Intervista a tutto tondo con Mariolina Catani, una delle tre madri e art director del Tank di Bologna, pronta a presentare tutti i dettagli di “NNNAAAMMM”.
Se c’è un progetto italiano che ha dimostrato negli ultimi anni di riuscire realmente a fare la differenza nella scena, questo è il TANK. Non un semplice club, non un centro sociale, il TANK è un serbatoio culturale che nasce nel cuore di Bologna. Mariolina Catani è pronta a raccontarci tutto di questa realtà unica nel suo genere, in quanto unico club in Italia a condizione tutta al femminile.
In Italia vi è una famelica necessità di luoghi in cui ognuno di noi può rinchiudersi, eludendo la realtà, tra musica elettronica e iniziative socio-culturali. Il TANK di Bologna risponde perfettamente a questa esigenza, proponendo una programmazione ricca di ogni tipo di attività, volta a creare un legame profondo tra il pubblico e la parte più underground della musica, ma anche della moda e delle belle arti.
Oltre ad offrire a tutti la possibilità di immergersi in esperienze non convenzionali e di assistere a performance inusuali, il TANK propone anche diversi format in cui poter ascoltare il meglio della musica techno.
Non a caso il TANK ha ospitato e ospiterà gli artisti più cazzuti del panorama techno mondiale, chiedendo come unico compromesso, quello di rompere sempre e comunque, tutti gli schemi.
Mariolina oggi è qui con noi per invitarci tutti al prossimo party firmato NNNAAAMMM. Il “figlio” che lei stessa definisce “bastardo” che il prossimo 28 ottobre ospita Pablo Bozzi.
Ma prima di invitarvi al party, vogliamo presentare il progetto a 360° e chi meglio della sua ideatrice può farlo. Per questo motivo abbiamo invitato Mariolina a rispondere a qualche domanda, per tracciare il profilo di una realtà bolognese differente che pone la libertà di essere, al centro di tutto.
Ciao Mariolina, eccoci su Parkett! È un vero piacere fare due chiacchiere con una personalità come la tua. Dopo aver seguito passo passo l’evoluzione del Tank, siamo curiosi di conoscere tutti i dettagli di NNNAAAMMM. Raccontaci di questo nuovo progetto, ritornato sotto i riflettori proprio qualche settimana fa. Come ha avuto inizio questa avventura?
NEW NO NEW AGE ADVANCED AMBIENT MOTOR MUSIC MACHINE; NEW NO NEW AGE ADVANCED AMBIENT MOTOR MUSIC MACHINE NEW NO NEW AGE ADVANCED AMBIENT MOTOR MUSIC MACHINE. (silenzio)
Ciao e grazie per dar voce su Parkett a realtà come la nostra/mia. NNNAAAMMM è il primo figlio bastardo del TANK. È nato nel novembre del 2021 come format, con una serie di eventi di aware clubbing a cadenza mensile, ma era in grembo da un po’, persino da prima che Tank esistesse.
È un progetto di inclusione, integrazione e co-evoluzione. Ma io, per me, lo immagino sotto forma di antimonumento brutalista. Personalmente ho una formazione accademico-teorica da storica dell’arte, specializzata in semiotica del visibile. È una materia che adoro. Io penso che la semiotica, con la sua parte analitica, si collochi in una posizione un po’ antagonista rispetto ad altre discipline.
Credo che NNNAAAMMM condivida questa attitudine analitica, contrappositiva, se così si può dire. NNNAAAMMM è nato da un bisogno di decodifica di immagini e di suono, per la potenza che risiede nello sguardo e nell’ascolto. Sono pratiche che frequento da sempre.
NNNAAAMMM è stato un processo di ascolto. Il nome viene dal titolo di una delle composizioni più lunghe dell’album ENDE NEU, degli E.N. che dura 11 minuti in 9/4, puoi immaginare la mia formazione musicale. NNNAAAMMM ha come orizzonte principale la musica elettronica da club, ma integra linguaggi e stili differenti con una varietà di live e set.
Nell’ultimo anno, stante la situazione di conflitto successiva alla invasione russa in Ucraina, e la conseguente difficoltà per gli artisti ucraini ad esibirsi nel paese invaso, NNNAAAMMM si è focalizzato sulla scena club ucraina in collaborazione con DRIFT Booking Agency e Veselka Booking Agency, Shum Rave, con l’intento di offrire ai dj e ai producer che sono nati in Ucraina un’utile vetrina per la loro arte, ospitandoli per uno scambio culturale e musicale.
Le Line–up che costruisco sono una contaminazione di generi musicali con equilibrio tra internazionale e nazionale, e con uguale rappresentanza di genere, e con alternanza tra artist* emergenti e maggiormente affermati.
Questa formula è la summa di tutto il mio background, di tutto quello che ho studiato, ascoltato, visto e vissuto. Ci credo molto. Tu sei quello che fai!
