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James Blake fa un audace ritorno alla musica elettronica con il suo nuovo album “Playing Robots Into Heaven”, rilasciato l’ 8 settembre

Dopo il suo acclamato album omonimo del 2011, James Blake ha esplorato una vasta gamma di generi musicali. L’artista britannico, già plurinominato ai Grammy e collaboratore di artisti del calibro di Beyoncé, Jay-Z e Frank Ocean, questa volta sembra voler riabbracciare la sua passione per la house e techno music dopo un periodo di lontananza.

E’ stato proprio il suo trasferimento a Los Angeles che ha scaturito una pausa nella sua produzione di musica dance, un aspetto della sua identità musicale che non poteva più essere trattenuto a quanto pare.

Blake ha intrapreso un viaggio nella musica elettronica con il suo EP del 2020 “Before,” ma ora sembra immergersi completamente nella cultura club contemporanea . Ma il suo approccio è tutt’altro che nostalgico. Non cerca di ricreare il passato, ma piuttosto di plasmare il futuro della sua musica.

Il suo recente format musicale, CMYK, è “una situazione da nightclub avvolta da una leggera foschia” dice la descrizione dell’evento. Presentato da Rhonda INTL, MATTE & Percolate e James Blake, CMYK prende il nome dal suo brano post-dubstep del 2010, ed è un esempio dell’eclettismo che vuole riportare nella vita notturna. Questa serata infatti offre un viaggio musicale attraverso diverse epoche sonore, mescolando classiche sonorità two-step, dub pesante, garage e molto altro. È una celebrazione della varietà della musica elettronica che ha influenzato la sua carriera.

Durante una recente intervista, Blake ha dichiarato che è consapevole dei cambiamenti avvenuti nel panorama della musica notturna britannica: la chiusura di molti club, le restrizioni sul rumore e la crisi dei costi hanno reso difficile la vita per gli artisti e i club stessi. Tuttavia, sembra determinato a creare musica che rispecchi il presente anziché cercare di tornare indietro nel tempo.

Playing Robots Into Heaven

Con “Playing Robots Into Heaven“,pubblicato l’8 Settembre per Polydor Republic, James Blake rielabora le radici della techno e house , incorporando beat più pesanti e ritmi che incitano alla danza. L’album è stato ispirato da un patch synth che mescola elementi organici gospel con melodie sequenziate, creando un suono che potremmo definire “spirituale”. Questo progetto segna un passo audace verso il futuro, con Blake che abbraccia pienamente il suo lato club.

Una delle caratteristiche distintive di James Blake durante la sua carriera, è stata la manipolazione della sua voce per creare texture ed emozioni. In questo album, si spinge ulteriormente in questa direzione, remixando campionamenti vocali distorti in brani house pieni di desiderio. Questo approccio crea un’energia dinamica e imprevedibile all’album.

“Fall Back” è un eccellente esempio di questa combinazione di suoni elettronici. La traccia offre una potente fusione di percussioni immerse nel riverbero e un synth nervoso che si uniscono a un ritmo alla Burial, creando un groove avvincente che cattura l’attenzione dell’ascoltatore.

Altro brano da non perdere è “Loading”, un irresistibile pezzo garage. Le percussioni incalzanti emergono tra armonie corali, toni digitali scintillanti e frammenti vocali lamentosi, creando un’atmosfera coinvolgente e dinamica.

Tuttavia, la traccia più eccezionale dell’album è indubbiamente “Tell Me”, forse miglior brano mai registrati da Blake.

Un sintetizzatore stentato è accompagnato da un eco fuori tempo. Le percussioni pulsano e rotolano in modo reminiscente di techno e house, ma senza aderire completamente a nessuno dei due generi. I vocalizzi, tagliati in modo insolito, si fondono con piatti affilati e toni digitali, creando un contrasto affascinante. Nonostante il tono disperato della voce – “Dimmi se vale la pena svegliarsi” – la canzone non soccombe alla disperazione, ma invece si innalza al di sopra di essa.

Con “Playing Robots Into Heaven,” James Blake dimostra ancora una volta la sua versatilità e la sua capacità di esplorare nuovi orizzonti musicali senza abbandonare la sua identità distintiva. È un ritorno alle radici elettroniche che lo hanno reso famoso, ma con un tocco di freschezza e innovazione che rendono questo album un passo avanti nella sua carriera.

Il tour di “Playing Robots Into Heaven” prenderà il via al Fabrique di Milano il 18 settembre e toccherà diverse città europee e statunitensi.

Tracklist:
1. Asking To Break
2. Loading
3. Tell Me
4. Fall Back
5. He’s Been Wonderful
6. Big Hammer
7.  I Want You To Know
8. Night Sky
9. Fire The Editor
10. If You Can Hear Me
11. Playing Robots Into Heaven

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