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In vista della sua esibizione al Cocoricò per Mutonia Easter Experience abbiamo avuto l’opportunità di fare qualche domanda a Z.I.P.P.O

Nato in Puglia ma ormai di adozione Berlinese, Z.I.P.P.O è un artista a tutto tondo, versatile, talentuoso e con una profonda conoscenza della musica elettronica. É uno di quegli artisti che incarna lo spirito più puro della musica techno, ma che allo stesso tempo non si limita ad esso, rimanendo sempre aperto a nuove interpretazioni e possibilità, siano esse legate alla direzione artistica della sua etichetta Fides Records, alle sue produzioni o alle sue performance (ad esempio con il suo alias house Jima Fei, o con il suo progetto electro 3KZ, insieme a Kaelan).

A Berlino negli anni è riuscito a ritagliarsi uno spazio importante, diventando recentemente resident del Tresor, ma la sua capacità di interpretare il dancefloor gli ha permesso di salire su i più prestigiosi palchi europei e di raccogliere il riconoscimento dei più importanti dj della scena. Durante la sua evoluzione, non ha comunque mai interrotto i rapporti con l’Italia dove continua ad esibirsi spesso. Non è raro infatti vederlo inserito nelle line up di realtà come Resistance, Polifonic o VIVA! Festival.

Il 30 Marzo si esibirà al Cocoricò in occasione di Mutonia Easter Experience, festival nato dalla collaborazione tra la discoteca romagnola e il collettivo Mutonia, che si svolgerà durante i tre giorni del weekend di Pasqua (ve ne abbiamo parlato QUI). Proprio in occasione di questa esibizione abbiamo avuto la possibilità di fargli qualche domanda.

Ciao Z.I.P.P.O, bentornato su Parkett! Sono passati 8 anni da quando ti ospitammo nel nostro ‘3 minutes 3 questions’. Quanto è cambiato Z.I.P.P.O nell’arco di questi anni?

Ciao Ragazzi, è sempre un piacere. Nonostante siano trascorsi 8 anni, quando rifletto su questo periodo sembra ieri. Posso dire che, in realtà, nulla in me è davvero cambiato da quel momento. Sono ancora qui, con la stessa devozione per la musica e il clubbing, determinato a diffondere la cultura del djing. Ho collezionato molte esperienze, tra performance e collaborazioni in studio. Ho vissuto momenti che per me sarebbero sempre stati un miraggio. La musica ti connette con persone straordinarie ed è veramente un linguaggio universale. (QUI il link al nostro 3 minutes 3 questions con Z.I.P.P.O)

Il 30 Marzo torni al Cocoricò per Mutonia Easter Experience. Non è la prima volta che ti esibisci lì, ma è sempre molto speciale suonarci, soprattutto per gli artisti italiani. Qual è il tuo primo ricordo della piramide?

La mia prima volta nella piramide è stata da Clubber, ancora “troppo giovane”. Accompagnato dal mio caro amico Stefano che ora non è più con noi. Ricordo vividamente quanto ci siamo soffermati a commentare ogni dettaglio. Mai prima d’allora avevo ascoltato un sound system così potente, in un evento di musica elettronica. E quelle luci, in perfetta armonia con le vetrate della piramide – mi vengono i brividi a pensarci.

Mutonia Easter Experience celebra la comunità di Mutonia, una realtà con una storia che parla di underground, controcultura ed anticonformismo. Qualcuno critica il fatto che certe caratteristiche non siano più proprie della scena techno. Tu come la pensi? È davvero venuto meno il ruolo contro culturale della musica techno?

Oggi, la Techno si è evoluta e ha generato molte sfumature e sottogeneri, alcuni dei quali possono avvicinarsi al mainstream. Personalmente ritengo che il ruolo “contro culturale” della musica Techno non sia scomparso del tutto. Molti artisti continuano a perseguire un senso di indipendenza creativa e autenticità, resistendo alle pressioni commerciali e alle aspettative della cultura di massa. Non dimentichiamo che la Techno è nata come una forma di espressione ribelle e sperimentale, e molti artisti e club continuano a coltivare questa mentalità. Questo atteggiamento riflette l’anima originaria della Techno, mantenendo vivo il suo spirito.

Le opere dei Mutoid sono realizzate con materiali di scarto, oggetti che tramite il gesto artistico ottengono una nuova vita e una nuova forma. Quanto è importante per un’artista saper(si) re-inventare?