Tu sei responsabile di quello che crei! Se fossi più presuntuosa (di più) citerei il filosofo: “perché un avvenimento abbia grandezza, devono concorrervi due cose: il grande animo di coloro che lo compiono e il grande animo di coloro che vi prendono parte”.
Il prossimo appuntamento con NNNAAAMMM sarà il 28 Oct.: presenterò per la prima volta a Bologna il dj e producer Pablo Bozzi.
NNNAAAMMM è soprattutto un progetto discografico, dinamico e super inclusivo. Nel dettaglio, quali artisti hanno preso parte a questo progetto e quali sono le prossime novità di cui vuoi renderci partecipi?
NNNNAAAMMM incarna la mia necessità di dare forma concreta al lavoro di artisti fuori dai canoni e dai trend mainstream, la necessità di sentire il peso del vinile sulle mani. Sarà una label indipendente e solitaria, amante dei post-generi e alla ricerca di mutazioni soniche per produrre dischi solidi e con molti spigoli.
Il progetto NNNAAAMMM records sta per realizzare la sua prima uscita ufficiale, e per questo confesso che mi viene un po’ difficile parlarne, perché nello stesso momento in cui ne parlo diventa reale, e in parte lo è già, e tu mi dirai: siamo qui apposta per parlare di questo; si lo so, ma proteggo il progetto finché la prima produzione non sarà pronta, e ci manca davvero poco, ma è un processo lento a cui dedico molta cura e tempo, è un processo che non riguarda solo me, ma anche l* prim*artista che ho scelto, che si chiama ODIA ed è producer e sound engineer.
ODIA crea e processa ogni suono sul momento con sintetizzatori, drum machine, semimodular e pedalini, usa prettamente tecnologie analogiche che mixa con processi digitali per ottenere tracce techno industrial con attitudine punk.
L’ho scelt* perchè me ne sono innamorata dalla prima volta che ho visto un suo live, ha un suono che disturba: immagina un suono monofonico accompagnato dal noise più spinto e dalla ripetitività di un colpo di cassa distorta e costante, tutto quanto avvolto in una texture composta da polifonia e glitch che ne allargano i confini.
ODIA è un’artista coraggiosa, tra l’altro è una delle foniche del TANK, nonché una delle pochissime donne che si occupano di sound engineer nei club. Insieme a me ha scelto di sposare questa folle idea di buttarsi in mezzo all’industria musicale dominata da un branco di cisgender avari e affamati.
Tra qualche settimana uscirà il pre-order del disco sul canale Bandcamp della label, mentre sabato 16 Dicembre 2023 al TANK ci sarà la prima release live del disco. A seguire festeggeremo l’anniversario di NNNAAAMMM insieme ad un* guest, dj e producer tedesc*.
Tutte queste informazioni verranno pubblicate sui canali social di NNNAAAMMM e di TANK. Se vi interessa cercateci!
Oltre a NNNAAAMMM, abbiamo visto che tu e il tuo team portate avanti numerose iniziative per sensibilizzare la scena, a problemi relativi all’inclusività nel mondo del clubbing e della musica, sia di genere che di qualsiasi altra natura. Come sta reagendo il pubblico dinanzi al vostro impegno?
A volte parlare di team è controverso perché una di quelle parole che deresponsabilizza, e spesso come NNNAAAMMM sono abituata a lavorare molto in solitaria ma TANK è un serbatoio di personalità e di idee che arrivano da vissuti, esperienze e ricerche diverse e questo rende il tutto più pieno.
Succede che in eventi come NNNAAAMMM, o in altri del TANK, c’è un pubblico più attento e più attivo, che ha già una preparazione in questo senso inclusivo, e che trova negli eventi nostri ciò che si aspetta di trovare.
Queste persone non hanno bisogno di essere sensibilizzate perché hanno fatto dell’inclusività una riflessione che dura da tutta la vita, quando non delle battaglie d’esistenza vere e proprie.
Attorno a loro si costruisce una scena che possa dirsi autentica e non di plastica. Chiaramente chi passa o è passato da noi con l’occasione di partecipare ad un evento, ad un concerto, ad un dj set, deve partecipare anche di questa espressione politica e sociale, che può appartenere a tutt@, e che per noi costituisce allo stesso tempo sia un dato fondativo, sia infine un obiettivo che potremmo definire universalistico.
Tutto ciò cerchiamo di esprimerlo attraverso la nostra programmazione, ma prima ancora appartiene all’essenza stessa del nostro progetto, ed è il mood che vogliamo si respiri da noi.
Il concept di NNNAAAMMM è Aware safer clubbing: garantire spazi consapevoli e sicuri fa parte di noi, e deve partire soprattutto da chi organizza.
