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Crookers & OKGIORGIO. Una collab che, a primo acchito, potrebbe risultare piuttosto corraggiosa. O forse no. Perché i due nonostante la differenza di età e di approccio al modo di produrre, condividono tanto. Forse più di quanto si possa percepire dalla loro ultima produzione. Sicuramente più di quanto chiunque possa pensare.

Nel panorama della musica elettronica italiana, pochi artisti hanno saputo mantenere un’identità tanto distintiva quanto Crookers e OKGIORGIO. Due percorsi diversi, due approcci quasi opposti alla produzione musicale, ma una sintonia che emerge chiaramente nel loro modo di vivere la musica.

Crookers, alias Phra, ha segnato la scena elettronica internazionale sin dai primi anni 2000, diventando un’icona nel mondo del clubbing grazie a un sound unico e in continua evoluzione.

Con hit globali come Day ‘n’ Nite in collaborazione con Kid Cudi, Crookers ha rivoluzionato il panorama musicale mescolando hip hop, house ed elettronica sperimentale. Il suo approccio alla musica è istintivo e fuori dagli schemi: nessuna regola fissa, solo pura creatività senza compromessi con le tendenze mainstream.

OKGIORGIO, invece, si distingue per un’estetica sonora raffinata che fonde strumenti acustici e produzione elettronica. Proveniente dalla band ISIDE, ha sviluppato un’identità musicale che mescola la delicatezza della chitarra classica con le pulsazioni digitali della musica elettronica.

Il suo percorso solista, avviato nel 2022, lo ha portato a esplorare nuove sonorità, bilanciando melodia e sperimentazione con un’attenzione particolare all’evoluzione del sound.

Ciò che accomuna Crookers e OKGIORGIO è la libertà creativa, un principio fondamentale che li ha spinti a distinguersi nel panorama musicale. Se Crookers abbraccia il caos e l’imprevedibilità nella sua produzione, OKGIORGIO integra la spontaneità anche nei live, lasciando spazio all’errore come elemento espressivo.

Entrambi rifiutano le logiche imposte dagli algoritmi musicali e dalle metriche digitali, scegliendo invece un percorso artistico autentico e personale. Un dialogo che mette in luce le differenze nei loro processi artistici, ma che allo stesso tempo rivela una sintonia profonda nella loro visione della musica.

Il progetto Crookers è sempre stato caratterizzato da un’energia caotica e imprevedibile. Quando lavorarvi sul costruire un beat, partivi da una struttura precisa o lasciavi libero spazio al caso e alla sperimentazione?

Crookers (C): Non mi pongo una regola quando faccio musica, non so se si possa chiamare “sperimentazione”, il termine è stato abusato in maniera impropria negli ultimi anni, direi più casualità, prendo quel che mi arriva di buono e lo registro con il sequencer.

Nelle prime produzioni di Crookers c’era un’attitudine quasi punk alla musica elettronica: suoni distorti, ritmiche aggressive… Una sorta di caos controllato.

(C): A me piace la musica maleducata, mi smuove di più un brano che suona male ma con un’identità che una canzone perfetta in ogni sua parte. Forse quello è il motivo della mia costante ricerca di suonare “ME” e del mio continuo scappare dal “pop” inteso come “musica standard che si deve perdere tra la musica standard”.

CROOKERS & OKGIORGIO

Phra Crookers. CROOKERS & OKGIORGIO

Nasce da una scelta consapevole o è un riflesso del tuo background musicale? Qual era la tua percezione del progetto Crookers rispetto la scena elettronica di quegli anni?

(C): Dipende di che anni si stà parlando, ma se si pensa al periodo tra il 2007 e il 2016, la mia percezione era quella di essere allineato musicalmente e mentalmente con la maggior parte degli artisti internazionali che rispettavo, una bella sensazione.

In un’epoca in cui la musica elettronica si standardizzava sempre di più – mi riferisco al periodo 2010/2015 e in cui l’EDM stava monopolizzando il sound mondiale – Crookers continuava a cambiare stile e a proporre uno stile proprio. Come avete vissuto il rapporto tra sperimentazione e aspettative del pubblico?

(C): Con il senno di poi le aspettative del pubblico mi avrebbero portato a fare 20 “Day’n’night” per scomparire depresso in qualche meandro della “becera” edm.

Fortunatamente il mio amore per la musica ha sempre vinto sulla bramosia di successo. Ho sempre solo seguito il piacere di fare musica che mi soddisfi personalmente e per divertirmi facendola.

Ringrazio di non essere ancora cambiato non riuscirei a immaginare la mia vita senza la sensazione di aver fatto qualcosa che mi piaccia (musicalmente).

