Co-fondatore di un’etichetta ultra-ventennale come la Ovum Recordings, professionista esemplare e artista influente per diversi sotto-generi della musica elettronica. Questo e molto altro è Josh Wink, un artista di rara professionalità e passione. Non solo a parole.
Versatilità, serietà ed entusiasmo. Nonostante sia sulla scena da ben più di vent’anni, questi sono i tre aggettivi che meglio riassumono l’artista e la persona Josh Wink il più sinteticamente possibile. Un personaggio estremamente influente per la scena Minimal, ma anche per i panorami House e Techno, che ha creato alcune tra le tracce più riconoscibili, psichedeliche e particolari della musica elettronica, nonostante non faccia uso di droghe.
La sua Ovum sta per compiere 25 anni, lui ha all’attivo quattro album, innumerevoli EP e decine di collaborazioni di altissimo livello, tra cui quelle con Carl Cox, Lil’ Louis, Loco Dice e Nic Fanciulli. L’entusiasmo, per sua stessa ammissione, è quello di quando era ragazzino e non pensava minimamente di poter fare il dj come lavoro. Ma meglio lasciarvi alla sue parole.
ITALIAN VERSION / ENGLISH VERSION
Una delle prime cose che si possono dire su Josh Wink è che tu prendi il tuo lavoro in maniera estremamente seria, anche se il dj non era un mestiere comune e diffuso quando iniziasti. Come pensi che sia cambiato il ruolo del dj negli ultimi vent’anni?
Mi interessai alla musica elettronica quando ero un teenager, attraverso l’Hip-hop e la musica Disco a Philadelphia e grazie alla musica House che arrivava da Chicago. Quando iniziai a voler essere un dj, ero così appassionato ed eccitato per questa nuova musica che non avevo mai ascoltato. Dovevi trovarla, non c’era Internet, solo negozi di dischi. Questo è tutto ciò che sapevo di voler fare. Non sapevo ci fosse un modo per farlo diventare un lavoro, tutto ciò che dovevo sapere era che ce l’avrei potuta fare. Non lo facevo per soldi. Era così eccitante per me, la musica parlava alla mia anima. Dopo diventò un lavoro e mi sto ancora chiedendo quanto sia figo che mi guadagni da vivere facendo qualcosa che amo così tanto. Era una passione fortissima e la sento ancora oggi. Com’è cambiato negli anni? Ora è un business multi-miliardario; EDM, musica elettronica. È incredibile. È un business enorme; ci sono management, fotografi, persone che si occupano della logistica, Internet…È tutto così grande ormai.
Sei un artista fondamentale per tre scene importanti: House, Techno e Minimal. Sarebbe interessante sapere le radici e le influenze musicali di un artista così eclettico.
I miei genitori amavano Jazz, musica classica e diversi tipi di musica, quindi sono cresciuto in un ambiente perfetto. Non ho mai voluto porre limiti alla mia personalità artistica e le mie influenze arrivano da moltissimi generi diversi. Quindi sì, sono effettivamente un artista eclettico. Ascoltavo e ascolto ogni genere di musica. Drum’n’bass, Reggae (avevo i dreadlock anni fa), Disco, House e via dicendo. Philadelphia era una città perfetta perché si poteva trovare qualsiasi tipo di musica lì. Per non parlare delle influenze che arrivavano da Chicago e New York.
Hai fondato una delle etichette più prolifiche e longeve della musica elettronica. Cosa ci puoi dire sul recente passato dell’etichetta e cos’hai in serbo per il futuro a per la release numero 300?
Siamo vicini alla trecentesima release? Non lo sapevo (ride, ndr). Scherzi a parte, fondai l’Ovum nel 1994, quindi siamo vicini ai 25 anni di attività. È una cosa seria! Fondai l’etichetta con King Britt e nello stesso anno lui ebbe sua figlia, quindi è strano ed emozionante vedere come l’etichetta stia cambiando e crescendo attraverso così tanti anni. Ora stiamo provando a coinvolgere costantemente giovani talenti; per esempio, c’è questo artista italiano di talento, Luca Maniaci. Non so esattamente cosa riserverà il futuro per la label, ma cerco sempre di metterci sempre cuore e anima.
