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Gli Italoboyz rappresentano il sogno di qualunque Dj o aspirante tale in Italia: trasferirsi all’estero, diventare famosi, suonare in tutto il mondo. La loro carriera ha ormai sfornato classici del dancefloor e party memorabili, e tutto questo non cenna ad avere una fine. Siamo orgogliosi di poterli intervistare su Parkett.

Hey, grazie, e’ un piacere!

Gli Italoboyz ormai sono un nome apprezzato in tutta la scena europea e non solo. Come vi siete conosciuti e come è nato questo progetto?

Siamo entrambi di Mogliano Veneto, un paese fra Treviso e Venezia, ed eravamo gli unici 2 appassionati di dischi e giradischi a quei tempi (erano i primi anni 90) quindi fu inevitabile conoscersi, e condividere un po questa passione che ripeto, ai tempi era una cosa quasi da “nerd”, piu che una cosa “cool”.

Dopo anni di carriera e di successi, come definireste il vostro sound?

A noi piace l’idea di definirlo Timeless, ossia senza tempo, svincolato dalle mode o dai trend del momento. L’idea e’ quello di fare pezzi che non siano collocabili spazio/temporalmente, cosi com’e la nostra idea di sound quando suoniamo. Tipo a volte ci e’ capitato che un nostro management, in un recente passato anche, ci chiedesse un mixato da dare per una X radio station. Gli abbiamo dato questo set che avevamo registrato  qualche mese prima in questo X club. E loro “eh ma non ne avete uno piu recente, con musica piu nuova”… Questa mentalita’ che devi suonare “i promos” o le ultime uscite da Beatport chart e’ un concetto proprio diverso dal nostro

Una cosa che abbiamo sempre apprezzato del vostro sound è la freschezza, il vibe duro ma festoso e la vostra ironia, pensando a pezzi intitolati “Simiottada”, “Mex Sachine” ed altri. Pensate che la scena europea difetti di questa “leggerezza”?

Ah! Interessante questa domanda, non ce l’avevano mai posta prima. Da un lato devo dire di si, personalmente devo dire che sento troppo sound “serio” o comunque di gente che si prende troppo sul serio… sonorità scure, tristi, melanconiche. Sinceramente capiamo questo approccio nel fare musica elettronica, o comunque, lo condividiamo solo in parte, se poi funzionale a qualcos’altro, ma questa e’ solo la nosra personalissima opinione, ci mancherebbe…Comunque si, credo che un po’ più di gente dovrebbe prendersi un pelino meno seriamente.

Come è nata la vostra label, la Superfiction Recordings? C’è un’ idea o un canone dietro le vostre release?

E’ nata con il preciso intento di fare quello che volevamo noi senza alcun tipo di filtro esterno, poter rappresentare il nostro sound e quello di chi ci rappresenta. Senza una linea precisa musicale, l’unico requisito che la musica deve avere per essere presa in considerazione su Superfiction è che, per il nostro metro di giudizio, sia stilosa.

Il dibattito è sempre caldo a riguardo e voi potete sicuramente dare una risposta valida: conviene ancora ai giovani artisti italiani trasferirsi in città come Londra e Berlino per intraprendere una carriera artistica?

Una volta la scelta di trasferirsi in posti come Londra o Berlino era dettata puramente da una questione artistica, ora sta diventando una questione di mera sopravvivenza… Ma preferisco non entrare in questo capitolo in quanto sono molto deluso e arrabbiato in riguardo alla situazione ecenomico-politica italiana

Qual’ è il club che più vi ha stupito ed in cui vi siete più divertiti a suonare?

Ce ne sono stati troppi in realtà, il Sisyphos a Berlino è uno dei più divertenti senza dubbio.

Quali sono i produttori che più vi piacciono in questo periodo e che seguite con interesse?

Difficile fare nomi di sti tempi, ma se dovessi farne uno direi i ragazzi del progetto Karlovak. Mi piace la loro onda house/techno

Diciamo che è una costante, un po’ per tutti, farsi una lista di nuovi propositi per l’anno appena iniziato. Quali sono i vostri?

Continuare a fare il nostro sound… come l’hai chiamato? Fresco, festoso, duro e ironico!

ENGLISH VERSION

The Italoboyz represent the dream of any wannabe or former Dj in Italy: move abroad, become famous, playing everywhere in the world. Their career made possible dancefloor classics and memorable parties, and all this is not going to end. We are proud to interview them on Parkett.

Hey thank you, it’s a pleasure!

The Italoboyz are well appreciated in the european music scene and beyond. How did you know each other and how is this project born?

We are both from Mogliano Veneto, a town between Treviso and Venice, and we were the only two people fond of records and turntables in the early 90s, so it was inevitable to meet and share this passion that, I repeat, was almost a “nerd” thing at the time, not something cool.

After years of career and success, how would you describe your sound?

We like to think of it’s timeless, free from trends and fashion. The idea was to make tracks that were not placeable in time and space, as our idea of sound while we play. Sometimes happened that somebody from our management asked us to make a mixtape for a radio station. We gave him this set that was mixed live in a club some months before. And they said “don’t you have something new, with recent music?”. This kind of mindset, that makes you play “promos” or the newest tracks from Beatport charts is something else from the way we see it.

One thing we always loved about your sound is freshness, the hard but joyful vibe and your irony, thinking about tracks called “Simiottada”, “Mex Sachine” and others. Do you think that the European scene lacks this “lightness”?

Ah! Interesting question, nobody asked us before. From a certain point of view I have to say yes. Personally I often hear too much “seriousness” in sound and people that takes themselves too seriously… dark, sad, melanchonic atmospheres. Honestly we understand this way of making electronic music and we partially agree with it, if it’s somehow useful, but it’s only our personal opinion, of course. Eventually yeah, I believe that people should take themselves a little less seriously…

How is your Superfiction Recordings imprint born? Is there an idea or rules behind your releases?

It was born aiming to make what we wanted without any external filter, to represent our sound and what represent us… without a straight musical line. The only thing need to be taken under consideration on Superfiction is that music has to be “stylish”.

The debate is still trending and you can surely give a valid answer: is it still worth, for young Italian artists, to relocate in cities like London or Berlin to start an artistic career?

Long ago, choosing to move into places like London or Berlin was purely an artistic matter, now it’s a mere survival one. I prefer not to go on because I’m disappointed and angry towards the economic-political situation in Italy.

Which is the club that amazed you and enjoyed yourself playing in the most?

Actually there’s too many… the Sisyphos in Berlin is one of the most enjoyable without any doubt…

Which are the producers you like the most and you follow nowadays?

It’s hard to say it nowadays, but if I have to I would say the guys from Karlovak. I like their house/techno wave.

People are used to make some new years resolutions. Which are your resolutions?

To keep making our sound… how did you call it? Fresh, joyful, hard and ironic!