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Sebbene con molte difficoltà, la nightlife berlinese sta lentamente tornando ai suoi usali decori accogliendo clubber e amanti dell’elettronica da tutto il mondo, nonostante l’epidemia non sia stata debellata. Ma è veramente tutto così semplice? Ovviamente no.

La verità è che la città sta cercando di affrontare, con il massimo supporto delle istituzioni, una situazione delicatissima che ha saputo mettere in crisi un settore trainante dell’economia berlinese come quello della nightlife: per comprendere la drammaticità della situazione, basti pensare che la città guadagna circa 1,5 miliardi di euro all’anno, come ha sottolineato Pamela Schobess, grazie agli oltre 3 milioni di giovani che, da tutta Europa, si spostano per ballare nelle iconiche discoteche della capitale.

Non dimentichiamo che, sin dall’inizio dell’epidemia, il governo tedesco ha riconosciuto (contrariamente da quanto successo in Italia) l’incredibile potenziale economico che le discoteche rivestono nell’economia locale: sono stati sovvenzionati ben 30 milioni di euro per il sostegno di tutte le istituzioni culturali (dai teatri fino ai club), al fine di evitare un tracollo definitivo nei bilanci annuali.

Contrariamente da quanto alcuni possano ritenere, ogni diritto porta con sé il rispetto di importanti doveri: le restrizioni sugli eventi sono state certamente allentate, ma questo non implica certo un ritorno alla normalità; nonostante i party in strutture chiuse risultino ancora illegali, è stata concessa la possibilità di organizzare eventi in luoghi aperti, con una capienza massima di cinquemila persone. Attenzione però: come abbiamo precedentemente detto, ogni diritto porta con sé dei doveri: sarà buona cura degli organizzatori (e dei promoter) far rispettare le distanze sociali e le misure igieniche tese a non favorire la diffusione del virus.

Il rispetto delle norme igieniche previste dal senato di Berlino però non è sicuramente cosa da poco: si tratta pur sempre di circa 12 pagine di norme comportamentali; a questa già complicata situazione si aggiunge la non facile convivenza con i quartieri cittadini e le difficili restrizioni sul rumore cittadino dopo la mezzanotte le quali costringono i locali storici della sua nightlife a chiudere prima della mezzanotte.

Purtroppo la situazione è destinata a rimanere precaria fin quando la Germania non introdurrà un vaccino o troverà più facili soluzioni per eseguire test di prevenzione all’ingresso dei club. Come si evolverà invece la situazione del nostro paese? Solo il tempo saprà darci risposta.

Gianluca Faliero