Un re-edit realizzato dal produttore britannico Jon Hopkins ha donato una forma ancora più elettrica a una delle tracce più belle dell’ultimo LP di Nathan Fake.
Nei primi giorni di Aprile è uscito “Blizzards”, quinto album di Nathan Fake. Dopo qualche anno passato in Ninja Tune, etichetta inglese fondata dal duo Coldcut (Matt Black e Jonathan More), al quale ha affidato l’uscita del suo penultimo e quarto album “Providence”, Nathan torna a produrre per la sua giovane label Cambria Instruments di cui è co-founder insieme a Wesley Matsell. Impossibile dimenticare le sue grandi prodezze sulla Border Community tracce del calibro di “The Sky Was Pink” oppure “Outhouse”, che ancora oggi sarebbero capaci di far scatenare le platee.
All’interno di “Blizzards” undici tracce ricche delle vibrazioni elettroniche e delle distorsioni che caratterizzano la discografia di Nathan Fake. Tra queste spicca “Torch Song”, una produzione che, nonostante fosse ancora in fase demo, l’autore non ha esitato a passare al suo grande amico Jon Hopkins, dichiarando successivamente:
“…I sent him Torch Song some time ago while I was putting together the first draft of the album. He was particularly enthusiastic about Torch Song and suggested it should be a single.”
“…gli ho mandato Torch Song qualche tempo fa, mentre stavo mettendo insieme la prima bozza dell’album. Jon è stato particolarmente entusiasta di Torch Song e ha suggerito che sarebbe dovuto essere un singolo.”
Detto, fatto.
Jon Hopkins il creatore del live tour “Polarity” e del capolavoro “Singularity”, in breve tempo mette la sua firma su “Torch Song” senza snaturare la sua essenza e mantenendo lo stile originale di Nathan, una composizione ricca di sintetizzatori e distorsioni ben calibrate, che danno maggior vigore al suono e rendono la traccia ancor più dinamica ed avvolgente
“Torch Song” è pulsazioni poliritmiche in un crescente di distorsioni, come se volesse raccontare una storia, dall’inizio alla fine. È lo stesso Nathan Fake ad ammettere che molto probabilmente è la traccia preferita del suo nuovo album.
La copertina del singolo (che per ora possiamo trovare solo in formato digitale), richiama la grafica mercuriale dell’album “Blizzards”, diverse tonalità di viola elettrico si mischiano tra ombre e riflessi come se volessero generare un movimento, una scossa; proprio come l’album.
Gianluigi Gambardella