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Un suono crudo, che sa di macchine e di sporco, che sa di garage con quel vago sapore retro. Questo il biglietto da visita sonoro di Fabio Monesi, risposta italiana a un filone che negli ultimi anni, sia negli USA sia in Europa, ha visto una crescita lenta ma inesorabile; quello delle varie L.I.E.S. Records, Lobster Theremin e via discorrendo. Abbiamo scambiato qualche parola sulla sua musica e sui suoi progetti.

Mi dicevi di essere stato a Barcellona durante l’OFF week, sensazioni?

Buone. Ci sono sempre più party, sono stato a fare un giro, la scena è sempre carica, mi piace molto perché da la possibilità a varie realtà di essere presenti in una situazione che permette di avere un pubblico molto ampio

Pensi sia un unicum internazionale e irripetibile o prima o poi qualcuno lo replicherà?

Speriamo qualcuno ci riesca, spero che in un futuro anche altri festival possano avere una situazione correlata così importante, come avviene durante il Sonar.

Musicalmente?

Ho visto party offrire sonorità che durante gli anni precedenti non c’erano, generi che prima non si sentivano, è bello perché significa che la diversificazione musicale aumenta e le persone sono anche felici di ascoltare stili diversi

Parlando di diversificazione tra il 2016 e il 2017 si è vista un’apertura verso altri lidi musicali, penso alla crescita della lo-fi house, situazioni di alto livello che si aprono a nuove sfaccettature

Sono anni di cambiamento

Pensi ci sarà un’altra situazione che si imporrà pesantemente o vedi una scena più eterogenea?

La scena e già molto più eterogenea rispetto ad anni fa e la cosa non può che essere un bene. Significa che il pubblico e diventato più ricettivo e curioso. A livello di trend sicuramente l’electro sarà la “Next Big Thing”. Per quanto riguarda l’ondata lo-fi credo sia già in declino. Si produce troppo rispetto quello che il mercato (saturo) può effettivamente assorbire. Quando ci sono labels che fanno un’uscita a settimana capisci facilmente che l’approccio e quantitativo e non qualitativo.

Parlando di saturazione, come vedi questa crescita esplosiva del vinile? Mi dicevi che ormai è diventato difficoltoso stare dietro a tutte le release anche in vinile

ci sono dei pro e dei contro, da un lato con questa situazione ci sono sempre più persone che comprano musica e che alimentano il mercato, dall’altro il numero di release inizia a superare il numero di compratori, ad oggi con chiunque si parli senti dire che ha una label o che sta aprendo un label, molte delle quali faranno solo un paio di release e poi spariranno, questo andrà ad intasare ancora di più le pressing plants creando ritardi

Credi servano più plants?

Quello si, sicuramente, ho sentito che ne stanno nascendo, anche se è una situazione in cui devi sempre valutare la qualità, la preparazione di un disco è un processo lungo e delicato e basta un’ errore per rovinare il lavoro di tutti, si spera che le nuove plants siano guidate da persone con un background solido in modo tale da non far nascere altra roba di bassa qualità, che purtroppo negli ultimi anni abbonda, a causa dell’hype e della voglia di far uscire su vinile per forza qualsiasi cosa. Speriamo che la situazione si muova in una direzione qualitativa  e non quantitativa.

 

Parlando di qualità piuttosto che quantità, a me viene in mente Wilson Limited, una serie che sembra seguire quell’impronta di meno uscite ma curate in maniera maniacale.
In realtà Wilson Limited è nata per dare voce a progetti un po’ lontani dal sound base della label, essendo io un amante dell’house vecchio stile e delle cose legate al dancefloor capita a volte che mi venga voglia di far uscire qualche cosa molto club oriented, e li entra in gioco Wilson Limited. In questo progetto ho deciso di voler far parlare la musica, non mi va di dire chi fa le release, andare un po’ contro il concetto di nome, creare una serie limitata di copie da distribuire solo tramite negozi fisici, per supportare questi.

Sottolinei spesso questo concetto del nome dietro l’artista, inoltre tu guidi diversi moniker

Sicuramente influisce molto, una parte di pubblico finisce per indentificare il tuo nome con alcune sonorità di cui lui stesso è fan, poi c’è l’altra parte di pubblico, quella più snob e se vuoi più ignorante a livello musicale che è quella che non riesce a seguire ed identificare l’evoluzione ed il cambiamento di un artista, le reazioni quindi dipendono dal tipo di pubblico che si va a colpire.
Mi capita anche con il mio altro progetto, Hissman, sicuramente ci sono alcuni più legati a lui ed altri più legati a Fabio Monesi, ma alla fine di tutto sono sempre io e spesso i due sound finiscono per fondersi fin che ad un certo punto non capisco nemmeno più io dove inizi Hissman e dove finisca Fabio Monesi. Chi segue un moniker piuttosto che un altro deve comunque capire che le due cose si influenzano, è difficile rimanere saldi ad un solo sound, almeno nel mio caso, mi piace spaziare il più possibile, dopo un periodo con un determinato sound ho bisogno di nuovi stimoli, quindi capita che le sonorità possano cambiare, è normale, per me la passione, che in questo ambiente è fondamentale, si mantiene viva sperimentando.

