L’hype per Syro, il nuovo album di Aphex Twin, è stato enorme. È iniziato dalla pubblicazione anonima attraverso il Deep Web di un’immagine con Tracklist ed altri dettagli. Poi è uscita la prima traccia ascoltabile per intero: minipops 67 [120.2] e abbiamo già dedotto che le nostre aspettative erano giuste, che Richard David James era tornato dopo ben 13 anni di attesa. Il 19 Settembre l’album è uscito su Warp Records e questa è la nostra recensione.
Ad aprire Syro è proprio il singolo, l’unico brano che Internet ci ha fatto ascoltare in anteprima: minipops 67 [120.2] appunto. Considerabile come un’introduzione, con una voce fuori tono, ma allo stesso tempo ci proietta nella mente di Aphex e attraverso due belle cuffie o un impianto da 5000 euro iniziamo un viaggio nella musica classica del ventunesimo secolo.
XMAS_EVET10 [120] , produk 29 [101], 4 bit 9d api+e+6 [126.26] sono ascolti più intimi, più caldi e più calmi soprattutto. Fra giri di basso funkeggianti, ritmiche da Downtempo che ricordano Dj Shadow e armonie profonde da Chillwave. Ma con 180db_[130] l’album inizia a diventare più eccitante e magnetico. Techno Acid in cui si alternano 4/4 di cassa a Drums Trip Hop.
La svolta completa avviene solo con CIRCLONT6A [141.98], traccia piena di Glitch, quasi sbagliati, HiHat solitari nel fiume di suoni di Synth Analogici, qualche Reese Bass e una voce robotica. Ora Richard è carico, ma trova ancora lo spazio per inserire la melodia.
Poi, un intermezzo di nemmeno un minuto, e si ricomincia con CIRCLONT14 [152.97], un Pad crea un’atmosfera oscura e abissale, siamo nella Tana del Bianconiglio, stiamo toccando il fondo. Drum and Bass, tanti Glitch, il basso si aggroviglia dentro se stesso, non riesce a sciogliersi. Lo snare sembra darci colpi sulla nuca. A circa metà pezzo cala la tranquillità, un’eco lontano, una voce effettata che scompare come è apparsa.
Con syro u473t8+e [141.98] ricominciamo a risalire. Electro che ricorda Analord, il progetto del produttore Britannico che ci ha tenuto compagnia per quasi 15 anni, ma anche tanti giri di basso e tante ritmiche da Jazz Music.
PAPAT4 [155] e s950tx16wasr10 [163.97] sono il preludio al risveglio, che avviene totalmente con la traccia ambient conclusiva: aisatsana [102]. Ogni tocco sul piano, ogni nota, è un filo di bagliore flebile che entra dalle persiane. Sono gli occhi che si aprono lentamente, quasi danzano, la stanza che pian piano si riempie di luce.
L’alba del mondo e della vita dura 5 minuti, un inno alla speranza, di sottofondo il rumore di squittio di uccelli. Non solo il degrado urbano di Burial o l’impegno politico di Muslimgauze, qui c’è di mezzo la vita, l’esistenza umana e la finitudine dell’essere.
Edoardo