Parlando delle tue produzioni personali, hai qualche sorpresa pronta per i prossimi mesi? Credi che rilascerai un nuovo album?
Non ho pubblicato un album per 10 anni, fatta eccezione per il remix album di “When A Banana Was Just A Banana”. Credo semplicemente di non amare gli album. Non lo so, non ne sono sicuro al 100%. Cerco di produrre e rilasciare musica ogni anno, ma non troppo spesso, e di solito lo faccio sulla mia label. Ho pubblicato “Resist” l’anno scorso, “Shoelaces” l’anno prima e via così. Non voglio forzare la cosa, ecco perché non rilascio molti album. Aspetto e raccolgo la giusta quantità di musica prima di creare un album. Al momento ho abbastanza musica, ecco perché probabilmente pubblicherò un album alla fine dell’estate. Ma non ne sono ancora sicuro.
Non hai mai fatto uso di droghe nella tua carriera. Qual è la tua opinione sull’uso e sull’abuso di droghe tra gli artisti e i frequentatori di locali?
Non sono mai stato contro le droghe, solo che non mi piacciono e credo semplicemente non facciano per me. So che le droghe sono parte di una certa sotto-cultura, ma per me la musica è sempre stata l’unica cosa che conta. Molte persone dicono che la musica è l’unica cosa importante per loro, ma nei fatti non è così. A volte bevo, non mi ubriaco ma mi piace il gusto dell’alcol,ma non mi drogo. E penso che ci sarebbero meno problemi se le persone non facessero uso di droghe, perché quando succede molti diventano fastidiosi e questo danneggia tutte le persone intorno, che vorrebbero solamente ballare e gustarsi la musica. Senza droghe, non ci sarebbe bisogno di così tanti controlli di sicurezza e si eviterebbero molte situazioni spiacevoli.
Se potessi tornare indietro, c’è qualcosa che cambieresti nella tua incredibile carriera?
Gli avvocati. Sceglierei meglio i miei rappresentanti legali così da evitare molti problemi. All’inizio della mia carriera non pensavo all’importanza della questione, quindi ebbi molti problemi con le mie prime release. Non parlo di ciò che rilasciavo sulla mia label, ma delle altre pubblicazioni. È importante scegliere i giusti avvocati per evitare problemi con i copyright e per evitare che il proprio lavoro venga rubato. Per esempio, cosa penseresti se qualcuno rubasse quest’intervista e la pubblicasse a suo nome? Questo è esattamente come si sentono gli artisti quando qualcuno ruba loro la musica.
Immagina che dei giovani appassionati vogliano avvicinarsi alla tua musica. Quali sono le prima tracce che suggeriresti loro? Le tracce che definiscono al meglio la tua personalità artistica.
Penso alla mia musica come a dei tatuaggi. Ogni traccia, ogni release è come un tatuaggio che rimarrà con me per sempre. Ecco perché non credo che ci sia una traccia o un EP che mi possa definire meglio di un altro come artista. Le persone devono guardare alle mie produzioni nella loro completezza perché metto l’anima in ogni singola traccia indistintamente. Sono semplicemente io. Qualche anno fa stavo suonando allo Space Ibiza, c’erano Carl Cox, Nic Fanciulli, Mark Knight e molti altri, e Yousef venne da me e mi chiese il titolo di una traccia che avevo appena passato. Gli chiesi il perché della domanda e lui mi disse “perché questa traccia sei tu!”. Ho amato quel momento ed è così vero! Ogni traccia sono io. So perfettamente che ci sono tracce più famose di altre come “Don’t Laugh”, “Higher State of Consciousness” o “Are You There”, e sono davvero felice che molte persone conoscano queste tracce. Credo solo che non siano meglio dei miei altri lavori.
ENGLISH VERSION / ITALIAN VERSION
One of the first things that can be said about you is that you take your job so seriously, even if the dj wasn’t a common and widespread job when you started. How do you think the role of dj changed in the last 20 years?
