La nightlife, ed in generale la musica elettronica, è una voce a diversi zeri all’interno dell’economia britannica, eppure non viene compresa e valorizzata.
La Night Time Industries Association è un’organizzazione associativa che assolve svariati compiti in diversi settori riguardanti il mondo della notte britannico, e di recente ha rilasciato un rapporto dettagliato sull’impatto dell’industria della nightlife sull’economia del paese.
Grazie alla ricerca e alla redazione di questo documento, si ha per la prima volta un dato chiaro e settoriale su quanto il mercato degli eventi, concerti, esibizioni e feste vadano ad influire sull’economia nazionale, generando introiti importanti. Nonostante i dati favorevoli, le innumerevoli iniziative proposte ogni anno e l’alto tasso di convenienza per i settori complementari, il Governo britannico, per anni, ha riservato all’industria della musica elettronica e della nightlife un interesse superficiale.
Dati alla mano, la musica elettronica nel Regno Unito genera 2,63 miliardi di sterline. Un analisi che tiene in considerazione club, concerti e festival. Il genere musicale risulta essere il più popolare nella proposta artistica dei grandi festival che si tengono su tutto il territorio nazionale. Il 29% degli artisti che si esibiscono sono associabili a quel genere. 103 milioni sono le serate basate sulla musica elettronica ogni anno, di cui 96,2 milioni nei club, generando 1.657 milioni di sterline.
Una piccola panoramica sui dati economici è fondamentale per avere un’idea di quanto sia importante questo mercato. Un apporto economico che si riversa su moltissime altre voci del turismo e delle infrastrutture, che porta un vantaggio generale al Paese.
Nonostante queste considerazioni, durante la pandemia Covid-19, l’industria della musica elettronica non è stata supportata finanziariamente, ritenuta seconda rispetto ad altre attività.
L’obiettivo del report, come conferma la NTIA, oltre a fornire un dato consapevole e portarlo all’attenzione di tutti, è quello di promuovere un supporto definitivo all’industria della musica elettronica.Il velato appello che si nota è rivolto proprio al Governo inglese, che grazie a misure studiate potrebbe migliorare le infrastrutture che ospitano club, eventi e manifestazioni musicali, potrebbe promuovere gli investimenti e incrementare l’economia dell’intero comparto della nightlife.
Secondo il Ceo di NTIA, Michael Kill, “durante la pandemia il Governo inglese ha mostrato una comprensione limitata del settore, ma deve essere compito di quest’ultimo istruire coloro che sono i responsabili di eventuali decisioni. Attraverso gli sforzi di milioni di sostenitori della musica elettronica, abbiamo convinto il governo a riconoscere l’importanza di questa cultura e di includere il settore all’interno dei sostegni varati“.
Considerazioni finali portano a sostenere che nel Regno Unito, solo grazie a ingenti e incalcolabili sforzi di persone fisiche e giuridiche, si è raggiunto il risultato di una concreta “considerazione” del settore della musica elettronica da parte dei rappresentanti del Governo. Questo traguardo porterà in futuro maggiore comprensione e supporto da parte delle istituzioni. La speranza è di avere maggiori iniziative che incentivino la fruizione di eventi, festival e concerti di questo genere.
Impossibile non pensare, in conclusione, alla condizione italiana. Le numerosissime proteste successive alla ripresa post-Covid hanno acceso dibattiti inconcludenti che sono svaniti nell’arco di poche settimane. Supporti economici assenti (o forse irrisori) sono chiaramente giustificati da regole e condizioni che non compete a noi analizzare. Un fatto è chiaramente emerso: il mercato degli eventi, soprattutto quello della musica elettronica, è un settore proficuo. Una maggiore attenzione, un consapevole riconoscimento e una più “furba” gestione, porterebbe ad un forte incremento nella proposta di eventi e festival e ad un maggior funzionamento di tutti i settori che interessano il turismo. Non solo quello musicale.