Il leggendario club della techno berlinese riapre come galleria d’arte contemporanea.
Chiuso il 20 aprile causa Covid, il Berghain riapre temporaneamente per ospitare la mostra d’arte contemporanea Studio Berlin. Organizzata dalla Boros Foundation, la mostra esporrà le opere di ottanta artisti contemporanei che vivono e lavorano nella capitale tedesca. Curata dal collezionista Christian Boros e sua moglie Karen Boros, Il Berghain esporrà fotografie, sculture, pitture e perfomance di artisti internazionalmente noti come Olafur Eliasson, Anne Imhof e Petrit Halilaj.
“Morgen ist die Frage”
“Il domani è la domanda“. Sono queste le parole esposte su una facciata del Berghain. Quale futuro spetterà al mondo del club?
Rimarrà in vigore una leggendaria politica del locale: l’assoluto divieto di fare fotografie al suo interno. Il biglietto d’ingresso andrà a sostegno del Berghain, colpito duramente come tantissimi altri locali berlinesi dal lockdown.
Il Berghain è sempre stato un luogo visionario e rappresentativo del mondo culturale underground tedesco: nei primi anni Novanta, i proprietari Michael Teufele e Norbert Thormann organizzavano delle serate rave fetish in un ex rifugio antiaereo nel quartiere Mitte. Gli stessi spazi, oggi, ospitano la collezione della Boros Foundation. Il famoso club della scena musicale elettronica tedesca contemporanea riparte così riproponendo i suoi canoni di stravaganza ed eccentricità.
Famoso per aver ospitato i più importanti djs al mondo, il Berghain (assieme alla sala superiore chiamata Panorama Bar) non smette, dunque, di inseguire l’arte pura infischiandosene del giudizio altrui, continuando a promuovere messaggi nudi e crudi. Sede di artisti come Ellen Allien, Dj Hell e Marcel Dettmann il club tedesco per eccellenza riaprirà così le sue porte, questa volta, non per per la musica ma per abbracciare opere “grafiche” di arte contemporanea.
Un esperimento era già stato fatto quest’estate, quando una delle stanze meno utilizzate del complesso, la Kessel Hall, era stata aperta a un pubblico ristretto e contingentato per un’art installation sonora intitolata “eleven songs – halle am berghein”, firmata dagli artisti Sam Auinger e Hannes Strobl. Altri locali hanno invece deciso di trasformare i propri spazi aperti in Biergarten. Dove ballare resta però assolutamente vietato.
Mettetevi in fila allora e preparatevi a poter entrare senza problemi, finalmente, in uno dei templi della musica techno più importanti al mondo. Il Berghain riapre le porte.