I got involved in electronic music when I was a teenager, through Hip-hop and Disco music in Philadelphia and from House music coming from Chicago. When I first started wanting to become a dj, I was so passionate and excited about this new music that I never heard before. You had to find it, there wasn’t any Internet, only record stores. This is all I knew I wanted to do. I didn’t know there was any way to make a living from doing this, all I needed to know is that I could do it. I didn’t do it for money. It was so exciting for me, the music spoke to my soul. Later on it turned into a job and I’m still wondering how cool that I make my living doing something that I love so much. It was a heavy passion and I still feel this today. How did it change over the years? It’s a multi-billion dollar company now; EDM, electronic music. It’s unbelievable. It’s a major business; there’s managements, photographers, logistic people, Internet…It’s huge right now.
You’re a fundamental artist for three important scenes: House, Techno and Minimal. It would be interesting to know the musical roots and influences of such an eclectic artist.
I never wanted to set limits to my artistic personality and my influences come from several different genres. So yes, I think I am an eclectic artist. I used to listen to every kind of music. Drum’n’bass, Reggae (I used to have dreadlocks back in the days), Disco, House and so on. Philadelphia was perfect because you could find every type of music there. Not to mention all the influences coming from Chicago and New York.
You founded one of the most prolific and durable labels in electronic music. What can you tell u about the recent past of the label and what do you have in store for the future and for the release number 300?
Are we close to the 300th release? I didn’t know that (laughing). Jokes aside, I founded Ovum in 1994, so we are close to 25 years in business. That’s a big deal! I founded the label with King Britt and in the same year he had his daughter, so it’s strange and exciting to see how the label is changing and growing through so many years. Now we’re trying to constantly involve young talents; for example, there’s this talented italian artist, Luca Maniaci. I don’t exactly how will the future be for the label, but I always want to put my heart and my soul in it.
Talking about your personal productions, do you have some surprises for the next months? Do you think you’ll release an album?
I haven’t released an album for like 10 years, except for the remix album of “When A Banana Was Just A Banana”. I think I just don’t love albums. I don’t know. I’m not 100% sure. I try to produce and release music every year, but not too often and I usually do it on my label. I released “Resist” last year, “Shoelaces” the year before and so on. I just don’t want to force it, that’s why I don’t release many albums. I wait and collect the right amount of music before creating an album. Right now I have enough music, that’s why I will probably publish an album at the end of the summer. But I’m not sure yet.
You’ve never used drugs in your career. What’s your opinion about the use and abuse of drugs between artists and party-goers?
I’ve never been against drugs, I just don’t like them and I think they are not for me. I know that drugs are part of a certain subculture, but for me the music has always been the only thing that matters. A lot of people say that music is the only important thing, but when it comes to the facts, it’s not like that. Sometimes I drink, I don’t get drunk but I like the taste of alcohol, but I don’t do drugs. And I think there would be less problems if people didn’t do drugs, because when you do them you get annoying and that’s bad not only for you, but also for people around you, who would just like to dance and enjoy the music. Without drugs, there would be no need of so many security checks and many unpleasant situations could be avoided.
If you could go back, is there something you’d change in your incredible career?
Lawyers. I would have chosen my legal attorneys better so that I would have avoided many problems. At the beginning of my career I didn’t think about the importance of this question, so I had some problems with my first releases. I’m not talking about what I released on my label, but about the other publications. It’s important to choose the right lawyers to avoid problems with copyright and to prevent your work from being stolen. For example, what would you think if someone would steal this interview and publish it under his name? That’s exactly how artists feel when someone steals their music.
Imagine that some young enthusiasts want to get close to your music. What are the first tracks you would suggest them? The tracks that best define your artistic personality.
I think of my music as tattoos. Every track, every release is like a tattoo that will stay with me forever. That’s why I don’t think there’s a track or an EP that can define me as an artist better than an other. People have to look at my productions as a one thing because I put my soul in every single track indistinctly. That’s just me. Some years ago I was playing at Space Ibiza, there were Carl Cox, Nic Fanciulli, Mark Knight and many others, and Yousef came to me and asked me the title of a song I just played. So I asked him why he was asking and he told me “because that track is you!”. I loved that and that’s so true! Every track is just me. I perfectly know there are some tracks that are more famous than other ones, like “Don’t Laugh”, “Higher State of Consciousness” or “Are You There”, and I’m so happy a lot of people know these tracks. I just don’t think they are better than my other works.