 

Parliamo del tuo lato produttivo, com’è la fase di gestazione dietro una traccia, lanci sempre e solo cose fatte all’ultimo minuto o magari ti piace aspettare un po’ prima di lanciare un prodotto, sei contro quelli che lanciano pezzi prodotti anni prima?

Non ci vedo niente di male, se un produttore decide che una traccia è ancora valida dopo 5/6 anni e la vuole far uscire, non ci vedo niente di male.
Magari si sceglie di farlo anche senza nome per sperimentare quello che è il risultato o la presa sul pubblico e si finisce per sorprendersi quando un lavoro con sonorità che si ritengono passate risulta invece piacere molto.

E Dove ti sta portando questa sperimentazione? Il tuo disco su Créme Organization è appena uscito…

Nasce tutto diversi anni fa, mentre iniziavo a lavorare come Hissman, per distanziare le mie due passioni dell’epoca, da un lato la parte più felice e le sonorità più aperte dell’ house e della deep house, dall’altro il lato più crudo della chicago di fine anni 80, dove si sentiva il forte utilizzo delle macchine e delle registrazioni analogiche, con tracce più semplici e le drum che sovrastavano la musicalità.
Così nacque Hissman e con lui Hardmoon London, un etichetta che andava a colpire una fascia di pubblico che prima non toccavo.
Facendo ciò sono entrato in contatto prima con Ron Morelli, lavorando a due release per le sue label e da li con DJ TLR con cui abbiamo deciso di fare dei dischi insieme, il primo è quello su Créme organization. Poi ci saranno altre cose in futuro, magari senza nome (ride).

 

ENG VERSION

You have been in Barcelona during the OFF week, how was it?

Yeah I was in Barcelona during the Sonar week as I supposted to play but in the end the gig got cancelled so I decided to spend a few days around the city.
It was good, a very good chance for many artists to get exposed to a huge crowd.

Do you think Sonar will remain the only festival with so many “off parties”?

I hope not as it would offer a great chance to many brands and artists to expose themselves to a huge audience.

Talking about the music

It was cool to see that many crews are now offering different sonorities, it means the crowd is getting more receptive.

2016 and 2017 have seeb the lo-fi movement reaching the highest level ever seen and new sonorities bumped into the market.

Times are changing.

Do you think there will be a main sonority leading the market?

The scene is already offering much more than a few years ago and it can only be a positive thing.
it means the crowd is getting more curious and open to new sounds.
I think Electro is making a huge comeback.
The market is over-satured of lo-fi records, if you consider that certain labels release one record a week it’s clear that their aproach is not based on quality but quantity.
I don’t see a bright future for this “trendy-movement” but this is just my personal opinion.
Talking about saturation, what do you think about the vinyl sales? We talked about the fact that is hard to follow all the vinyl releases.

I see pros and cons, from one side, this is attracting many people buying records, on the other side the number of releases is overcoming the number of buyers.
Nowadays everyone runs label or is about to launch a new label and a lot of them will only release a few records. This will keep choking the pressing plants and creating delays.
So we need more pressing plants.

For sure, I heard there are new plants opening, but it’s always tricky.I hope that the new plants will be managed by people with a solid background.Knowledge is very important in this long process of pressing records as a single mistake in the productive-chain can fuck up the entire work.

Talking about things that should be rather qualitative than quantitative my mind goes to the Wilson Limited , a series that seems to be build under this idea, less release but manically studied

Wilson Limited was born with the solely intention of supporting physical record stores and all the guys behind these shops.

This is the “club-series” of the label and sometimes I prefer to let the music speak, that’s why the artists are not credited.

It’s not the first time I hear you talking about the importance of the music rathern than a name. You also use different monikers right?

As I said sometimes I prefer to let the music speak.Some people identify your name with a unique sound and it’s hard for them to see your natural evolution, your changes.This is why I decided to operate under different monikers.Sometimes, since I am the same person behind different projects, the sound of a project influence the other one and it can be hard to keep them separate.They ends up fusing util I am not able to understand who is who.
It is so hard to keep on just one style, at least in my case, I like to experiment different stuff and after some time on one sound I need new stimuli so it happens that the sound could change, it’s the normality, my passion, which is the key in this job, lives through experimentation.
Talking about productions, how does your track born? Do you always release fresh stuff or maybe you prefer to wait before releasing a record?

Are you against those who release tracks producted years before?

I don’t see anything wrong in releasing old stuff. It happened to me as well. If a producer thinks that the track is still good after 5/6 years, then it’s the right coiche to release it. Sometimes is funny to see how good the crowd react to “old-tracks”. In the end nobody will ever know if a track has been produced ages before.

Going back to the experimentation, where it is bringing you? Your Ep on Créme organization has just been released.

Everything started a couple of years ago, when I started working as Hissman in order to create a gap between my passion for happy sonorities of the New Jersey deep house and the more raw 80’s Chicago sound with the strong use of machines and analog recordings.
This is how Hissman and Hardmoon London started, touching a part of the crowd I didn’t touched before. After releasing the first Hardmoon London I met Ron Morelli and we worked together on two releases for his labels. One year later I met DJ TLR and once again we decided to make some stuff together, my latest EP on Creme is one of those things.
then there will be more stuff in the future, maybe nameless (laugh).