In un’epoca fatta di algoritmi, share e interazione credi che ci sia ancora spazio per l’imperfezione, per quel caos ordinato e per la sperimentazione?

(C): Lo spero, io ce la metto tutta per fare più errori possibili.

CROOKERS & OKGIORGIO

Phra Crookers. CROOKERS & OKGIORGIO

La tua carriera musicale è iniziata come membro della band ISIDE. In che modo questa esperienza ha influenzato la tua crescita artistica? Ci sono delle esperienze (musicali e non) che credi abbiano un concreto effetto sul tuo modo di approcciarti alla produzione?

OKGIORGIO (G): Con la band ho iniziato più o meno tutte le mie esperienze musicali, siamo amici dalle scuole elementari e abbiamo passato un sacco di esperienze insieme.

Quindi anche la prima esperienza in studio è stata con le stesse persone come anche i primi live, le prime etichette etc etc… Diciamo che quelle che invece sono arrivate da sole senza gli amici sono state tutte quelle relative al mondo elettronico, i dj set e via dicendo.

Il tuo stile unico combina influenze di chitarra classica con la musica elettronica, creando un approccio distintivo alla produzione basata su campioni. Come hai sviluppato questa fusione di generi? Ci sono state delle ispirazioni nello specifico?

(G): Suono da sempre la chitarra e ho iniziato con la classica come il 99% delle persone, volevo un po’ tornare a quel suono e spesso mi ritrovo ancora a suonare brani di Sufjan Stevens, Bon Iver, alt-j. Mi è sempre piaciuto chi riusciva a mantenere un approccio naïf in un contesto assolutamente non acustico. Mi è sembrato una bella sfida, metterlo nel genere musicale più distante che riuscissi a fare.

Nel 2022 hai lanciato il tuo progetto solista con il brano “okokok” e hai tenuto il tuo primo live all’evento APE a Milano. Come descriveresti l’evoluzione del tuo sound da quel momento fino ad oggi?

(G): Non sono bravissimo ad analizzarmi da solo, ma penso di aver sentito più impianti audio e club, quindi ho una cognizione più ampia di come far suonare le cose. Sono partito anche molto veloce come bpm dei brani, ma sto lavorando per trovare nuove strade, anche molto opposte.

CROOKERS & OKGIORGIO

okgiorgio. CROOKERS & OKGIORGIO

Il tuo nome è comparso tantissime volte in playlist editoriali, di genere e non solo: penso a Radar Italia o Planet Rave. Insomma il tuo talento direi che è più che certificato. Mi domando però quale sia il tuo rapporto con i numeri e le statistiche: li avverti come un peso o ci sono altre prospettive?

(G): So che può sembrare retorico dire che davvero non mi interessano, ma lavoro e ho lavorato per vari anni nel circuito pop in cui ne ho sentite di ogni colore, dai numeri alle certificazioni. Sai quando bevi troppo latte e poi diventi intollerante? ecco ahahah.

Entrambi avete sperimentato con la fusione tra organico ed elettronico, mescolando strumenti tradizionali a beat digitali e sintesi musicale. Come bilanciate l’imprevedibilità della performance live con la precisione della produzione in studio?

(C): Io rispondo “è tutto random”

(G): A me piace l’imprevedibilità anche in studio, come nel live. Quando suono live mi piace tenere una percentuale di libertà in quello che faccio proprio anche per permettermi di sbagliare e fare qualcosa di nuovo correggendo il tiro. Ovviamente ci vuole una precisione tecnica per non mandare tutto in vacca.

Entrambi avete attraversato fasi molto diverse nella vostra carriera, passando da progetti collettivi a una dimensione solista. Quanto il confronto con altri artisti ha influenzato il vostro modo di fare musica e cosa avete scoperto nel lavorare da soli?

(C): A me piace sia lavorare in solitudine che confrontarmi con altri, va a periodi, al momento sono un compagnone, mi piace imparare da altri e condividere storie, segreti e lo studio come mai prima.

(G): Personalmente adoro lavorare in compagnia, mi piace stimolare e farmi stimolare dagli altri. C’è anche una certa libertà nel fare le cose da soli, evitare il famoso “compromesso”, che poi non è mai così se ci si parla bene.

I giorni in studio con Phra li ho vissuti come una collab dove 1+1 fa 3, non sarebbe uscita la stessa cosa da soli.

CROOKERS & OKGIORGIO

okgiorgio @Magazzini Generali Milano foto di Giorgia De Dato per www.rockon.it. CROOKERS & OKGIORGIO