Per me, “reinventarsi” e la sperimentazione vanno di pari passo e fanno parte della propria personalità – è qui che si trova la libertà di esplorare. Come si dice, “se smetti di giocare invecchi”.

Hai sempre dimostrato di essere estremamente versatile sia nelle tue selezioni che nelle tue produzioni. Pochi giorni fa è stata annunciata una tua nuova esibizione con l’alias house Jima Fei, lanciato nel 2022. Come è nato questo progetto? Possiamo aspettarci anche delle produzioni?

Sono devoto all’house, al funk e al jazz. Chi mi conosce dagli albori lo sa bene, per lo stesso motivo Boiler Room mi chiese di proporre un set house diversi anni fa. Questi generi musicali rappresentano per me una cura, mi hanno avvicinato a quest’arte. Non ho ancora pubblicato produzioni originali, al momento mi diverto a suonare degli edits durante i miei set ma ho diversi progetti in cantiere che vorrei portare alla luce quando mi sentirò pronto.

A Gennaio invece abbiamo visto il ritorno del live di 3KZ (progetto electro in collaborazione con Kaelan) per il party di Off the Grid all’Hoppetosse. Possiamo aspettarci altre date nel prossimo futuro?

Assolutamente sì, quel live è stato un vero trip e siamo già a lavoro per riproporne di nuovi.

Ormai al Tresor sei di casa e il mese scorso hai curato la tua prima sua serata al Globus, invitando la crew romana di Resistance con cui hai un rapporto speciale. Come è nata questa amicizia?

Per me, Resistance rappresenta da sempre una delle rare realtà Techno in Italia senza compromessi ed è anche uno dei miei party preferiti. Quindi, pensavo che sarebbe stato un match perfetto con Tresor, dato che entrambi mantengono viva la vera essenza della Techno.

Recentemente hai anche sonorizzato il fashion film di Numéro Netherlands. Avevi già fatto qualcosa del genere o era la prima volta? E che rapporto hai con il mondo della moda?

Da diversi anni mi sono immerso nel mondo del sound design, lavorando parallelamente ai miei progetti in studio e realizzando piccole colonne sonore per vari short film. Il recente lavoro per Numéro è stato uno di questi. Quando il regista Chris Puttin mi ha chiesto di tradurre le sue immagini in suoni secchi e distorti per mantenere un’atmosfera di mistero, ho sentito che fosse perfetto per me e sono abbastanza soddisfatto del risultato!

Riguardo al mio rapporto con la moda, apprezzo il suo potere espressivo e artistico: la creatività, l’innovazione e la capacità di esprimere sé stessi attraverso i tessuti, simile a come cerco di fare con la musica. Tuttavia, a volte trovo che la moda possa diventare eccessivamente influenzata dalle tendenze e, per questo, anche molto superficiale – stesso dicasi per la Musica.

Fides Records ha ormai quasi 10 anni, un bel traguardo. L’anno scorso hai lanciato le due sub-label Fides Tempo e Origami Series. Quali sono i concept dietro questi due progetti? E hai già in mente qualcosa per il futuro che puoi anticiparci?

Negli ultimi anni, la label ha vissuto un rebranding con una forte volontà di esprimere molteplici sfaccettature della mia personalità, dando così vita a queste due sub-label di cui sono estremamente orgoglioso.

L’Origami Series si concentra sulla musica Elettronica/IDM e Ambient ed è interamente basata su un lavoro artigianale che viene venduto sotto forma di Dubplate in edizione limitata. Ogni origami è tagliato, piegato e confezionato a mano da me, con screen printing curato da Linkinbios, che da qualche anno si occupa del lato grafico di Fides. Questo progetto è un omaggio alla culturaì giapponese, dove la cura per i dettagli e la precisione sono un vero e proprio mantra per me. Fides Tempo, invece, si concentra principalmente sulla Techno da dancefloor. Si tratta di pubblicazioni che pongono al centro una cosa: il ballo. Pertanto, c’è un forte focus sulla musica di ispirazione dancefloor.

Non posso svelare molto ma per i 10 anni stiamo preparando tante sorprese, accompagnati da Showcases in Europa e diverse uscite. C’è sempre tanta voglia di promuovere artisti che abbracciano la nostra visione musicale.

I biglietti per Mutonia Easter Experience al Cocoricò sono ancora disponibili sul sito ufficiale.