Noi rifiutiamo la logica dei locali che hanno come unico obbiettivo quello di fare il cash, con line-up banali, con poca ricerca artistica, dove non si bada a ciò che succede dentro al club, e figuriamoci fuori, dove non ci si fa carico di azioni volte alla riduzione del rischio, di comunicare con le nuove generazioni che vanno sensibilizzate verso alcune tematiche di comportamento-consenso e utilizzo di alcool e di sostanze.
Negli ultimi anni, il Tank è riuscito a prendere posizione tra le realtà underground della scena italiana più interessanti. In molti, lo descrivono come un luogo in cui si respira un’atmosfera quasi nordeuropea, in cui ognuno può essere sé stesso senza scendere ad alcun compromesso. Ma il vostro obiettivo sappiamo che non era solo quello di creare un nuovo club in cui trascorrere il weekend. Presso il Tank infatti è facile imbattersi anche in eventi culturali e performance di arte. Inoltre, la scelta degli ospiti ricade sempre su nomi ricercati ben lontani dagli ambienti commerciali. Quanto è difficile portare avanti un progetto del genere, in un’epoca in cui la cultura di massa spinge i giovani verso il panorama mainstream?
Il TANK vive e respira solo se noi lo animiamo con cura, determinazione e ricerca, ricerca, ricerca. Se fosse un’opera d’arte sarebbero le bambole realizzate da Hans Bellmer, La pupèe seconde partie, del 1936, in cui attorno alla pancia abnorme si accalcano arti legati tra di loro e organi sessuali in bella vista, un agglomerato multiforme che possiede una sua sensualità aggressiva.
Fin dall’inizio è stato un contenitore ibrido, con la presenza di linguaggi diversi; e gli eventi più grandi o più partecipati fanno anche da rampa di lancio alle nostre cose più di nicchia. Poi il mainstream per sua natura cerca di fagocitare tutto, in questo senso non ne farei una peculiarità del giorno d’oggi, credo che sia un fenomeno connaturato alla cultura di massa, al capitalismo oserei dire.
La mia direzione artistica fa delle scelte specifiche di posizionamento, per dirla in modo tecnico. Per dirla un po’ più schietta: abbiamo scelto di avere una linea editoriale ben precisa, spesso invitando artisti che secondo noi possono essere interessanti e magari pronti per avere successo, ma che comunque sono immersi o hanno radici ben piantate nell’”underground”.
Qualche volta è anche una questione di spazio, di possibilità di fruire un evento nel mondo migliore; il nostro club non sarebbe adatto ad un nome ‘strafamoso e ‘straseguito. Troppo mainstream, appunto. Peraltro il Tank ha generato eventi anche molto grossi in città, magari fuori dalle proprie mura strettamente fisiche: per esempio il concerto per organo di Anna von Houssendorf nella basilica di Santa Maria dei servi, oppure l’edizione italiana del festival Buodica creato a Londra da Samantha Togni e realizzato a Bologna per la prima volta, o ancora il concerto degli austriaci HVOB, eventi che avevano bisogno di più spazio e maggiori capienze.
Allo stesso tempo non vediamo l’ora di ricominciare con i MATINÉE punk in pieno stile CBGB newyorkese, che ripartiranno da dicembre, e sono un evento fondante della nostra programmazione.
È ormai opinione comune che il clubbing negli ultimi dieci anni abbia subito una forte evoluzione. Il modo di vivere la dancefloor, sembra essere cambiato e anche le priorità del pubblico sembrano orientate su altri aspetti oltre alla musica. Uno di questi è l’uso massivo dei cellulari e dei social network. Credi che questo fenomeno possa realmente interporsi tra il pubblico e la musica?
Il social networking ha pervaso quasi tutto, anche la club culture in questo chiaramente non è avulsa dalla realtà, e a volte le contraddizioni permeano anche gli spazi più avveduti. La questione è senz’altro importante e non è facile stabilire come e quanto l’utilizzo della fotocamera durante i concerti e la pubblicazione real time di contenuti sia incisiva rispetto alla fruizione della musica dal vivo e degli eventi di clubbing.
La nostra opinione in effetti è che lo sia abbastanza, infatti in buona parte dei nostri eventi chiediamo al pubblico di mettere via il telefono o applichiamo un adesivo sulla lente della fotocamera alla porta d’ingresso nel locale.
Pensiamo che anche così si conservi quella atmosfera libera e libertaria che ci caratterizza: evitando l’invadenza della fotocamera. Ma non è detto che sia sempre un male totale, e la questione resta aperta.
END
Attraverso le sue parole, Mariolina Catani è riuscita senza dubbio a solleticare la curiosità di molti. Per conoscere maggiori dettagli sul TANK (inclusa la formula d’ingresso) e la sua programmazione, suggeriamo di dare un’occhiata a questo link.