Il dj si rispecchia nella propria musica, ciò che si ha dentro lo si esterna con un disco.
Oggi vi presentiamo un dj, producer e remixer che fa dell’evoluzione la propria peculiarità.
Adiamo a catturare l’essenza del toscano Luca Agnelli estrapolando e cercando di capire la sua essenza tramite questa interessantissima intervista.
1. Il tuo sound non è catalogabile ad un unico genere, techno, deep, house, dub, sono miscelati in un’unica ricetta potentissima e particolare. Se dovessi dargli tu un nome al tuo genere, come lo chiameresti?
Non posso dare un nome al “mio” stile musicale, non amo catalogare la musica, suono tutto quello che mi piace cercando di trasmettere un messaggio attraverso la mia personalità. Questo perché la musica che scelgo cambia sempre, si evolve con me, cambiano i momenti, le emozioni e quindi cambiano anche le sonorità che propongo. Negli ultimi anni ho intrapreso una strada molto più techno, a tratti scura, perché è ciò che sento dentro, anche se capita di inserire un disco acid, un disco cantato qualche chicca house anni ’90 o qualche pezzo più elettronico di meta anni 2000. Le mie radici sono profonde, passano attraverso molte sfumature musicali ed è impossibile ignorarle, fanno parte della mia vita.
2. Le tue influenze, le tue radici e le tue speranze future, parlacene come più desideri.
Come dicevo prima le radici sono profonde, sono davvero tanti anni che vivo con la musica e sono tanti gli artisti che ho ammirato e a cui mi sono appassionato. Partendo dai primi anni ’90 con i Masters At Work, Todd Terry, Lil Louis, Paul Johnson, Jovonn, passando per Laurent Garnier, Isolee, Josh Wink, Radio Slave, Redshape, toccando il suono piu elettronico di Dj Hell, Booka Shade, Tiefschwartz, Mathew Jonson passando per i suoni d’avanguardia di Roman Fluegel , Henrik Schwarz, Dj Koze, arrivando infine alla techno di Ben Klock, Marcell Dettmann, Ryan Elliot, Robert Hood, Truncate, Recondite e molti altri.
Per quanto riguarda le mie speranze future spero che la mia etichetta, Etruria Beat, possa continuare a vivere un momento positivo come è accaduto in questo ultimo anno,non solo per me ma anche per gli altri artisti che collaborano all’interno di questa famiglia. Penso a Bastinov, Dast, Toms due e Kaiser in particolare.
“Pentagon” (etb019), release di Bastinov che contiene un anche mio remix, è stata accolta con grande entusiasmo dal pubblico andando sold out quasi subito e ricevendo il supporto di nomi come Laurent Garnier, Sven Vath, Loco Dice, Adam Beyer, Len Faki, Truncate, Norman Nodge, Pig & Dan, Victor Calderone e Felix Krocher per citarne alcuni. “Deep Down” (etb018) produzione di Dast, dopo essere stata suonata in tutti i festival piu importanti al mondo, è stata scelta anche da Sven Vath per la sua compilation annuale Cocoon “The Sound of 15th Season”.
Il 2015 inizierà alla grande con la nuova release (etb020) di Kaiser che include i remix di 2 techno german boys Dj Emerson e Mattias Fridell.
3. Italianissimo, toscano per l’esattezza, quale è la tua canzone preferita, quella che da sempre ti regala forti emozioni.
Nominarne uno sarebbe fare un torto ad altri tanti splendidi dischi, anche perché ogni periodo ne ha avuto diversi che sono stati magici. Ti posso dire però che ho un grande ricordo legato a “Club Lonely” di Lil Louis che fu il primo vinile che acquistai nel 1992.
4. Preferisci suonare nei grandi dancefloor con migliaia di persone o sei più orientato al club, all’intimità e alla cultura underground?
Mi piacciono entrambe le situazioni. Nei club c’è un rapporto più intimo con il pubblico e si può sperimentare più facilmente inserendo dischi che in altri contesti sarebbero capiti meno. Nei grandi dancefloor si respira un’energia diversa, simile a quella di un concerto con più entusiasmo, più adrenalina, maggiore impatto visivo e scenografico. Puoi mettere una marcia in più, ogni ripartenza di un disco è un esplosione, adrenalina pura per me, quindi questo lo apprezzo di più soprattutto negli ultimi anni.
5.Potendo scegliere, al fianco di chi vorresti suonare in un b2b fino all’ultimo disco?
Non sono un grande amante dei dj set back to back perché penso che l’artista non possa esprimersi al meglio, visto che non riesce a creare la sua onda musicale, a costruire un suo percorso disco dopo disco, nonostante accanto possa avere una persona con gusti musicali simili.
6. Pur essendo giovane hai già una florida carriera, cosa pensi debba migliorare nella cultura musicale della scena Italiana? Casomai qualcosa che all’estero è più presente e che qui è più carente.
Il clubbing italiano non è messo male e non ha molto da invidiare rispetto all’estero, a parte alcune eccezioni come Berlino, Ibiza, Londra che hanno avuto un percorso particolare, forse unico. Si potrebbero migliorare molti aspetti, come la professionalità, i pregiudizi, la mancanza di progetti a medio-lungo termine, la cura degli impianti audio, una migliore promozione del prodotto venduto, una migliore scelta delle line up, spesso disordinate, che assomigliano a dei minestroni. Bisogna anche considerare che l’italiano è esterofilo per natura in tutte le cose, non solo nel clubbing. Dovremo – e in parte abbiamo già iniziato a fare – valorizzare di più i nostri prodotti: club, talenti e festival. Comunque vada io amo la mia Italia, i suoi locali e, ovviamente, il suo pubblico. Ci sono realtà importanti dove ho il piacere di suonare come Cromie, Cocorico, Guendalina, Amnesia, Hund, Magazzini Generali, Rst, Rashomon, Qloom, Cassero, Angels of Love, With Love, Gallery, Mob, Ciclope e molti altri che non hanno da invidiare rispetto ai competitor esteri.
7. Visto che siamo a fine anno ti chiederei di fare un bilancio di questo 2014 e delle novità che ha portato nella tua carriera artistica.
Il 2014 è stato un anno in cui ho lavorato molto “on the road” e in studio. Mi sono esibito in club importanti per la scena italiana come ti dicevo prima ma anche all’estero in Germania, Svizzera, Portogallo e Spagna. In studio oltre alle produzioni e ai remix citati in precedenza sono stato molto soddisfatto del mio EP “Orion” (etb017) remixato da Brett Johnson e Dachsund. Mi sono divertito anche nel produrre il remix di “Leave Me Alone” di Clio, uscito in vinile su Serkal. Una grossa soddisfazione è stata sicuramente quella della copertina di Dj Mag Italia di Maggio di cui sono stato protagonista scelto dai lettori della rivista. Mi sono dedicato anche a “Io, Luca Agnelli”, uno shortmovie in cui racconto della mia vita tra la famiglia in Toscana, il mio lavoro nei club e le emozioni che vivo assieme al pubblico ogni notte.