mi sentivo sbagliata, come se stessi deludendo anche la mia famiglia pensando di prendere una decisione sbagliata dando la priorità a me stessa e alla mia crescita personale rispetto a quella relazione. Il progetto parla della mia emancipazione da una relazione di 6 anni di quando vivevo a Bologna e del mio desiderio di indipendenza e stabilità emotiva.
L’EP è un mix perfetto tra il sound new wave di un synth pop bolognese anni ’80 e londinese, trasformando l’album in un sound Italo-disco decisamente nuovo. Come è nata questa collaborazione con Marco Cigarini e Franco Nanni?
Ho conosciuto Marco in un bar di Bologna chiamato Modo Infoshop, il mio ex ragazzo è un illustratore e i quel periodo gli aveva fatto dei disegni. Marco è una persona davvero speciale, è divertente, gentile e sensibile ed è un vero creativo, con il suo modo unico di guardare il mondo. Abbiamo appena costruito questa connessione, penso di essere un po’ come la figlia che non ha mai avuto. Un giorno mi ha fatto ascoltare questa musica che aveva fatto negli anni ’80 e ne sono rimasta davvero sbalordita, l’ho amata immediatamente. Ho passato molto tempo ad ascoltare le demo, ma quando le cose hanno iniziato ad andare storte nella mia relazione, ho iniziato a scriverci sopra ed è così che l’intera cosa si è coesa. Una volta che ho consolidato l’idea di cosa volevo fare nella mia testa, ho contattato tutti gli altri membri della band originale, incluso Franco, e ho chiesto il loro permesso per iniziare questo progetto. È davvero bello perché ora ho una bellissima amicizia anche con Franco, mi sento davvero onorato di conoscerli tutti.
L’album si apre con Hello Chic, un vero e proprio brano dal sound anni 80, da dove deriva la tua passione per i synth?
Ho sempre amato il pianoforte, ma penso che il mio amore per i sintetizzatori sia nato dalla scoperta di alcuni dei miei dischi di sintetizzatori preferiti come Jupiter 8 di Paul Horn e le interpretazioni di Debussy di Isao Tomita. La combinazione con l’incontro con Miles e Steve, i produttori che sono entrambi incredibili sintetizzatori, ho imparato molto da loro.
A quale artista ti sei ispirato di più per questo album?
Senza alcun dubbio, Marco!
Cosa ti aspetti da questo debutto? Stai organizzando un tour?
Non mi aspetto proprio niente, per me è bastato farlo, per me è stata una terapia e lo è ancora. Per quanto riguarda il tour, mi piacerebbe suonare questa musica dal vivo, vediamo cosa succede 🙂
Hello Chic
L’EP contiene cinque brani, che vanno dall’ottimo al malinconico, con scenette comiche e suggestive in mezzo, che prendono influenza da un mix di mondi amati sia da Emilia che dai produttori, da Gaznevada a Weather Report, da Herbie Hancock a Isao Tomita.
“Hello Chic” rappresenta la nascita di qualcosa di nuovo, è anche il suo singolo di debutto su Slow Dance, dove il suono freddo dei sintetizzatori è ridotto a ritmi fragili ma coinvolgenti.
C’è un accenno di proto-techno distopica nel DNA della traccia, mentre la voce esuberante di Mela Femmina è piena di energia e coinvolgente.
“La canzone parla davvero della mia emancipazione dopo una relazione lunga e intensa, mi ha aiutato a ritrovare il mio centro e trasformare questo dolore in qualcosa di positivo e catartico che ha coinvolto uno dei luoghi così vicini al mio cuore: Bologna”.
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