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Il Tempio del Futuro Perduto splende sotto una nuova luce: da ora il sito viene riconosciuto ufficialmente dal comune di Milano

Il Tempio del Futuro Perduto ottiene il riconoscimento da parte del comune del capoluogo lombardo. Dopo anni di occupazione e processi legali, finalmente Milano ha il suo centro culturale, così come Londra e Berlino; tutto grazie ai giovani.

Dal 2018 il sito che fa parte del complesso abbandonato della Fabbrica del Vapore, era occupato dal collettivo di artisti. Ora, dopo 5 anni dall’occupazione, il portavoce è stato assolto dai capi d’accusa di invasione di proprietà e organizzazione di eventi.

Il bando indetto dal comune di Milano per l’utilizzo in concessione degli spazi dell’ex Fabbrica del Vapore è stato vinto dalle associazioni culturali che compongono il Tempio del Futuro Perduto, rendendo così la riqualificazione di uno spazio abbandonato lo strumento per la diffusione della cultura.

Una vittoria totale da parte degli artisti, che grazie alla rigenerazione urbana e operazioni di economia circolare e solidale come il Muro Della Gentilezza, hanno saputo farsi conoscere e condividere in maniera virtuosa un nuovo modello di centro socio-culturale.

Tempio Futuro Perduto

“Siamo riusciti a riconoscere giuridicamente il diritto delle comunità di artisti e delle minoranze a rigenerare siti abbandonati per farne spazi di cultura e socializzazione. Un importante segnale di speranza per tutte le scene e i luoghi di cultura italiani dopo la recente e repressiva ‘legge anti-rave‘”. Le parole di Dario Buzzacchi del Tempio del Futuro Perduto.

Unica differenza organizzativa per i partecipanti. Ora ci si dovrà registrare per accedere al programma del Tempio del Futuro Perduto. Inoltre è stato annunciato che alcuni artisti affiliati al locale intendono candidarsi alle elezioni comunali di Milano del 2026, “per rappresentare finalmente il mondo delle scene culturali indipendenti, degli artisti e degli operatori dello spettacolo, dei promotori di festival e della scena del clubbing”.

“Un riconoscimento che arriva con qualche anno di ritardo rispetto al consenso e al plauso di pubblico e media locali, nazionali e globali. Questo modello funziona e va preso seriamente come avviene da decenni nel resto del mondo.”